Agosto è il mese più freddo dell’anno – 14

“Agosto è il mese più freddo dell’anno” (da una canzone dei Perturbazione) è un racconto a puntate. In un torrido giorno agostano, i personaggi qui raccontati, sono coinvolti in una rapina al portavalori. Questo il contesto: il quartiere di Montesacro, tra Tufello, Talenti, Valle Melaina, San Basilio, Fidene, Porta di Roma, Podere Rosa; gli ambienti sono: case popolari, Bar, parcheggi, muretti, scale di condominio, stradoni, buche e cantieri. Come sfondo alla rapina, si parla di amicizia, d’amore, e tra le righe qualche citazione: Pasolini, Calvino, Flaiano, Queneau e Ionesco. Una storia da Nulla, nel Nulla. Un luogo dove i personaggi affrontano le vite come se fossero in uno sceneggiato televisivo, perché qui i Media e la Tv sono l’Ara della cultura, e la legalità un mero punto di vista. Montesacro nel racconto è un luogo dove si dorme, si vive, si muore, soli.
In ogni parte del racconto troverete un link di un brano idoneo a fare da sottofondo alla lettura

Nota musicale:

Fin qui tutto bene

Al concerto, Fabione al banco del bar, jeans e maglietta: «Oh bella Gianni, sei arrivato».
Gianni : «I due pischelli hanno fatto caciara?».
Fabione: «No, stanno nel parchetto tranquilli, so’ lessi ma sanno che non devono esagerare. Mi hanno detto che li hai minacciati e stanno tranquilli».
Gianni: «Vedrai che si comportano bene, ieri j’hai messo paura».
Fabione: «So pischelli, daje che mo attacchiamo».
Gianni: «Me pio na birra, Riccardo ne vuoi, una?», Riccardo fa si con la testa.
Gianni: «Scusa Fabio, ma che c’avevo avuto n’imprevisto e ho dovuto pijà il furgone».
Fabione li saluta: «Bella a dopo».
Riccardo: «Strana situazione, e ora aspettiamo?».
Gianni: «Vedi, invece di rilassarti fra poco sarà tutto finito. Vediamoci il concerto».
Entrano nella sala gremita.
Fabione è già sul palco, prende il basso e il concerto inizia a suonare.

Nota musicale:

In macchina di Lucia…
Melissa: «Wow che serata e non è finita».
Davide: «Già, sto’ ancora con l’adrenalina».
Melissa: «Anche io e ne vorrei approfittare».
Davide: Ppeccato che il nano è rimasto nel parcheggio».
Melissa: «Spero che tu non sia sempre così imbranato».
Davide parcheggia. Melissa facendo gli occhi da gattone: «Approfittane, sali che ho ancora l’adrenalina». Lo bacia.
Davanti al centro commerciale Lucia parla con un Carabiniere che prende appunti. Carabiniere: «per me potete andare, poi vi chiameremo».
Giancarlo e Alessandro sono curati dai medici.
Si avvicina Lucia con il Carabiniere.
Giancarlo: «Vorrei scusarmi».
Lucia: «E di cosa? L’avete vista brutta ragazzi».
Giancarlo: «Si davvero».
Lucia: «Meno male che non è successo niente, in fondo l’assicurazione ripagherà il danno ma voi siete padri di famiglia».
Stringe la mano a Mario ed a Giancarlo.
Alessandro la abbraccia: «Ho avuto veramente paura». Lucia: «Non ci pensare»; si rivolge al Carabiniere: «Io me ne andrei a dormire sono sfinita».
Carabiniere: «La chiameremo fra qualche giorno per la deposizione formale, ora vada a riposare; vuole che la faccio accompagnare?».
Lucia: «Non si disturbi, abito qua dietro, cinque minuti nemmeno».
Il Carabiniere la saluta militarmente, poi la fissa negli occhi. Lucia trasale, ha uno smarrimento: «Riposi tranquilla, che è andata bene, è ancora sotto choc». Lucia: «Si credo sia andata bene».
Giancarlo mette le mani in tasca e prende le chiavi. Monta in macchina. Carabiniere: «Rimanga a disposizione, appena chiama il Magistrato deve venire a fare la deposizione, e mi raccomando si faccia visitare».
Sale in macchina e parte con calma; supera un gruppo di persone. Poi prende la strada di casa, davanti al portone si ferma, prende il cellulare e fa un paio di squilli. Rispondono: «Ciao piccola».

Melissa sale le scale, apre la porta di casa, entra, butta la borsa.
Poi al buio inizia a spogliarsi: «Vieni e fai bene il tuo dovere rapitore di nani e fatine dei boschi».
Al concerto suonano. Vibra il telefono.
Gianni risponde: «Sto qua fuori vicino al tuo cazzo di furgone, vi aspetto sbrigatevi». Gianni con Riccardo arrivano al parcheggio del locale.
Giancarlo sta affianco al furgone, tiene in ostaggio Marta, spaventata e ammanettata, con la pistola puntata al fianco.
Riccardo: «E che mi significa questo?».
Giancarlo: «Il carico dov’è?».
Gianni: «Nel furgone».
Giancarlo mostra la pistola, la punta e dice: «Bene, adesso le passate sulla mia macchina… forza, veloci».
Riccardo: E noi?».
Giancarlo: «Ho detto veloci».
Riccardo estrae la pistola dal furgone, si gira e spara ma fa solo rumore. Giancarlo lo guarda, ride, gli tira un man rovescio e lo stende. Marta urla! Giancarlo: «Pensate che sia così stupido da lasciarvi le pistole coi proiettili veri? Sono a salve come quelle del cinema, a salve. Questa no, la vuoi provare?».
Riccardo: «Figlio di…».
Giancarlo «Su forza, al lavoro. Ecco i vostri cellulari». Li getta in terra. «Caricate la macchina il resto buttatelo voi e prima fate meglio è, altrimenti Marta fa una brutta fine, veloci».
Gianni: «Non finisce così».
Giancarlo: «Pensi che due teppisti del tufello mi spaventano? Pensate piuttosto a fare in fretta». Caricate le sacche, chiudono il cofano. Giancarlo con la pistola li invita ad entrare nel cassone del furgone e si fa dare le chiavi da Gianni. Chiude il vano posteriore del furgone con il lucchetto e mentre se ne va, le getta in un tombino. Gianni si siede in terra. Riccardo si tocca il punto dove è stato colpito: «E adesso?». Gianni: «Aspettiamo, qualcuno passerà».
Giancarlo a Marta: «Dai andiamo».
Marta sale al posto di guida, accende.
Giancarlo entra in macchina e posa la pistola nel cassetto del cruscotto.

Oggi non c’è sole attorno a me

Nota musicale:

Il sole è arrivato, la vita riprende il suo corso normale, il mercato si sveglia. Lucia a piedi va verso casa di Melissa che non è lontana. Due svolte e vede la sua macchina; prende il telefono. Melissa risponde subito: «Vieni che accendo il caffè». Lucia sale mentre Melissa le apre la porta. Lucia: «Buongiorno». Si abbracciano. Lucia: «Sono distrutta». Melissa: «Vieni il caffè è sul fuoco».
Davide dorme sul pavimento coperto da un telo di cotone sotto il quadro, delle macchie rosse sul volto e tra i capelli. Vittorio in cucina le saluta e le guarda.
Melissa: «È venuto a prendere il quadro, e voleva prendere pure Filippo».
Lucia: «È strano vederlo la che dorme».
Melissa: «Abituati, mi è più che piaciuto, da ragazzina morivo per lui».
Lucia: «Lo so e ne sono contenta, magari funzionate, siete i miei due pazzi preferiti».
Melissa: «Noi veniamo, ma non so che dirà».
Vittorio lo guarda in terra. «È carino il tuo Erato». Ridono.

In macchina Giancarlo con Marta. Lui è al telefono. «Vaffanculo a te, ai suoceri… fottetevi e non fatevi più sentire». Chiude e sorride, ghigna.
Cartello autostradale “Imbarchi”. Marta mette la freccia al cartello Autogrill.
Marta: «Facciamo colazione ?».
Giancarlo: «Certo, perché no?!».
Marta sente squillare il telefonino e guarda lo schermo: «Uffa che palle, senti Gianca’ vai tu io so’ stanca, mi prendi un caffè e un pacchetto de marboro lightz?».
Giancarlo: «Si amore». Scende dalla macchina ma si prende le chiavi, entra nell’Autogrill. Marta risponde al telefono: «Si, bene perfetto, si all’Agip di Civitavecchia il primo per gli Imbarchi. Bene, cinque minuti».

Davide apre gli occhi. Melissa lo guarda, «Chi c’è?», sorride. Non vede Filippo il cane, che arriva, lo lecca in faccia. Schifato si asciuga col braccio poi vede Lucia e Vittorio. Si alza, è nudo, recupera la maglia, e si copre con quella.
Melissa: «Ce lo facciamo un viaggio?».
Davide: «Chi, dove?».
Melissa: «Troppe domande, la risposta è sì… direi nel paradiso dei nani».
Davide: «È lontano, credo».
Melissa: «Non tanto, ho una casa su un’isola Greca, starai bene. Dimenticavo, viene anche tua sorella». Davide le guarda.
Lucia: «Senti, se vuoi vieni con noi».
Davide: «Va bene?!? Quando?».
Melissa: «Adesso».
Davide: «Parti e lasci tutto?».
Lucia: «Tu cosa lasci?».
Davide ci pensa un attimo: «Voi due, e niente».
Melissa: «Ti sei risposto da solo, vestiti che andiamo di fretta».
Lucia: «Ah, se ti sbrighi c’è un po’ di caffè?».

Esterno, giorno; nel furgone di Gianni.
Si sente bussare Max: «Gianni che stai a dormi? Che er’imbriago?»
Gianni: «No, c’hanno fatto ‘na sola, daje apri».
Massimone: «C’è er catenaccio».
Gianni: «Apri davanti che sotto il sedile c’ho le cesoje».
Francesco: «Stai quieto ner motorino, c’ho lo spadino».
Riccardo: «Meno male».
Gianni: «Si, usciamo da sta fogna».
Riccardo: «E poi?».
Gianni: «A lavorare tutto come al solito».
Riccardo: «E Marta».
Gianni: «Lascia perde. Recuperiamo i cellulari, vedrai».
Riccardo: «Saranno le sei».
Rumore sul portello… dopo un poco lo scatto, la porta si apre. Francesco ride.
Francesco: «Che scherzo der cazzo»
Gianni: «Taci, nun ne hai idea». Riccardo vede il telefonino per terra, ci si lancia.
Chiama Marta. Il cellulare è scarico. Guarda Gianni: «È scarico, mo’ che famo?».
Gianni: «Colazione, che altro. Max, Francé venite con noi?».
Francesco: «Yes, ma paghi tu? ‘Ndo annamo?».
Gianni: «Ai laziali».
Recupera il telefono per terra e le chiavi di Massimo.

di Daniele De Sanctis

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