“Tutto ciò che non vuoi sapere”, il nuovo album di Roberto Tardito

Fuori il nuovo album del cantautore piemontese frutto della collaborazione con tantissimi musicisti stranieri e della resistenza al difficile anno da cui, ora con nuova musica, si è cercato di scongiurare attraverso sonorità acustiche quanto elettriche

È uscito per l’etichetta Terre Sommerse “Tutto ciò che non vuoi sapere“, nuovo album del cantautore piemontese Roberto Tardito.
Il disco, accompagnato dal singolo omonimo, in una chiave pop d’autore, è espressione dell’anima cantautoriale dell’autore e di una visione moderna delle sonorità, incarnata dagli arrangiamenti bilanciati da dimensione acustica ed elettrica, intima e ricca al tempo stesso di
aperture ed atmosfere corali.
Un album figlio del 2020, un anno di difficoltà, in particolar modo per i musicisti, eppure figlio al tempo stesso della voglia dell’artista di non arrendersi e di far fruttare anche i periodi difficili, che proprio in rottura con il clima di isolamento è riuscito a realizzare il disco con musicisti provenienti da ogni parte del mondo, in particolare dagli Stati Uniti, tra i quali Scott Gravin, Tyler Jewell, Vanja Grastić e Liron Dan.

Ricordiamoci che nel 2007 Tardito ha pubblicato l’album “Controvento”, con cui è entrato, primo italiano, nell’ambito del progetto WE7 ideato da Peter Gabriel. Nel 2008 ha così tenuto una serie di concerti attraverso la piattaforma virtuale Second Life, con 116
date e oltre 45000 spettatori.

Ebbene, questo nuovo album è diviso in due parti: la prima metà, quasi del tutto acustica, lascia posto improvvisamente ad una seconda molto più elettrica ed elettronica, fino ad arrivare ad un finale che è una vera e propria orgia sonora.

Le tematiche nascono dalla sfera introspettiva per espandersi in senso universale: la necessità del cambiamento di “Come figli dei fiori” e “Un quarto di limone” si contrappone alla difficoltà di cambiare per davvero, nella title track e in “Ho ucciso De André“; dall’intolleranza e dalla violenza di “Je suis Charlie?” si passa alla spiritualità di “Il sogno della fiamma azzurra“. Il ritratto d’infanzia di “La strada verso casa” lascia poi spazio alla maturità di “La foglia rossa” e al difficile rapporto con la natura di “La mia ultima canzone d’amore per Ellie“.

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