Digital Art Week: arte e tecnologia all’ETH di Zurigo

A luglio un meeting point a Zurigo per tutti gli appassionati d’arte digitale e i ricercatori del complesso rapporto che lega l’arte alla tecnologia

Cosa avete da fare quest’estate? Avete mai pensato di andare a Zurigo? Perché dovreste andare a Zurigo vi starete chiedendo. Se siete appassionati di arte digitale, non potrete mancare all’appuntamento! Infatti dal 12 al 15 luglio in quella città potrete assistere ad una serie di appuntamenti che tratteranno il rapporto tra arte e tecnologia. Ci state già pensando?

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L’iniziativa, che si chiama “Digital Art Week“, è stata organizzata dal Computer System Institut di Zurigo e questo evento si svolge richiamando quello canadese organizzato dalla Interactive Futures, che si è svolta durante il “Victoria Independent Film and Video Festival“, nel mese di gennaio..

L’obiettivo fondamentale dell’evento è quello di sottolineare l’influenza e il ruolo che lo spettatore ha nell’opera d’arte stessa. Dopotutto pensateci: con le nuove tecnologie a nostra disposizione, siamo sempre più presenti in tutto, anche solo grazie al fatto che le informazioni viaggiano molto più facilmente e noi siamo molto più informati. Allora perché anche l’arte non può diventare interattiva e partecipativa? Perché non possiamo prendervi parte?

Una delle principali teorie presentate è che grazie alle nuove tecnologie, l’opera può essere più comprensibile per lo spettatore, che magari capisce la tecnologia su cui l’opera stessa si basa. Allo stesso tempo la tecnologia che dà vita all’opera d’arte è resa poco visibile, di modo da rendere l’opera esteticamente attraente.

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Alcuni nomi dei partecipanti

ia_beabonfanti02 Il tema della partecipazione dello spettatore nell’opera è espresso, ad esempio, dalle opere di Benoit Maubrey, che offre ai visitatori performance con abiti elettroacustici.
Altro artista è Art Clay che, insieme a Steve Gibson, aprirà un dibattito, di accompagnamento alla mostra, facendo riferimento alla manifestazione canadese e porrà l’accento sul fenomeno del mapping e durante una serata si esibirà in una performance di Virtual DJ.
Altri nomi importanti sono: Jan Borchers del “Media Computing Group” che si interessa dell’interazione tra uomo e macchina; Jason Freeman del “Georgia Institute of Technology” che proporrà un intervento dal titolo “Glimmer: creating new connections“; Atau Tanaka della Sony di Parigi che si interesserà del musiking network e Paul Woodrow dell’Università di Calgary e Alan Dunning dell’Alberta College of Art che proporranno una conferenza dal titolo “Body Degree Zero“.

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Le sezioni che compongono la mostra

Le sezioni che formano la mostra sono:
• “Driftings“, che propone dei lavori generati da un computer, come ad esempio quelli di Pascal Muller che nella sua opera “Emergent City” facendo proprio un approccio generativo, ricrea un nodo di autostrade e vie per sottolineare la crescita incontrollata delle metropoli; poi c’è Stefan Heinrich Ebner con la sua opera “Sterobilder” che propone delle gradazioni di colore che cercano di creare un’atmosfera ipnotica e calmante; poi ad esempio ci sono Peter Schweri e Jurg Gutknecht che propongono il loro softwareSakkara” che produce arte concreta.
• “Poster” è un’altra sezione che presenta progetti di arte interattiva. Un esempio è “Tai Chi Sensor” che usa sensori corporei per studiare gli effetti ia_beabonfanti05 benefici dei movimenti del tai chi.

Una sezione della mostra è interamente dedicata ai paesaggi sonori, anche detti Soundscapes, che è divisa in tre categorie:
• “Real Worlds“, che propone suoni registrati dal mondo reale, ma non sono i classici suoni della natura, che potete settare come suono della sveglia! ia_beabonfanti03
Per esempio “Creatures of the Ice” presenta i suoni ottenuti dall’inserimento di un microfono tra le lastre di ghiaccio al Polo Nord, per poter cogliere i suoni della rottura e dello spostamento del ghiaccio.
Interessante anche è sicuramente l’iniziativa di “Leif Brush” che traduce i raggi cosmici in musica d’ambiente.
• “Virtual Worlds” è la seconda categoria, in cui possiamo sentire suoni artificiali.
• “Infine Other Worlds“, categoria in cui sono messi insieme i suoni che appartengono al mondo della natura e quelli che appartengono al mondo dell’elettronica.

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Gli appuntamenti

Nella giornata del 12 luglio è organizzato un percorso guidato dal titolo “Digital Parcours” che porterà alla scoperta di diverse installazioni dislocate in diverse zone della città. Tra le opere, ricordiamo quella di Amy Alexander dal titolo “SVEN, Surveillance Video Entertainment Network“, che tratta della videosorveglianza, volendo però mostrare il fenomeno non dal punto di vista del passante, ma dal punto di vista dell’osservatore.
ia_beabonfanti06 La visita, che dura circa due ore, vedrà esposte un vastissimo numero di opere, mentre nelle serate dei giorni che vanno dal 12 al 15 c’è un calendario ben fitto di varie altre performance.

 

Roberto Morra

 

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6 Comments

  • Una bella iniziativa.
    Un evento di importanza essenziale per tutti i rami che tocca e le sfaccettature per la vita moderna. Soprattutto per tutto ciò che concerne l’importanza della tecnologia digitale, il nuovo linguaggio umano…

  • questi post di roberto ci aprono un mondo sull’ arte piu’ attuale, tiuttavia ancora poco comune , o almeno io ne vedo poca in giro ! e in ogni caso queste tendenze artistiche stanno davvero esplorando il contemporaneo senza che noi ce ne rendiamo conto .
    uki sempre avanti a tutti !

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