Antò, fa caldo..

Armi di distrazione di massa

Smaltita la sbornia degli Europei di calcio (come c’ha detto male!!!), si torna a parlare di temi di più scottante attualità.

Ansanti e sudati veniamo informati che fa caldo, ohibò, che sia estate!?! In tutte le televisioni nazionali abbondano non solo il riso degli stolti, ma soprattutto i servizi (non ce li fa solo il governo) che riguardano il grande caldo, che arriva dopo il grande freddo.

E così veniamo edotti sul fatto che, dopo Scipione l’africano è arrivato Caronte per traghettare tutti noi, anime dannate dal dannato caldo, verso l’approdo infernale dove Minosse penserà a smistarci nei vari gironi. Io mi prenoto per quello degli iracondi.

Seguono poi interviste a professori con tanto di camice bianco che ci invitano a bere tanta acqua -acciderbole, non ci avevo pensato! Ecco cos’era quel non so che di disagio, quella strana arsura in gola! Non erano le parolacce che gorgogliano vogliose di esprimersi ad ogni invenzione tecnica dei tecnici, no, era, mirabile dictu, sete! Guardo languidamente il mio bicchiere di vino rosso (rigorosamente a temperatura ambiente, quindi intorno ai 30°) e mi attacco alla cannella dell’acqua, che a quella del gas già ci sto da parecchio. Il professorone di turno ci spiega poi che bisogna mangiare leggero… ecchecavolo, e mò che ne faccio dei bucatini all’amatriciana e del cotechino con le lenticchie che accompagnavano il mio vino rosso? Poi, sempre lui, il depositario della scienza, ci racconta che ci si deve vestire con abiti freschi -e io che stamattina sono uscita con la giacca di lana!

A ruota, poi, arrivano le impressioni a caldo (manco a dirlo) dei bagnanti giulivi che affollano le patrie coste. Tra un tuffo e l’altro veniamo informati di quanto si sta bene sulla riva del mare, e quanto non si invidiano quelli che nelle città arrancano sui marciapiedi disciolti. Peccato che moltissimi saranno quelli che quest’anno le spiagge le vedranno col binocolo, se gli è rimasto qualche euro per comprarselo, oppure che si armeranno di tavolino, sedioline pieghevoli e portapranzo con gli spaghetti, caricheranno anche la nonna -“tira su le gambe tira giù le gambe, io gliele taglierei, quelle gambe!”- prendendo possesso di un lembo di spiaggia libera, al modico costo di una cinquantina di euro di carburante, tra andata e ritorno, e al costo non meno esoso di un paio d’ore di fila ad andare e un’altro paio a tornare. Si godranno una giornata di sole, tra una palettata di sabbia lanciata dal bimbo tanto bellino dei vicini di disgrazia… ops, di ombrellone, e un simpatico gavettone che arriva sulla pancia proprio mentre si fa la pennichella dopo il lauto pranzo.

Così, mentre tutti ci si sollazza al mare a mostrar’ le chiappe chiare, non ci si sofferma nemmeno un nanosecondo sulla stranezza di questo inizio d’estate affannata di caldo inusuale: su Facebook si continua a cazzeggiare come sempre macerandosi nell’indignazione che più sterile nemmeno una ottuagenaria vergine figlia unica di madre vedova.. Si continuano a postare forsennatamente frasi “fatte” più di un drogato in astinenza da metadone e nemmeno per un attimo si tira su la faccia dalla tastiera, ma solo su col naso, e con gli occhiali da sole cinesi si guarda a malapena (con male e pena) davanti, come con i paraocchi asinini. Perché, se ci si prendesse la briga di bearci della vista di questo bel cielo blu, si noterebbero delle strisce bianche (gratis) che lo attraversano, che formano spesso dei reticolati tanto che viene voglia di giocare a tris… il cerchio lo metto a destra, tu dove metti la croce? In croce vengono messi invece quegli idioti complottisti che ci vengono a raccontare che quella non è condensa degli aerei, quelle sono scie chimiche frutto di esperimenti militari segreti, che la condensa si forma solo al di sopra degli 8000 metri, e ancora che la condensa evapora, scompare dopo pochi istanti, al massimo un paio di minuti, e non perdura per ore, come invece molto, troppo spesso succede.

E mentre molti si macerano in questi dubbi, e altri si rotolano nella sabbia come maiali nel letame, i tecnici plurilaureati e pluristipendiati affilano i cetrioli varando la spendig rewue (scusate ma sono italiana e ‘sti termini inglesi mi restano indigesti). E che cacchio è? È quella manovrina per cui si dovrebbe risparmiare sulle spese eccessive di uno Stato che costa più della famiglia reale d’Inghilterra, più degli interi Stati Uniti, più… più. Troppo. Così, tomi tomi cacchi cacchi, tagliano, ad esempio, sugli sprechi che si perpetrano nella sanità, Evvai!! Finalmente verranno perseguiti quelli che a suon di mazzette favoriscono fornitori o case farmaceutiche, solo per dirne una. No? No, si tagliano i posti letto. Occhio, che se dovete stare male pregate che sia solo un raffreddore, un’indigestione che passa col bicarbonato, e dio solo sa quanto ce ne vorrebbe, per digerire tutta ‘sta massa di indigesti professori e i “Bocconi” avvelenati della loro sbocconcellata università!

Ma via, è estate! Non facciamoci rovinare il sogno di una vacanza, che tanto sogno resta, non cerchiamo temporali laddove splende il sole (quello dell’avvenire è defunto da tempo e  per vari motivi, non ultimo per il fatto che l’avvenire non c’è più, a mala pena c’è uno striminzito presente costellato d’affanni e debiti).

Portiamo il cervello a fare una bella gita, che in vacanza ci sta tutto l’anno, e tuffiamoci nel mare celeste del gossip, che fa più chic dell’italiano “pettegolezzo”, ritempriamoci con una sana lettura. Per esempio: lo sapete che Belen non ha una sola farfallina? La seconda ce la mostra nelle foto di un giornale, documentiamoci, così sapremo di cosa parlare con l’incolto vicino d’ombrellone, quello del figlio che si diverte a rompere i coglioni lanciando sabbia.

E poi sicuramente ci sarà qualche stella del cinema o della tivù incinta, o si potrebbe parlare del decantato culo secco di Pippa Middleton, che tanto giusto quelle ci sono rimaste gratis: le pippe. E, come recita una nota canzoncina romanesca, inno di tutti quelli che portano quotidianamente il cervello all’ammasso, ma che ce frega, ma che ce importa, se ci stanno gli esodati, ma che ce frega ma che ce importa, se il Grande Tecnico ha fatto pippa (ecco che torna) davanti all’intransigenza della gran culo tedesca, e che ce frega e che ce importa, se lo spread è pilotato per dirigersi sempre verso il deretano dei paesi che devono stare muti e obbedire, se è una presa per il culo (quando ce vò ce vò) come quella che finito il Grande Nano sarebbe sparito anche quello spauracchio. Ma che ce frega, ma che ce importa: ciucciamoci questa estate fino all’ultima cicala e andassero a farsi fottere le formiche, che tanto poi molto presto sarà inverno e allora sì che saranno uccelli per diabetici, se ci deluderanno pure i Maja e decideranno che non vale nemmeno la pena di far finire questo mondo che tanto a finirsi ci pensa da sé.

Tutti al mare e chiappe al vento! Ma occhio ai cetrioli!

Stefania Giacarelli

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