In seguito alle scoperte freudiane C.G. Jung dimostrò che il sogno non poteva essere solo un «appagamento camuffato di un desiderio nascosto» ma era qualcosa di più complesso: i sogni erano indipendenti sia dalla nostra volontà sia dalla nostra coscienza, gli oggetti e le persone di un sogno non sono sempre investiti di un desiderio – sessuale o non – mancato. Ne consegue la rilevanza degli strati più profondi e i sedimenti depositati nel tempo: un tempo che per Freud si limitava alla sfera individuale, mentre per Jung abbraccia la storia dell’umanità (“Inconscio Collettivo”).
Oltremodo, dal momento che la realtà è solo un artificio dell’Io, ogni essere umano imposta la sua vita sul significato che lui e solo lui da ad uno specifico fatto o evento: fa o non fa una cosa, solo sulla base di quella realtà a cui vuol dare credito, per poi scoprire che era una cosa falsa, ipotetica oppure vera. Ecco che dall’Inconscio Collettivo, dove risiedono gli Archetipi che predispongono i sogni, il “significato” si converte nella soggettività e nell’esistenzialità di ognuno di noi.
In aggiunta, la coscienza è comune sia alla veglia sia al sogno: entrambi sono “stati di coscienza”, se non fosse che i sogni sono più sottili. Dobbiamo tenere a mente che la neurobiologia e la fisica quantistica dimostrano che il cervello non fa distinzione tra ciò che immaginiamo e ciò che è l’osservazione concreta della realtà. Dunque qual è e cos’è la vera realtà? Qual è la distinzione tra veglia e sogno? In entrambe si verifica un collasso di onde di possibilità – del cervello e della mente – e una separazione tra soggetto e oggetto. La vocazione della nostra natura, di chi siamo veramente, è sovente espressa da una “voce interiore” (“Daimon”) che giace nell’inconscio più profondo: esso ci conosce bene; rimanendo in suo ascolto sarà la ‘sua’ voce a sussurrarci la terapia del benessere per l’esistenza!
Dopo lungo cammino, finalmente siamo arrivati alla fine (quasi), o meglio siamo arrivati alla tesi di Freud, quella tesi tanto dissacrante e che provoca tanto stupore, e tanto stupore ha provocato, da rendere il suo libro il manifesto dell’uomo contemporaneo, un uomo fatto di tante piccole cose, molto più frammentato al suo interno di quanto si pensava; con delle zone nascoste sulle quale fino ad allora nessuno aveva, o aveva voluto, indagare.
Il momento è arrivato: dopo tutte le analisi svolte, dopo aver chiarito una serie di questioni, il dott. Freud ci spiega finalmente il sogno cos’è: il sogno è l’appagamento di un desiderio… a questo punto ci stanno bene una serie di esclamazioni di sorpresa e incredulità. Le capisco, però qualcosa di vero e giusto, corretto direi, ci sta, per quanto poi gli sviluppi successivi della psicanalisi abbiano messo altra carne a cuocere.
Inoltre come abbiamo più volte detto, “L’interpretazione dei sogni” è un testo di inizio Novecento che ci ha messo di fronte al nostro Io più nascosto: credo che questa sia la rivelazione chiave tanto dirompente. Non credete anche voi?
Piccoli, semplici esempi
Abbiamo imparato, grazie al percorso fatto fin qui, che il sogno non è da considerarsi come qualcosa di assurdo e privo di senso. La sua assurdità apparente non è altro che la forma in cui si presenta, che nasconde però ben altri significati. Quindi un senso lo ha, eccome!
Il sogno ci dice qualcosa di nuovo rispetto ai nostri intimi processi psichici: è possibile anche che il sogno aggiunga e modifichi le opinioni che abbiamo da vegli? E c’è un’altra questione: tutti i sogni o solo alcuni sono appagamento di desiderio?
Che il sogno sia un appagamento di desiderio lo si vede e lo si può capire abbastanza chiaramente e Freud ci fa un esempio molto semplice: se di sera mangio cibi salati, di notte mi sveglierò per bere. Il risveglio sarà preceduto da un sogno in cui bevo e mi disseto: una sensazione corporea ha funto da stimolo per il mio sogno, semplice no? Ovviamente la mia sete reale non può essere soddisfatta dal sogno, ma lui poverino ci prova!
Di certo, non è tutto così evidente e c’è bisogno spesso di andare più in profondità. Ma restiamo con lo stesso esempio e apportiamo qualche variazione: mettiamo caso che prima di addormentarci abbiamo sete e beviamo. Può capitare che durante la notte abbiamo voglia di bere, nuovamente, e per far questo dovremmo alzarci. Potremmo a quel punto sognare che l’acqua ci venisse offerta, esaudendo così il desiderio di non alzarci. Magari l’acqua ci vien offerta in qualcosa che noi volevamo tenere, come un particolare bicchiere di cui ci eravamo privati poco tempo addietro: ecco che compare un altro elemento che soddisfa un altro dei miei desideri.
Facciamo un altro esempio: una donna, conoscente del dott. Freud, sogna di avere le mestruazioni. Che vuol dire? Se sogna le mestruazione, forse è perché le mestruazioni non ci sono state nella realtà: non avere le mestruazioni indica che si è incinta e magari la donna desiderava godere ancora della libertà che una condizione di non mamma consente.
Interpretare i sogni e le sue fonti
I sogni presentati fin qui sono brevi e semplici, ma sono un buon esempio per farci capire che gli elementi del sogno vanno trattati separatamente e il sogno non è da prendere nel suo complesso. Analizzando ogni elemento, si potrà discriminare tra elementi accessori ed elementi che si legano a un desiderio o desideri in particolare.
Comunque questi tipi di sogni, quelli di cui sopra, sono legati all’insorgere di uno stimolo fisiologico momentaneo che si presenta durante la notte. Secondo il dott. Freud esistono altre tre possibili provenienze del desiderio che hanno causato il sogno:
1. Il desiderio può essere suscitato di giorno e non aver trovato soddisfazione a causa di circostanze esterne;
2. Il desiderio può essersi generato di giorno, ma noi lo abbiamo represso;
3. Può avere qualche legame con la vita diurna, ma essere comparso direttamente sotto forma del sogno, durante la notte.
A questo punto la domanda resta: tutti i sogni sono appagamento di desiderio?
Difficilmente, secondo Freud, il desiderio da solo basta a far nascere un sogno, c’è bisogno di un rinforzo da qualche parte: cioè i desideri, sempre presenti anche se repressi, verrebbero fuori appena riescono a trovare qualcosa a cui aggrapparsi che gli dia modo di esprimersi in tutta la loro intensità. Quindi di sicuro i sogni sono espressione almeno di desiderio, se non loro soddisfacimento, in moltissimi casi.
Ora, ci sono quelle preoccupazioni, problemi, ansie, che è possibile protraggano la loro attività anche durante il sonno. Parliamo di ciò che durante il giorno non viene portato a termine, oppure ciò che per esempio rimane irrisolto.
Freud è convinto che tutte queste cose si presentino anche nel sonno allacciandosi a un desiderio. Ma se sono delle apprensioni, dove sta il desiderio? Signori e signori, qui Freud ci mette di fronte ad un altro aspetto fino ad allora poco considerato: anche nei casi in cui pensieri di cose irrisolte si presentano nel sogno si legano a un desiderio infantile inconscio e represso… anche lì dove non riusciamo a vedere il desiderio, scava scava magari nella nostra infanzia troviamo qualcosa. Capito? C’è da stare attenti!
E nei casi di sogni angosciosi, dopo i quali ci svegliamo cioè in preda all’angoscia? Be’ in questi casi chi vi dice che l’angoscia non sia subentrata dopo che il desiderio era stato espresso/appagato?
E i sogni che possiamo chiamare di punizione? Esprimono il desiderio di ricevere una punizione per un desiderio inespresso, quindi sempre appagamento di desiderio sono.
Un esempio: una volta un mio amico mi ha raccontato che sognava di essere ghigliottinato. Sbaglio o si usa l’espressione “perdere la testa” quando ci si innamora? Magari lui desiderava innamorarsi e, influenzato da questo modo di dire, sognava di perdere la testa letteralmente. Ovviamente doveva sognare qualcosa di non positivo perché non si sentiva a suo agio ad esprimere questo desiderio nella vita reale, dato che era immerso in una situazione che avvertiva come frenante rispetto a questi sui sentimenti.
Una riflessione antropologica
Secondo Freud il tutto è da far risalire al nostro essere esseri con dei bisogni fisici e mentali e quindi il nostro vivere, un po’ come voleva Schopenhauer, è in perenne stato di desiderio, che alle volte può non essere soddisfatto.
Quindi Freud è convinto che, vuoi in un modo, vuoi in un altro, nei sogni ci sia sempre un appagamento di desiderio o quantomeno la sua espressione, ecco perché i sogni ci dicono molto di noi.
Ma allora cos’è che li distorce e ce li fa apparire così poco chiari? Tanto che gli psicanalisti ci dicono di scrivere un diario dei sogni per capirci qualcosa di più? Non posso spiegarvelo adesso, ma continuate a seguirmi e avrete tutte le riposte che volete!
Perché intanto non cominciate a provare a capire se c’è un desiderio nascosto nei vostri sogni?
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Roberto Morra
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quindi abbiamo un mix tra elaborazioni inconsce, anche lontane nel tempo, e poi quelle quotidiane …
e’ come se si vivesse e poi si rielaborasse di continuo ogni singola esperienza
si comincia a dare un senso al puzzle.
grazie R.Morra