Anteprima Esclusiva: Intervista ai CaPaBrò per il singolo “Viva La Revolución!”

Intervista e Video in esclusiva dell'istrionica band fatta di musica in un poutpourì di sketch recitati, monologhi, siparietti e scambi di battute con il pubblico, gag tragi-comiche e quant’altro...

Musicanormale” è il disco d’esordio dei marchigiani CaPaBrò, band nata sul palco e con all’attivo oltre 250 live nei suoi primi tre anni di vita. Marcette sghembe, filastrocche surreali, valzer istrionici e canzoni trascinanti stracolme di ironia e condite da intermezzi teatrali, per raccontare la propria visione del mondo e i rapporti umani in modo giocoso e irriverente, con intelligenza e senza prendersi troppo sul serio.

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– Raccontateci un po’ del vostro video: come è nata l’idea dello script? Cosa cercavate di comunicare?

Ciao UkiZero, il video è la trasposizione pedissequa e anche abbastanza didascalica di quanto si sente nel testo della canzone. L’idea è nata insieme ai ragazzi dei Ware en Valse, che hanno poi curato regia e riprese del tutto. Volevamo dare un volto e una precisa caratterizzazione psicologico-emotiva al protagonista del nostro brano e nessuno meglio di “SuperMarket” sembrava poter fare al caso nostro.

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Il brano che ci presentate – “Viva la Revolucion!” – sembra essere molto adatto ai tempi politico-sociali che corrono. Voi credete davvero che si possa fare la “revolucion”?

Ovviamente fare la Revolucion è una cosa d’altri tempi o d’altri luoghi (in cui un colpo di Stato può essere sensato e, a volte, è l’unico modo per riuscire a sopravvivere dignitosamente). Saremmo stupidi a pensare che sarebbe utile fare la Rivoluzione oggi, in un paese di benessere relativo ancora abbastanza alto come l’Italia. Rivoluzione è una parola grande e va usata con parsimonia ed in contesti in cui lo si richiede; per tutto il resto esistono i politici. Certo è che se fai questa domanda a metà degli italiani probabilmente avrai risposta positiva. Ecco, il nostro eroe è tra quelli.

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– È un video corale, in cui recitano diverse persone: è stato facile o meno riuscire a coinvolgerle tutte nel vostro progetto? Avete un aneddoto particolare da raccontarci in merito?

È stato un po’ come fare la Rivoluzione. Il rischio di trovarci a girare (il sabato mattina presto, per motivi di luce) da soli e fare la fine del povero SuperMarket era effettivamente molto molto alto. Grazie però ai numerosi concerti, e alla nostra spontaneità sopra e sotto il palco, siamo riusciti a costruirci un pubblico più o meno giovane che ci segue assiduamente e che sembra avere molto a cuore le nostre vicende, così da poter realizzare questo (secondo noi) piccolo capolavoro.

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Come band, avete alle spalle un’intensa attività live, circa 250 concerti nei vostri primi tre anni di vita se non sbaglio. Credete che attualmente la dimensione live in Italia riesca ad essere adeguatamente valorizzata?

Assolutamente no. Il live, per come lo intendiamo noi (cioè chitarra-basso-batteria) sta andando sempre più scomparendo in favore di forme più attuali di intrattenimento come DJ set e basi+voce, ma non solo in Italia, in generale. I nostri mezzi comunicativi sono obsoleti ed hanno almeno 80 anni di onorata carriera alle spalle ma, ahinoi, sono gli unici che sappiamo usare in maniera credibile e per questo pensiamo di continuare su questa strada fino a che i locali di musica live – e ce ne sono di molto validi in giro – ce lo permetteranno.

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Chiudiamo con un classicone: progetti per il futuro?

Domanda inflazionata, risposta inflazionata: vogliamo vincere il “Festival di Sanremo”.

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Grazie!

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SINOSSI VIDEO:
Un uomo stanco del sistema ma pieno di idee, un rivoluzionario insomma, è pur sempre un uomo. Come tale, deve rapportarsi alla realtà del suo tempo, se non vuole esserne tagliato fuori. Ma come si fa nel 2018 la Rivoluzione? Di sicuro non può essere la stessa che fecero grandi uomini del passato come Gandhi, Martin Luther King o Che Guevara. Ci vuole un metodo rivoluzionario di fare la Rivoluzione. Il nostro eroe (o forse è meglio dire “super-eroe”) ne ha trovato uno che sembra infallibile.

CREDITS VIDEO:
“¡Viva la Revolución!” è il secondo singolo estratto da “MUSICANORMALE” (Labella Dischi, 2018).
Da un’idea di Capabrò e Ware en Valse
Produzione – Ware en Valse
Regia e Montaggio: Nikola Brunelli
DOP e Colorist: Giuseppe Puocci
Attore e Assistente di Produzione: Marco Mondaini
Operatore Steadycam: Gianluca Laugeni
Make Up: Leila Organa Mengoni
Costumi Capabrò: Marina Carbini

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