“Il destino dell’onda”, intervista alla scrittrice Camilla Ugolini Mecca

Camilla Ugolini Mecca nasce a Verona nel 1971, è laureata in Lettere Moderne. Oltre ad essere una scrittrice, svolge la professione di Counselor e Facilitatrice in Costellazioni Familiari e Sistemiche. Ha pubblicato nel 2003 “Ambigue stanze – Un itinerario nell’opera di Antonio Possenti”, edito da Liberty House. Nel 2017 ha pubblicato “Nato d’estate” nell’Antologia “Il coraggio del bene”, edita da Fara Editore. Ha ancora all’attivo altri racconti, tra cui “Cavalli selvaggi” nell’Antologia “Logos/III edizione”, edita da Giulio Perrone Editore e “Il paradiso è un cul-de-sac”, vincitore del concorso “Pubblica con noi” indetto nel 2007 da Fara Editore. Il suo primo romanzo, “Il destino dell’onda” (Edizioni Il Falò, 2021), ha ricevuto una menzione di merito nell’ambito del Premio Letterario Internazionale Montefiore. Il testo originale del romanzo è stato scritto nel 2008 ed è arrivato finalista nel 2009 al concorso “What women write” della casa editrice Mondadori

  • Un percorso il suo all’insegna del merito e della competenza, chi è Camilla Ugolini Mecca oltre la scrittura e la professione?

Scrivere ‘chi sono’ è tuttora molto difficile per me, seppur io abbia quasi 50 anni. Potrei dire che sono una madre, una figlia, un’amica… tutti questi ruoli potrebbero definirmi, ma solo in parte. E credo che questo valga per tutti. Posso dire però che sono una donna in ricerca. Una ricerca che prosegue da molti anni e che cerca la strada dell’autenticità, della limpidezza di pensiero e sguardo. Tutte le cose che faccio, compresa la scrittura, sono al servizio di questa ricerca. Non sempre ci riesco, anzi. Ma ho bisogno di trovare ciò che è autentico per me e muovermi da lì.

  • Ha pubblicato innumerevoli libri: qual è stato il libro che l’ha resa più orgogliosa?

Di certo “Il destino dell’onda”, perché è un testo che mi ha richiesto molto lavoro, anche di ricerca. E anche perché – attraverso interviste come questa – per la prima volta posso parlare di ciò che scrivo, a voi, a chi può avere interesse a leggermi. Sono molto affezionata anche a “Il paradiso è un cul-de-sac”, un racconto lungo pubblicato nel 2007 da Fara Editore. Forse perché è stato il primo racconto che ho presentato ad un concorso e ha vinto. Ma anche perché in qualche modo lì c’era il nucleo de “Il destino dell’onda”.

  • “Il destino dell’onda” è il suo ultimo libro, definito intenso e profondo: come l’ha concepito? A cosa si è ispirata?

All’inizio non avevo idea di quale storia volessi raccontare. Ho iniziato scrivendo brevi brani, dialoghi, alcune delle storie contenute in uno dei capitoli. Così facendo piano piano si è formata la trama e ho compreso dove volevo andare, per quanto riguarda l’impostazione narrativa e i contenuti. Ad un certo punto ho sentito che volevo ambientare la storia di Clara, uno dei personaggi, nel mondo dei Sufi, i mistici islamici, e così ho cominciato a cercare di studiarne la visione, ad approfondire, a cercare fonti. E tutto poi si è composto naturalmente.

  • Ci parli dei quattro protagonisti, delle loro storie apparentemente diverse, ma unite dal destino e dalla spiritualità.

Helène, Bianca, Karim e Clara vivono esperienze concrete certamente differenti, ma in realtà tutti e quattro stanno cercando qualcosa, pur senza saperlo. Si muovono animati dall’amore. Un amore che inciampa, che si interroga, un amore acerbo, da imparare. Ma non si spostano da lì. Tutti i loro movimenti sono animati da questo, interiormente e uno verso l’altro. Al di là delle religioni o di un credo specifico, penso che la spiritualità nelle nostre vite sia incarnata dalla ricerca d’amore che ci attraversa tutti, indistintamente.
È difficile affermarsi nel mondo dell’editoria e della scrittura per una donna, cosa ne pensa?
La mia esperienza nel mondo editoriale è ancora troppo recente perché io possa avere un’opinione precisa su questo tema. Posso parlare di me… Quando ho deciso di presentare i miei racconti, l’ho fatto attraverso i concorsi letterari e sono stata fortunata, ho trovato un riscontro quasi sempre. Il percorso è stato più accidentato proprio con il mio ultimo libro. Credo che in questo siano intervenuti fattori diversi, che forse prescindono dal fatto che io sia una donna. Come di fronte ad ogni forma d’arte c’è il gusto di una giuria, di un editore, c’è l’interesse o meno per un genere letterario. E poi di base c’è il fatto che in Italia si legge pochissimo, quindi penso che lavorare nell’editoria richieda autentico eroismo!

  • La sua professione di Counselor la fa rapportare con le famiglie in particolare, come è stata la sua esperienza lavorativa rispetto all’emergenza covid-19?

In realtà io non lavoro con le famiglie nel loro insieme, ma con i singoli, che mi portano le loro storie familiari. Durante il confinamento del 2020, ho dovuto reinventare il mio lavoro e svolgerlo on line, come moltissimi professionisti. E’ stato strano, non avere davanti a sé una persona in carne e ossa che condivide con te la propria vita intima, è stato strano anche per i miei clienti. Ma noi esseri umani siamo animali capacissimi di adattamento, fortunatamente. Continuo a pensare però che l’incontro reale sia sempre importantissimo, non dobbiamo abituarci a nessuna relazione a distanza, in cui si rischia di perdere troppe cose.

  • In tutti questi anni di carriera come scrittrice quale è stata la soddisfazione più grande che le ha regalato il suo pubblico?

In generale amo moltissimo quando le persone mi pongono delle domande sui testi, oppure si confrontano con me su ciò che hanno sentito o pensato riguardo ad un brano, ad una espressione, e su quale aspetto intimo sono andata a toccare in loro. Mi piace anche che quando mi viene detto che ciò che scrivo non piace, perché comunque significa che è stato considerato.

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro in campo letterario?

Attualmente sto scrivendo un nuovo libro, ma ci vorrà ancora tempo. Per ora sono concentrata su questo. Inoltre vorrei riprendere a scrivere su alcuni artisti, cosa che facevo anni fa. Se il lavoro di un artista mi ispira, mi si muovono dentro tante cose e il dialogo con chi si esprime attraverso altre forme artistiche è sempre molto interessante ed arricchente.

Leonardo Biccari

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