L’Io: intervista…

Un'artista pop che racconta il ribellismo..

Con il suo debutto “BonTon”, il cantautore partenopeo (al secolo Flavio Ciotola) decide di farsi portavoce di una generazione di anime stagnanti che faticano a ribellarsi, ad andare contro una società che li massifica e li rende a volte succubi del sistema. Persino dei propri sentimenti

 

– Ciao Flavio e benvenuto! La prima domanda è di rito: chi è L’IO e come si è originato artisticamente?

L’IO è nato in questi ultimi due anni e sono io al 100%. Mi son trovato a vivere a Roma da solo e ho iniziato a pensare in completa solitudine e pensando pensando ho iniziato a scrivere musiche e testi ed è nato L’IO.

 

– “BonTon”: cosa si prova ad aver pubblicato il proprio debutto? 

Quando mi ha contattato la SeaHorse Recordings sono stato felicissimo ed ora quando ho Bon Ton tra le mani sono fiero di me.

 

Come è nato questo lavoro? Qual è stato il momento in cui hai deciso che avresti composto un disco del genere, così privo di filtri e dritto all’osso?

Come dicevo prima, ho “scritto” questo disco che probabilmente avevo in testa da qualche anno così dal nulla. Ho iniziato a registrare i provini senza però attenermi alle regole musicali italiane…ma essendo me stesso al 100%, ed io sono schietto e senza filtri.

 

Il primo singolo è “Spiegami perché mi innamoro sempre delle troie”. Ci parli di tale scelta attraverso un brano dal titolo così esplicito?

Per provocazione. “Spiegami perché mi innamoro sempre delle troie” è una domanda che molte persone si fanno, persone che si innamorano sempre della persona sbagliata… Io e Paolo Messere della Seahorse Recordings abbiamo scelto questo brano come singolo anche per attirare un po’ l’attenzione…

 

Hai utilizzato la plastilina per realizzare il videoclip del singolo, un’idea che ha dato un ulteriore tocco di originalità al prodotto. In questi tempi di omologazione dilagante è importante riuscire a distinguersi..

Non penso che sia importante distinguersi, io penso che sia importante e fondamentale non copiare altri artisti solo perché sono “del momento”…essere se stessi e fregarsene degli schemi è l’unica cosa che conta. Almeno per me. Infatti per il video ho chiamato la SfiammaProduction proprio perché la pensano come me.

 

In passato hai militato in gruppi rock. Perché la svolta solista?

Credo per necessità. 4 anni fa mi sono trasferito a Roma per lavoro, e quindi ho lasciato i miei amici e le bands…mi son trovato solo, non conoscevo nessuno, ma con me ho sempre avuto la mia chitarra. Ho iniziato a scrivere in completa solitudine e man mano che uscivano fuori i brani ho capito che stava per nascere un progetto tutto nuovo per me … L’IO

 

– “BonTon possiede testi davvero notevoli: sanno essere crudi e poetici, attuali e nostalgici, velati e diretti al tempo stesso. È un disco ben suonato ma anche ben “narrato”.. A cosa ti ispiri per la loro stesura?

Mi sono ispirato a quello che sento e vedo ogni giorno, per strada, in metro…Basta osservare ed ascoltare le persone e nascono storie nella mia testa…E poi le storie diventano canzoni.

 

Cosa non ti piace del tuo lavoro di musicista? La cosa per cui ogni tanto vorresti mollare e mandare tutti affanculo..

Magari lavorassi di musica. Purtroppo non è cosi… almeno per ora. Come la maggior parte dei musicisti faccio un altro lavoro non inerente al settore musicale per vivere… Io “amo” suonare… e per me suonare e quindi fare musica non è un lavoro. Quando sento la parola lavoro io penso alla fatica… mentre quando sento la parola musica… io sento “la Vita”.

 

La cosa di cui non puoi invece fare a meno? Quella sensazione che dà senso a tutto quanto e che ripaga di ogni sacrificio e dolore?

Io non posso fare a meno di suonare. Sto bene con me stesso solo quando faccio quello che mi piace e provo gioia e mi emoziono quando suono…è la cosa più bella che c’è…

 

Qual è quel particolare input che ti fa prendere chitarra, carta e penna (o ipad,  monitor, mouse..) spronandoti a comporre un nuovo brano?

Sono un grande “ascoltatore” di persone. Mi piace sentir parlare la gente. Quindi prendo ispirazione da tutte le persone che sento vicino alle mie corde. Poi diciamo che siamo bombardati dalla mattina alla sera di notizie perciò gli input sono tantissimi ma assorbo solo quelli che voglio.

 

Guardandoti indietro nella tua vita di artista ma non solo, qual è stato il più grande errore che hai commesso?

Il mio più grande errore è stato ascoltare troppo gli altri e poco me stesso, ma negli ultimi anni ho capito che se ti fermi e fai parlare il tuo IO…è tutto più semplice.

 

Il futuro de L’IO?

Spero di suonare tantissimo. Fare tanti Live…e poi un secondo disco.

 

– Ci lasceresti i tuoi contatti?

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