Vendunt vitae: L’insolvente trappola della tecnologia – Uki/Steve Jobs (Part.6)

La seducente gabbia della tecnologia e l'indebitamento incessante

Il debito divino: l’origine ecclesiale del “debito pubblico” e lo sfondo socio-politico del neoliberismo.
Un viaggio alla scoperta dell’origine del male che affligge i popoli, attraverso le pieghe del tempo e dello spazio, alla ricerca della consapevolezza. La finanza ed il debito hanno convertito l’uomo in uno zombie, uno schiavo ormai inconsapevole. Trovare l’origine di questo male potrebbe fornire una soluzione, un antidoto

 

Jobs si sedette su una poltrona in pelle nera comparsa dal nulla.
Uki se ne stava lì, rifletteva, attendendo che il genio di Steve potesse fornirgli un indizio, una soluzione.

JOBS: Rifletti “figlio mio”.
UKI: Di nuovo, non capisco come tutto ciò possa aver a che fare con il debito.
JOBS: Ti facevo più intelligente mezza macchina; la tua testa umana ti impedisce di scorgere tutto ciò che è così lampante e semplice da leggere e decifrare.
UKI: Cosa non capisco?
JOBS: Tutti coloro che si sono sottoposti a questo trattamento di “virtualizzazione” della propria vita sono in debito con me e con chi come me ha saputo approfittare della debolezza umana.
UKI: Va avanti.
JOBS: Pur di ottenere un minimo di notorietà, una briciola di immortalità, gli esseri umani sono disposti a regalare la loro esistenza a me ed a individui analoghi. Io ti concedo lo strumento per avere la tua piccola pagina di immortalità e tu sei in debito con me, tu sei costretto a darmi la tua vita, la tua identità, la tua intimità, le tue paure, le tue gioie, i dolori; e tutto questo perché? Perché io ti offro la notorietà, la condivisione, il non sentirti solo in un mondo di zombie.
UKI: Capisco, ma non credo che questo abbia a che fare con la questione debito.
JOBS: Ne sei sicuro? Rifletti bene… è esattamente come ai tempi dei primi seguaci di Mitra o di Gesu’ Cristo.
UKI: Be’, si, ho avuto occasione di parlare con Gesù.
JOBS: E sono sicuro ti avrà rivelato cose molto simili a quelle che ti sto rivelando io ora. Ma nel mio caso esiste anche un’aggravante che concerne la stupidità della razza umana.
UKI: Ovvero?
JOBS: Ovvero che le persone, pur di indebitarsi con me (o con la mia tecnologia) sono disposte ad indebitarsi ulteriormente…
UKI: Spiegati.
JOBS: Ci sono persone al giorno d’oggi che contraggono debiti per far fede a debiti precedentemente non saldati. Così accade per tutto ciò che io ho iPhone. Assurdo, non trovi?
UKI: Già, assurdo.
JOBS: Eppure è così. Ma c’è un altro aspetto Uki, una cosa che invece potrebbe fornirti un’idea per comprendere a fondo il tuo viaggio.
UKI: Ti ascolto.
JOBS: In passato fui escluso dalla società che io stesso avevo creato.
UKI: Si, questo è noto a tutti e si dice anche che tu sia poi tornato ed abbia riportato in vita l’azienda con le tue sole forze e le tue capacità.
JOBS: Non è andata proprio così.
UKI: Spiegati meglio.
JOBS: A ridare vita alla Apple è stato il rivale di sempre, il caro vecchio Bill.
UKI: Si mormora che foste acerrimi rivali.
JOBS: Vero, ma anche due persone molto intelligenti che avevano capito che perseguire unicamente il profitto personale non serve a nulla.
UKI: Ovvero?
JOBS: Se un individuo desidera essere immortale ha bisogno di qualcuno che si ricordi di lui; se un individuo vuole vincere ha bisogno di qualcuno che perda.
UKI: Si, questo è corretto.
JOBS: Nel momento in cui fui richiamato alla guida di Apple, il caro vecchio Bill stava attraversando un periodo di grande stress e difficoltà, poiché la Microsoft era sotto la lente di ingrandimento dell’Antitrust. In poche parole Bill veniva accusato di possedere il monopolio del mercato informatico.
UKI: Questo non lo sapevo.
JOBS: Io e Bill ci accordammo. La Apple aveva bisogno di liquidità, lui di un concorrente sul mercato. Gli proposi di finanziare la Apple con circa 130 milioni di dollari e lui accettò.
UKI: Un grande gesto da parte sua.
JOBS: No, un gesto doveroso e giustamente egoista.
UKI: Ma lui vi ha salvati.
JOBS: Si, ma così facendo ha salvato anche se stesso e la sua grande azienda.. Il punto non sta tanto nella bontà del gesto o nella necessità di compierlo, quanto nell’essere consapevoli del fatto che nessuno dei due era in debito con l’altro. Entrambi, per natura, avevamo fatto ciò che ci avrebbe consentito di sopravvivere. Così si arriva all’equilibrio, così si riesce a superare l’invidia, così si è liberi di fare scelte. L’equilibrio è tutto. L’equilibrio sta nella consapevolezza.
UKI: Nella consapevolezza di cosa…
JOBS: Nella consapevolezza di essere liberi e solo e soltanto quando non si agisce solo per il nostro personalissimo interesse, consapevoli del fatto che ognuno ha il suo posto nel mondo e nella storia e questo va accettato…

Continua….

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Leonardo Pierri

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4 Comments

  • da questi dialoghi mi sembra di capire che l’intero ”contratto sociale” si basa sul debito tra chi ha risorse e chi non ne ha .cosa molto triste

  • anche l’equilibrio di cui si parla qui mi sembra essere un equilibrio in un sistema comunque elitario. ovvio che è stata una bella mossa,non conoscevo questo aneddoto
    complimenti comunque a Pierri per questo viaggio filosofico. davvero avvincente.ci sono tantissimi spunti di riflessione

  • molto interessante questo speciale. da un punto di vista sociale ed antropologico è davvero una rivelazione. Pierri spiega benissimo le tendenze inconsce che ci incastrano in questo terribile scarto tra chi detiene le risorse e chi no!
    ma non solo questo. poi l’uomo ha cercato in tutti i modi di mantenere questo scarto…..per questo il debito pubblico è una truffa!!!!
    Nel 1981 è stata resa indipendente la banca d’Italia dal ministero del tesoro con implicazioni più che evidenti sulle stesse casse statali. prima di allora i titoli statali invenduti (a basso tasso di interesse) venivano comunque coperti da garanzia da parte della banca d’Italia cosa che limitava le speculazioni. ma invece con la scissione inizia a delinearsi la truffa del debito pubblico. Infatti per vendere tutti i titoli non più coperti dalla banca d’Italia lo stato ha iniziato ad alzare i tassi di interesse degli stessi pagando così interessi superiori rispetto al tasso d’inflazione. Così il debito pubblico ha iniziato a gonfiarsi ed è qui che entra in gioco la speculazione finanziaria italiana.
    Insomma lo Stato ha cominciato a finanziarsi tramite i mercati e ha iniziato a pagare interessi sempre più elevati.

    Quindi il debito pubblico italiano non ha a che vedere con la spesa pubblica, e neanche con la spesa sociale. Il debito pubblico italiano si è gonfiato artificialmente a causa degli interessi da usura volutamente pagati dallo stato agli speculatori.

    Una montagna di soldi, per giunta virtuali, perchè creati dal nulla, il cui peso ricade sulle nostre spalle

    E a questo ben si collega il discorso antropologico di Pierri, come fosse una tendenza inconscia che ci spinge sempre di più verso questo baratro speculativo solo per assecondare un po delle nostre angosce e paura del tempo che passa…

    Vergognoso!

  • mi sembra impossibile che l’intera nostra societa’ si regga su una montagna di puttanate o truffe del genere , possibile che nessuno denunci pubblicamente queste cose ???

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