“Ànema” è il nuovo emozionante Ep di Guido Maria Grillo

Un manifesto dell'Anima: un lavoro in bilico tra arte, musica e resistenza esistenziale

Eccoci finalmente a parlare dell’Ep di questo nostrano artista dagli incredibili talenti.
Guido Maria Grillo continua ad essere un caleidoscopio di qualità musicali, tutte concentrate in una voce e in una sensibilità creativa sorprendenti.
Le sue liriche romantiche e melanconiche, la sua musica orecchiabile quanto sperimentale, riescono a creare un impasto emozionale micidiale per i nostri cuori!
In effetti Grillo è uno degli artisti più “italiani” che abbiamo, le sue evasioni nel dialetto partenopeo lo dimostrano, eppure, suona così cosmopolita da risultare facilmente esportabile per ogni tipo di sensibilità… eh sì, perché quella ci vuole! Con Guido Maria non c’è mai un momento che non ti penetri sotto pelle! E questa è arte!
Grillo è da sempre immerso nella musica e in una certa cultura: da sua madre, pronipote del “principe” Totò e docente di Storia dell’arte, ha ereditato vocalità e passione per l’arte figurativa, da Tenco e Jeff Bucley ha rintracciato ispirazioni affini, da De André ha stretto il materiale umano per la sua tesi di laurea in Filosofia… Da qui è giunto ad armonie classiche che nondimeno ben si relazionano con l’elettronica e sonorità acustiche, dove la naturale contaminazione di contemporaneità e tradizione culminano nell’intreccio di italiano e dialetto napoletano, su canzoni che grazie a questa simbologia culturale ed artistica riescono a creare un mood tutto proprio, eppure facilmente nostro!
Ebbene, una delle sue caratteristiche è in effetti la capacità, o meglio, la facilità con cui le sue melodie ci entrano dentro, ci si insinuano intimamente, ci toccano o ci sfiorano, ci confortano nel bel mezzo, per giunta, di un periodo terribile come quello che stiamo attraversando.

Ànema” è un’Ep composto da cinque canzoni, già disponibile su tutte le piattaforme e pubblicato da AM Productions.
Parte con il primo singolo “A chi tene ‘o core” di cui vi abbiamo già parlato, cantando così: «sta’ sicuro, chi non ha cuore vive senza vita e muore senza nome», tanto per chiarire subito su che dimensioni si viaggia. Ecco che una profusione di calore emozionale ci stringe per tutto l’ascolto del brano: un piccolo e toccante capolavoro, che seppur cantato in dialetto, rimane al di sopra ogni categorizzazione. È pura emozione! Punto.
Senza pietà” invece colpisce dritta, anche nel linguaggio. Ripeto, non ci sa fa più caso, si canta qualsiasi idioma, è eccitante questa cosa… si rimane ad urlare il ritornello all’unisono con quel grido in falsetto di Guido che, intanto, ci ricorda di quanto lui con la sua voce possa fare tutto quello che vuole. Eccezionale!
’Sta voce” rimanda molto a dorsali campani, ma di nuovo è il sentimento a prevalere. La melodia, l’orecchiabilità disarmante del ritornello, che rimaniamo a cantare col cuore sul petto e il pugno verso il cielo mimando chissà quale chansonnier, è una dichiarazione d’amore al di là di ogni logica! Un’esperienza!
Marzo” è forse il brano che più di tutti si veste di impasti partenopei, ma riesce ad essere ormai tipicamente grilliano come il fatto che «non c’è inverno senza neve», mentre le armonie si sollevano così come la sua voce. Un’onda ci culla su una serie di contraddizioni e sofferenze interiori, ma rimane un senso di resistenza che ci fa idealmente gettare le braccia al collo di Guido in un abbraccio infinito!
L’Ep si chiude con il secondo singolo già qui recensito che è un commovente capolavoro. Questo brano mi devasta, è toccante, è cantato da paura, una voce che non ti lascia più, te la porti dietro a sussurrarti quelle parole intime e così evocative. È un ciclo che si chiude, con l’inaspettata potenza del sole al tramonto, quando una chitarra noise e impazzita ci squarcia il cuore ripudiando ogni menzogna, ogni esitazione: ci si lascia andare, si affronta l’ombra… certi che il meglio della vita può essere ancora assaporato.

Si tratta dunque di un lavoro omogeneo, dove i picchi, come i singoli ad esempio, non spiccano tanto secondo le regole del solito sistema musicale stereotipato, ma come gemme che hanno bellezza propria, “indipendenti” da ogni “tendenza”… se non quella di un sincero processo artistico esistenziale, volto al confronto.
Tutto questo, e non solo, è Guido Maria Grillo, vincitore del Premio Bruno Lauzi 2017, è oltretutto pure autore per il teatro e attore.
È un artista tutto italiano ma apolide, solo la sua voce e il suo approccio alla musica sono ormai sempre più riconoscibili, per il resto è una brezza ineffabile che ci sfiora la cute, lasciandoci la pelle d’oca a raccontare di storie vissute, amate, odiate e, di nuovo amate, fin dentro l’anima!

Andrea Fatale

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3 Comments

  • parole di rara bellezza per un artista che sto imparando ad amare anche io. bellissimi i due videoclip. voce magnifica….
    <3

  • Avevo letto del singolo. Bello davvero! Ora rimediero’ questo ep, davvero curioso di godermelo ..
    Artista molto interessante

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