Feticci a gogò (Part.1)

Una parafilia definita “fase della sessualità perversa”: serve a dominare eventi infantili vissuti come paurosi, eccitanti e incontrollabili, ma...

«Mi lecchi un piede?», «Sì, ma solo se poi mi schiacci i punti neri»

 

Elena di Cioccio mi sta simpatica, il suo tentativo di parlare apertamente di sesso in Tv è lodevole, mi spiace il fatto che “La Mala Educaxxxion” venga trasmesso ad orari improbabili, in giornate a casaccio e, soprattutto, con mix di repliche e puntate nuove che fanno perdere un senso al programma stesso.

Un po’ mi lascia perplesso la scelta di invitare solo gente inequivocabilmente snob, che secondo me (ma son pronto a chiedere scusa se mi sbaglio) inventa una quantità considerevole di cazzate -volevo dire caxxxate, ragazzi con le spalle larghe, giovani donne attraenti e mangiatrici di uomini, signoroni di una certa età belli come Sean Connery (ma quando mai!); insomma, mai un ragazzetto magrolino e impacciato, una ventenne coi brufoli e i rotolini di ciccetta, una signora anziana che non arriva a fine mese, ma ha una vita di esperienze sessuali da raccontare.

In realtà questo articolo doveva parlare d’altro, ma mi sono distratto con la Di Cioccio.

 

Il feticismo è un particolare processo mentale che consiste nel concentrare il proprio desiderio in un unico oggetto, chiamato feticcio; il feticcio può essere una parte del corpo umano (odori e sapori compresi), un oggetto ma anche un particolare contesto. In questo ultimo caso, lo stimolo potrebbe venire da luoghi pubblici o privati, situazioni descritte nei libri o nelle pellicole cinematografiche, che possono essere replicati in giochi di ruolo di coppia o di gruppo.

Dal punto di vista psicologico, un feticismo potrebbe derivare da situazioni infantili nelle quali un bambino ha identificato le persone che lo circondano in alcune singoleporzioni”, come un capezzolo o una mano. Lo scrivo solo per amor di cronaca, anche se sono molto allergico sia alla psicologia che alle definizioni accademiche.

È probabile che sentendo parlare di fetish qualcuno pensi immediatamente all’adorazione dei piedi, alla pratiche sado-masochiste, allo smelling e cose del genere; io, personalmente, non troverei il coraggio di negare quant’è bello per me il piede femminile, quant’è carico di sensualità, quant’è importante nella comunicazione corporale e negli scambi di messaggi sessuali..  il feticismo, però, può svilupparsi in infinite sfumature, e sul web se ne scoprono di nuove continuamente.

Dato che in questo momento non ho niente da fare, a parte digerire la camomilla che ho appena bevuto, mi tuffo e vi trascino nel mondo del New Age Fetish (questa definizione l’ho inventata ora, è mia ed è proprietà intellettuale quindi per usarla dovete prima pagarmi), per conoscere alcune forme di feticismo, ricordandovi che nel sesso tutto è lecito, e i giudizi morali sono banali perdite di tempo.

 

CRUSH FETISH

È il godimento che si prova nel vedere qualcun altro mentre schiaccia un oggetto, una persona o, addirittura, un insetto. Del resto, chi non si masturberebbe guardando una bella ragazza mentre schiaccia una locusta?

Questa passione potrebbe in qualche modo derivare dal feticismo dei piedi, ma è il loro utilizzo che provoca scombussolamenti ormonali e mentali, piuttosto che la loro forma o odore.

Schiacciare la frutta fresca (la pigiatura dell’uva settembrina e le botti di rovere sono stati creati apposta), il viso di un/una schiavetto/a, i testicoli di un masochista (in questi due casi, però, è più corretto parlare di “trampling”) o gusci di noce, sprigiona in alcuni di noi un’eccitazione irrazionale.

La triste e folle deviazione del crush fetish si manifesta nella tortura e uccisione violenta di piccoli animali come roditori, gattini, uccelli di piccola taglia e chi più ne ha più ne metta, azioni che vengono anche filmate e divulgate sul web. Vado un attimo in bagno a vomitare, poi torno a scrivere.

 

UROLAGNIA – UROFILIA – PISSING

I termini Urolagnia e Urofilia indicano una parafilia che, per essere generici, ha per oggetto le urine. Nel particolare, questa attrazione è rivolta all’atto di urinare, e potrebbe includere anche l’assunzione di urina. I dizionari medici non fanno differenze sostanziali fra i due termini, se qualcuno le sa, scriva un commento così ci capiamo qualcosa.

Il Pissing non è un suono emesso per sgridare qualcuno (“pssss.. porca vacca stai zitto!!”) o per rimorchiare (“psss.. pssss.. hey, ma lo sai che sei proprio carina?”), ma è l’atto di urinare sul partner o farsi urinare addosso. In entrambi i casi, la pratica manifesta un’estrema intimità, al pari della condivisione di umori, odori, secrezioni, oltre che emozioni e sensazioni.

Pissing è anche il farsi urinare in faccia, sul corpo o direttamente in bocca; in questo caso il termine più comune con cui se ne parla è “pioggia dorata”.

Quindi, se in un racconto di pirati e caccia al tesoro, il finale vede il protagonista che viene sommerso da una “pioggia dorata”, può voler dire due cose: è diventato ricco, oppure è un campione olimpionico di pissing.

 

FROTTEURISMO

Se questa definizione ci è sconosciuta, il suo significato è chiaro da tutti: eccitazione provocata dallo sfregamento dei propri genitali su persone non conosciute e, soprattutto, non consenzienti.

Ho vissuto a Milano per quasi tutta la mia vita, il che vuol dire conoscere la realtà dei mezzi pubblici.

Oltre alle signore bastarde che ti tirano gomitate per rubare l’unico posto libero, ci sono centinaia di uomini viscidi che girano tutto il giorno in pullman per appoggiare il proprio pene (cazzo, pacco, asta, verga) su giovani donne, e lo fanno con circospezione. Puntano una studentessa, una giovane donna -il feticcio, si avvicinano fingendo di dover timbrare il biglietto, si tengono ad una sbarra e approfittano delle oscillazioni del pullman (o della metrò) per appoggiarsi lentamente sul loro culo. Tal volta si tratta di piccole bottarelle, altre volte sono lente e continue spinte, che determinano l’erezione del feticista e la nausea della signorina di turno.

Se lei s’incazza, il feticista rischia un orgasmo fulminante.

 

SIDERODROMOFILIA

Il mio feticismo preferito: essere eccitati dai treni.

Mettersi seduti vicino ad una ferrovia, magari sdraiati sul bordo erboso delle rotaie, attendere il passaggio del feticcio d’acciaio e masturbarsi selvaggiamente al suono dei vagoni in folle corsa, rapiti dall’estasi ormonale. Con grande sollazzo dei viaggiatori al finestrino, aggiungerei.

Celebre citazione è il film “Vedo Nudo” (di Dino Risi)  in cui lo spassosissimo Nino Manfredi interpreta un uomo che prova piacere sdraiandosi fra i binari di un treno, e fuma una sigaretta di soddisfazione dopo il suo passaggio.

Anche io ci ho provato con un Freccia Rossa però, purtroppo, appena ha capito che faccio parte della fascia medio-povera dei cittadini, ha frenato, è sceso dai binari e mi ha superato passando per il prato.

 

BRONTOFILIA

Questa è proprio forte: essere eccitati dai temporali; già immagino i titoli dei giornali se si divulgasse a livello nazionale questo feticismo:
– Maggio 2014: Italia devastata dai temporali
– Marzo 2015: registrato record nazionale di nascite negli ultimi due mesi.

Ancora una volta il cinema ci rende un esempio fantastico di questo piacere: mi riferisco ai coniugi Addams che al suono dei tuoni, in ricordo della prima notte di nozze, si promettevano prestazioni sessuali sfavillanti. Cosa c’è di più sexy della stupenda Carolyn Jones (Morticia) che si dona in una notte tempestosa?

 

FOBOLAGNIA

Le persone che sono travolte da questo tipo di feticismo riescono ad eccitarsi solo in situazioni pericolose, per sé o per il partner.

Un ragazzo ed una ragazza che si conoscono appena (o due ragazzi, due ragazze) si trovano in ascensore, si salutano con un mezzo sorriso, chiacchierano del più e del meno poi, ad un certo punto, accade qualcosa di terribile: l’ascensore si blocca, si spengono le luci e parte la sirena d’allarme.
I due sono colti improvvisamente da raptus amoroso e si saltano addosso, baci, toccate, un pene si gonfia come un pallone, una vagina si bagna e si apre come una rosa, accade il patatrac e… che succede?
L’allarme non suona più?!
Ma porc…. non c’è più pericolo! E ora?
Il pene si sgonfia, la vagina si secca improvvisamente e c’è grande tristezza nell’ascensore. Poi, il miracolo: una delle tre corde d’acciaio che tengono la cabina si spezza e l’ascensore si piega, i due si riaccendono, e finalmente avviene la penetrazione:
La corda cigola.. «Ahh… Siii!!! Scopami! Scopami!».
La cabina dondola.. «Siii! Dimmi che sei la mia Miss Piggy!».
Si stacca la seconda corda.. «Uuuuhhhh… Siiii!!! Li! Li! Li! Li.. Girami, girami! Si! Si! Si!!!».
Si stacca la terza corda e l’ascensore comincia a cadere.. «Siiii!!! Ti vengo adossoooooo!!! Aaaaahhhhh!!!».

L’ascensore si schianta a terra, si disintegra, i due muoiono sul colpo e i loro cadaveri vengono trovati devastati, ma con un inequivocabile sorriso stampato sul volto.

Per fortuna, io sono claustrofobico.

Roberto D’Izzia

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Queste sono le fonti da cui ho preso ispirazione:
http://www.dizionario-medico.com
http://www.iltuopsicologo.it/feticismo.asp
http://spazioinwind.libero.it/mycrossofworld/StranoMaVero/Dizionario%20delle%20perversioni.htm
http://www.psicoaiuto24online.it/blog/parafilie/
Esperienze personali.

 

> “FETICCI A GOGÒ” (Part.2) <

 > “FETICCI A GOGÒ” (Part.3) <

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