“Yeti’s Cave”: l’esordio space dei Brücke

Chiudi gli occhi e premi play. Ventuno minuti e trenta secondi. Un bel viaggio sereno, dilatato, lisergico. Rilassati, prenditi il tuo tempo. Fermati un attimo, dura poco, niente ansie

Dall’alba al tramonto o viceversa, saliamo sul treno che corre sulle pendici tirreniche, il treno teutonico Made in Italy che non ti aspetti, quello dello space rock meditativo e cinico. Brücke è il nome che hanno scelto i quattro giovani dalla Toscana, quattro musicisti livornesi che si dimostrano connessi a interessanti sonorità impolverate. Si formano nel Febbraio del 2016. Dopo una breve parentesi di live fra Livorno e Firenze si rinchiudono all’Orfanotrofio studio degli Appaloosa dove registrano 5 tracce in presa diretta. Il disco è frutto di una ricerca sui suoni nata nella Yeti’s Cave, sala prove, studio e quartier generale del gruppo, ed è per questo che il primo EP ne porta il nome.

Gli elefanti che barriscono sotto forma di ottoni in ritmi psycho funk senza tempo né memoria, di certo contemporanei, appartengono ad un lavoro che ha bisogno di un ascolto attento e fermo. Brücke è lo stampo di una moderna acida psichedelia che attraversa tutto quel genere di rock suonato da una vita, nel suo spirito più vero e puro. L’emotività di questa band è così unica da sembrar uscire da una moderna serie televisiva stile “Dark”, anch’essa di teutonica produzione. È un lavoro che non andrebbe sottovalutato, anzi, forse a cui ispirarsi per cercare di vedere le cose in prospettive diverse. Questo, immagino e spero sia solo l’inizio di una lunga e prolungata sequenza di nuove canzoni che andranno a registrare.

Loro si definiscono «Un quadrilatero e un collettivo a mano libera dalla Toscana, e The Yeti’s Cave è un luogo che abbiamo costruito per sentirci liberi di creare, esprimere e sfidare noi stessi. Un posto costruito appositamente per sentirsi liberi di creare». Giulio, Nicola, Michele, Lorenzo, una fusione di suoni che hanno un unico filo logico che esprime la loro libera essenza. Un modo non canonico, che quasi non immagini, che fa dimenticare il resto; gli strumenti, così come la voce, appaiono come uno coro unico che non si aggiunge a null’altro, rimane così dolce e persistente fino alla fine, fino all’ultima nota. Brücke è come un corpo che si muove e che penetra, l’anima; una connessione dilatata fatta di sensi. Il quartetto sta già lavorando ad un altro EP, “Red Rum“, che uscirà nel prossimo inverno. Il 17 febbraio è uscito il primo singolo, “Prociutto“, per indie-roccia e il 17 marzo il secondo singolo, “Ovomoltino“, per Rockambula.

Potete trovare i Brücke dal vivo stasera (22 dicembre) al PunkRazio di Pomezia (Rm).

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Evangelos Voutos

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