Barcellona, i Cannabis Club e il fumare in santa pace

Dove la Canapa è illegale ma anche un po' no..

Ho vissuto a Barcellona, ne ho assaporato il delizioso gusto e ora sono qui a raccontarvi qualcosa.

So già cosa state pensando: la città della movida, dei monumenti, del turismo, del grande fermento culturale e musicale. Ma non solo. È anche la città nella quale è permesso il consumo di marijuana.

Ma cerchiamo di proseguire con ordine e partiamo dal basilare assunto per il quale in tutta la Spagna fumarsi una canna non è illecito, almeno se fatto in casa o nei Cannabis Social Club. Prima di tutto è perfettamente legale che ogni persona abbia in casa alcune piante destinate al consumo personale; infatti nei cortili e nei balconi è estremamente facile intravedere piante di marijuana.

Ma cosa sono precisamente i Cannabis Social Club? I Cannabis Social Club sono abbastanza simili ai famosi Coffee Shop olandesi, pur con qualche differenza. Nel momento in cui ci si iscrive a queste associazioni si cede il proprio diritto a piantare. Sono circoli privati nei quali si riuniscono fumatori di cannabis i quali delegano qualcun altro che la coltivi per tutti ma solo per uso personale. Si tratta dunque di locali privati ma accedere non è poi così difficile: è sufficiente essere raccomandati da qualcuno che sia già socio, compilare un modulo d’iscrizione nel quale tra le altre cose si dichiara quanti grammi si preleveranno al mese (fino a un massimo di 80 grammi) e pagare una quota d’iscrizione annuale che si aggira normalmente intorno ai venti euro. Un requisito fondamentale è quello dell’età: in genere la minima richiesta è di 21. Le entrate, trattandosi di circoli privati, non sono mai troppo visibili e per poter accedere è necessario mostrare il proprio tesserino al videocitofono. Si può ovviamente scegliere tra diverse varietà di erba, dove la più economica costa approssimativamente 5 euro e 60 (comunque tutta roba di alta qualità!), e spesso si trova anche del buon fumo.

La Polizia è abbastanza tollerante, ossia: non aspetta i soci agli angoli delle strade vicine ai Cannabis Social Club –cosa che probabilmente in Italia succederebbe. Anzi, è proprio la polizia a consigliarvi l’iscrizione a questo tipo di circoli nel caso in cui vi colga in flagrante. In questi circoli si può consumare o semplicemente “ritirare”, ma difficilmente vi fermeranno senza ragione per una perquisizione; a meno che non vi becchino nell’atto di rollare o di fumare in pubblico.

 

A Barcellona questi interessanti circoli sono spuntati come funghi. Nel solo centro ve ne sono circa settanta. Circoli nei quali si può fumare, ascoltare musica, navigare su internet, passare il tempo in compagnia con qualche gioco di società, leggere, mangiare o bere qualcosa. Ma quanto bello sarebbe se ci fossero pure in Italia?

Insomma, la legge spagnola considera illegale la vendita di Cannabis ma lascia aperta una laguna che permette di consumare erba in luoghi privati. Nei Cannabis Club si coltiva la marijuana che è necessaria ai soci del club per uso esclusivamente personale, in un’ottica di promozione della legalizzazione e di boicottaggio dei traffici di droghe leggere, finora monopolio delle criminalità organizzate. Chissà cosa ne pensa il caro Giovanardi!

Ma la vera domanda è: perché diamine sono tornata in Italia?

Francesca Pani

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