Victoria and the Winemakers: intervista alla band pop-soul pugliese

Dopo centinaia di palchi e quasi dieci anni di attività, arriva il tanto atteso EP di inediti: "I’m into that"

Un ep che è un diario: il diario di una giovane donna, forte e indipendente, che si conosce nel profondo e che dà tutta sé stessa in ogni situazione che la vita le pone davanti, facile o difficile che sia, sempre con un pizzico di ironia. È un disco pop ma profondamente rock nelle intenzioni e soul nell’anima. I Victoria and The Winemakers nascono nel 2011 dall’incontro di Vittoria Impedovo (Voce), Alessandro Accardi (Chitarra), Antonio Vinci (Tastiere), Mino Petruzzelli (Batteria). Quattro musicisti con lo stesso mood decidono di puntare su un nuovo progetto artistico che attualizzi tutte le sonorità blues, soul e pop che hanno contraddistinto il loro background.

Volete raccontarci come nasce il vostro EP “I’m Into that”? E’ un disco nato in poco tempo o ha richiesto una lunga gestazione?

Effettivamente c’era chi aspettava il nostro disco già qualche anno fa… In realtà avevamo sempre qualcosa da aggiungere o togliere ai nostri brani, così abbiamo aspettato, dovevamo essere sicuri di dire qualcosa con la nostra musica… ora ci siamo!

Voi dite che “‘I’m into that” è “il diario di una giovane donna, forte e indipendente”. I brani sono autobiografici o sono frutto della vostra fantasia?

Mmm.. c’è sempre un po’ di nostro nei testi, nelle storie, a voi decidere quale di queste è vera o inventata! Odio la banalità e anche le frasi scontate e patetiche, così come nella vita reale, quindi che il testo sia scritto da me o da Alessandro, il chitarrista, deve rappresentarmi molto. Adoro chi sa ridere delle proprie disgrazie e nei testi c’è sempre dell’ironia nel parlare di amore, amici, famiglia.

Il vostri brani sono scritti tutti in inglese, pur essendo voi italiani e attualmente inseriti in un mercato italiano. Qual è il motivo di questa scelta?

Il nostro sogno è quello di poter calcare palchi sia in Italia ma anche e soprattutto all’estero, quindi la lingua inglese sicuramente te lo permette più facilmente… però ammetto che mi sento più a mio agio quando canto in inglese, sto ancora capendone il motivo io stessa.

Quali artisti e quali generi hanno influenzato la vostra musica e il vostro sound?

Le influenze sono tantissime, dalla black music al rock anni 70, al pop degli anni ‘90, al jazz. Il nostro ascolto è sempre a 360 gradi, credo che si percepisca anche ascoltando il nostro album. Per fortuna non siamo mai stati super fan di nessun artista in particolare perché spesso quando ami troppo un musicista o un cantante inevitabilmente finisci per copiarlo e il risultato non è mai positivo. Però abbiamo sempre ammirato artisti come Jeff Buckley, Sting, Radiohead giusto per citarne alcuni.

La vostra band è composta da musicisti con diversissime età ed esperienze musicali. Come fate a creare la giusta amalgama?

Si abbiamo età differenti ma a dir la verità non l’ho mai percepita artisticamente questa differenza. Abbiamo tutti dei caratteri molto particolari ma ci conosciamo da tanti anni ormai e sappiamo come gestire le nostre divergenze. Siamo tutti ancora ragazzini nella nostra testa e questo ci porta a lavorare sempre con entusiasmo!

Quali sono i prossimi progetti in cantiere?

Partire in Tour… E ci stiamo lavorando! A brevissimo novità sul nostro sito e sui nostri Socials.

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