Niccolò Fabi: raccolta di vento

Con un doppio cd, un cofanetto in edizione limitata e un concerto il 26 novembre al Palalottomatica di Roma, il cantautore festeggia ventʼanni di carriera. [RECENSIONE]

Il momento della raccolta è nella “filosofia agricola” quello più aspettato, il frutto stesso del lavoro. Dopo la raccolta avviene la lavorazione, la conservazione e così è bello conservare questi venti anni fatti di vento di Niccolò Fabi.
Diventi inventi 1997-2017”, non un’antologia, ma un doppio CD contenente rielaborazioni di vecchie canzoni e rarità – disponibile anche in box set con il libro-intervista di Martina NeriSolo un uomo” e un live). Il primo CD contiene 16 canzoni, ed è di fatto un nuovo album. Quattro brani arrivano da “Una somma di piccole cose“, e dieci sono riletture di canzoni del repertorio di Fabi con un arrangiamento e un suono simile a quello di quel disco: acustico e minimale. L’unico vero inedito, “Diventi inventi“, è anche la canzone con più arrangiamento dell’album.
Il secondo comprende nove canzoni in versione demo.

Diventi Inventi” è il gioco di parole che Fabi, da buon filologo, ci mette in mano. Sono due dischi, anche in vinile, per poter ricreare il giusto fruscio naturale e materico che pesa esattamente come questi anni fatti di venti contrari, di assenze, di presenze che sono più deleterie di un’assenza stessa, di mancanze, di capelli, di costruzioni, di uomini, promesse, bellezza, tanta. La ‘bellezza‘ è il filo conduttore di tutta questa raccolta che racconta in una maniera più intima, l’universo fatto di ricci di Niccolò.
Sono gli occhi azzurri che sanno di cielo e gelo che ti guardano dritto con un contorno di nuvola bianca e bionda, sono le spalle nude; e se guardo avanti vedo soltanto la fetta che parte dal pomo d’Adamo sul collo. Involontariamente mi accorgo che questo è il ‘pezzo’ delle persone a cui voglio più bene e che ho visto più spesso; su cui ho posato la mia guancia, i miei occhi stanchi, il mio orecchio per sentire il battito del cuore rimbombare. La copertina del disco è un posto in cui tutti siamo stati e in cui tutti abbiamo portato qualcuno, fisso nello sguardo sulla linea dell’orizzonte.

Ho ascoltato questa raccolta negli scorsi giorni, in un momento in cui le nuvole si addensavano e tutto intorno diventava molto più difficile. Quando si è in questi momenti la prima immagine che mi viene in mente è quella delle sabbie mobili, perché la tristezza e la malinconia sanno trascinarti verso il basso e rendono pesante tutto ciò che porti addosso, con i muscoli e le ossa. Mi viene da pensare a qualcosa di nero, di denso: al fango, per esempio, alle sabbie mobili. Non è che mi sia mai davvero successo di finire nelle sabbie mobili: io non le ho mai viste, sono qualcosa ho visto nei cartoni animati. Il fango magari lo conosco meglio, soprattutto perché non sono mai nata in città. Nei giorni scorsi mi è successo di camminare nel fango. Non è una metafora, mi è successo davvero: forse hanno ragione quelli che dicono che, durante un cammino, succedono le cose che devono succedere, le cose giuste, quelle di cui hai bisogno in quel momento. Io non lo so se sia proprio così o se solo siamo abituati ad attribuire significati a quello che ci capita. Ho pensato, cadrai di sicuro, soprattutto in presenza di fango. Quello che è successo, invece, è che non sono caduta neanche una volta. Ho perso l’equilibrio, sono scivolata, ma sono sempre rimasta in piedi. Non sono diventata una persona che non cade, però in questi giorni ho scoperto di essere una persona che sa comprendere abbastanza bene dove mettere i piedi e, soprattutto, che sa lasciarsi scivolare come se il fango fosse una cosa che si può cavalcare. Vale per le sabbie mobili, vale per la cosa nera e densa, vale anche per il fango: non serve lottare, agitarsi, perché anzi, si rischia di fare peggio. Serve calarsi il cappello in testa per non farsi cadere la pioggia negli occhi e allargare un po’ le braccia – fidarsi delle proprie gambe e andare. Tanto si arriva tutti.
«Costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezione».

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1998 – LASCIARSI UN GIORNO A ROMA da NICCOLÒ FABI
«Tra il 1997 e il 1998 tutto è avvenuto molto velocemente. Era inevitabile, avendo avuto grandi riscontri positivi, continuare a seguire quella scia e la cosa aveva un suo senso anche per me: avevo la possibilità di aggiungere qualche elemento in più che potesse arricchire il piccolo quadro che stavo componendo. Io però sono una persona lenta nell’assimilare i processi nuovi e tutta quella velocità non era adatta a me, ai miei tempi. Spesso avrei voluto bloccare il meccanismo in cui ero entrato. Ogni tanto continuo a volerlo bloccare anche adesso, figurati allora. Credo sia per questo che il mio disagio a Sanremo era così forte, così manifesto. Malgrado questo, Lasciarsi un giorno a Roma è una canzone che suono sempre dal vivo e sempre come ultimo brano della scaletta. È un pezzo insostituibile del mio percorso».
Estratto da “Solo un uomo“, libro intervista a cura di Martina Neri.
(Cofanetto “Diventi Inventi 1997 – 2017“).

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TRACKLIST
01. Il Giardiniere – 2017 – (04:09)
02. È Non È – 2017 – (04:10)
03. Una Somma Di Piccole Cose – (04:45)
04. La Promessa – 2017 – (05:30)
05. La Bellezza – 2017 – (04:22)
06. Facciamo Finta – (03:52)
07. Ecco – 2017 – (05:22)
08. Filosofia Agricola – (04:34)
09. Rosso – 2017 – (04:21)
10. Il Mio Stato – 2017 – (05:00)
11. Una Mano Sugli Occhi – (05:36)
12. Una Buona Idea – 2017 – (04:26)
13. Solo Un Uomo – 2017 – (04:30)
14. Lasciarsi Un Giorno A Roma – 2017 – (04:35)
15. Costruire – 2017 – (04:36)
16. Diventi Inventi – (04:58)
17. Senza Capelli – Demo – (04:00)
18. Dieci Centimetri – Demo – (05:27)
19. Elementare – Demo – (04:50)
20. La Mia Fortuna – Demo – (03:30)
21. Come Sarà Salvare Il Mondo – Demo – (05:04)
22. Soltanto Uno Sguardo – Demo – (03:49)
23. Il Primo Della Lista – Demo – (04:18)
24. Un Passo Alla Volta – Demo – (05:05)
25. Attesa E Inaspettata – Live – (08:23)

Sofia Bucci

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5 Comments

  • un artista che ho sempre ammirato. uno di quelli che è sempre stato li, ma davvero quasi in lontananza,senza disturbare. capace pero’ di evocare sempre belle sensazioni
    bellissima recensione di Bucci…le atmosfere di questo blog sono sempre emozionanti..come lasciarsi un giorno a…..

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