Vendunt Vitae: Yahweh ed i popoli di Dio – Uki/Yahweh (Part. 2)

Quale rapporto tra religioni e schiavitù finanziaria? L'origine di una tale forma di "obbligo" e le visioni umane..

Il debito divino: l’origine ecclesiale del “debito pubblico” e lo sfondo socio-politico del neoliberismo.
Un viaggio alla scoperta dell’origine del male che affligge i popoli, attraverso le pieghe del tempo e dello spazio, alla ricerca della consapevolezza. La finanza ed il debito hanno convertito l’uomo in uno zombie, uno schiavo ormai inconsapevole. Trovare l’origine di questo male potrebbe fornire una soluzione, un antidoto

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È forse qui che devo cercare?
Se l’origine degli eventi negativi fosse l’origine stessa? L’universo, del resto, ci ha dato tutto quello che possiamo immaginare ed anche ciò che non possiamo immaginare. La differenza, se c’è, tra bene e male è dunque solo un punto di vista e solo la mente imparziale dell’essere umano può vederne e percepirne gli elementi distintivi.

Uki riprende il suo viaggio e nel profondo, nell’oscurità della mente, ritrova un pertugio. Non sapendo esattamente chi o cosa cercare prova ad immaginare la figura di un dio, un dio scaltro, un dio astuto ed arrogante.
Il viaggio continua attraverso i canali dello spazio tempo, attraverso le magie dell’entanglement quantistico, poi tutto si ferma, esattamente come la volta precedente. Ora però Uki si trova in una stanza completamente bianca, priva di finestre, priva di porte. La luce nella stanza è accecante, ma non vi è una fonte precisa, proviene da tutte le direzioni e da nessuna.

L’incontro

Una voce all’improvviso:
«Chi sei tu?»
«Chi sei tu?»
«Chi sei tu?»
«Ti ha mandato lui?»
Voltandosi Uki si trovò a guardare dritto negli occhi una figura umanoide, dalla pelle chiara, lo sguardo fisso, i capelli lunghi e radi, biondi, rossicci…
«Io sono Uki, tu, piuttosto, tu chi sei?».
Lo strano individuo con non poca agitazione rispose:
«Io Sono quello che Sono»
«Io Sono quello che Sono»
«Io Sono quello che Sono»
Ed ancora: «Me l’ha detto lui, è stato lui a dirlo. Ti ha mandato lui?».
«Lui chi?»
Ed il bianco umanoide:
«Lui!»
«Lui!»
«Mosè»
Allora ad Uki fu chiaro.

Quello strano individuo era Yahweh, o Geova o Dio, ma non era certo così che l’aveva immaginato. Più che un dio sembrava essere un individuo impazzito… E quella stanza sembrava quasi una prigione.
UKI: «Non mi ha mandato Mosè, ho deciso io di cercarti».
Yahweh si accuciò, con il volto rivolto verso un angolo della stanza.
YAHWEH: «E perché mai tu hai deciso di cercare me?».
UKI: «Perché tu sei un dio ed io voglio delle risposte, voglio conoscere l’origine del male che strangola i popoli e provoca sofferenza. Tu sei Yahweh, il dio degli eserciti, il dio della montagna».
YAHWEH: «Io sono quello che sono e non sono nessuno, io sono solo quello che in molti hanno voluto che io fossi».
UKI: «Non credo di capirti, dio della montagna».
YAHWEH: «Tu non puoi capire, non puoi sapere cosa significhi essere intrappolato qua dentro, qui nella mente di quel pazzo».
UKI: «Mosè?».
YAHWEH: «Si, Mosè, si, proprio lui, il liberatore di popoli, l’eletto, il figlio dell’Egitto». Ed ancora: «Se davvero fossi un dio credi che mi avresti trovato qui in questa stanza? Credi che mi avresti trovato così, in queste condizioni?».
UKI: «Continuo a non seguirti, dio degli eserciti, potente Yahweh».
YAHWEH: «Non capisci perché non vuoi capire; “Io Sono chi Sono”, ‘sono quello che sono’ ogni volta che loro invocano il mio nome per saziare i loro bisogni, i loro desideri, per redimersi, per ripulire la loro coscienza dalle loro malefatte».
UKI: «Intendi dire che esisti solo perché cercano te nel momento del bisogno».
YAHWEH: «Intendo dire che Mosè aveva brama di ricreare un nuovo modo spirituale, una brama incontrollabile, tanto da auto convincersi di parlare con un dio. La sua sete era talmente grande che in molti hanno iniziato a credere a quello che lui raccontava ed eccomi qui, in questa stanza, dopo essere stato usato per secoli, dopo che il mio nome è stato utilizzato per battaglie, guerre, profitto, eccomi qui, in questa stanza, nella sua mente, chiuso qui come una belva».
UKI: «Dio della montagna, io sto cercando l’origine del male, dunque l’origine del debito. Tu hai pronunciato ai sacerdoti del tuo popolo queste parole: “Voi non riceverete mai denaro in prestito dalle nazioni, bensì presterete denaro alle nazioni, poiché chi presta denaro è padrone e chi riceve denaro in prestito è schiavo”».
Yahweh scoppiò in una risata isterica:
YAHWEH: «Caro giovane stolto, con la faccia da luna, non capisci o non vuoi capire? Non sono stato io a pronunciare quelle parole, io neppure esisto, se non nella testa di chi ha voluto usare il mio nome per i propri sporchi fini».
UKI: «Come puoi dire di non esistere, io sono qui e ti vedo, di fronte a me».
YAHWEH: «Anche io ti vedo eppure io non esisto. Tu mi vedi perché è proprio me che stai cercando, ed il fatto che tu mi veda così diverso da come mi avevi immaginato è perché io non ho un’immagine, se non quella che chi mi cerca vuole vedere. Tu stavi cercando l’origine del male, qualcosa di marcio, ed eccomi qui».

Uki era confuso; stava cercando qualcosa di tangibile? Aveva trovato la proiezione mentale di Mosè? Stava realmente parlando con un dio? E, in effetti, cos’era allora un dio?
YAHWEH: «Cosa ti aspettavi di trovare? Pensavi forse di trovarti d’innanzi ad un guerriero seduto su un trono d’oro? Sono stato guerriero, misericordioso, feroce, amorevole, amato, odiato, testardo, ragionevole, assassino e salvatore, martire e giustiziere, sono stato tutto ciò che hanno voluto che fossi per loro, sono tutto e non sono niente, sono quello che sono, ma soprattutto: Sono quello che faccio!». Ed ancora: «Io non ho mai pronunciato quelle parole, poiché io non posso pronunciare parole che non provengano da qualcun altro. Con chi pensi di parlare, Uki?».

Improvvisamente l’immagine di Yahweh cambiò ed Uki vide formarsi lentamente, d’innanzi a sé, un’essere identico, tale quale a lui… Il corpo da cyborg, la faccia da luna, l’unica cosa rimastagli naturale.
Allora il cyborg iniziò a parlare:
«Chi sei?»
«Chi sei?»
«Chi sei?»
Ed ancora: «Mi hai mandato tu?»
«Mi hai mandato tu?»..

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Continua…

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Leonardo Pierri

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7 Comments

  • Il Daemon interiore…. direbbe Uki!
    Smontata la visione sia ufficiale che complottista di Yahweh, compresa la storiaccia del debito. Geniale questa sua rappresentazione…… complimenti sinceri a Leonardo Pierri ….. illuminante !!!!

  • Yahweh è il Dio il cui nome è stato usato per motivare le nostre peggiori pulsioni negative . Motivo per le guerre sante e per lo sfruttamento dei deboli . Alla faccia di Biglino! :)))

  • Dietro l io sono e l io sono quel che faccio c’ e’ il senso vero di Dio. E’ nella nostra mente , parla di cio’ che ci terrorizza, trova soluzioni appartenenti ai potenti
    Il debito e’ stata quindi l’organizzazione sociale della civiltà monoteistica
    Davvero interessante!
    Grande Pierri !!!

  • Ma che dite! Interessantissimo il dialogo ma nella Bibbia sono descritti fatti veri per il significato letterale
    Il debito è una prescrizione divina per il popolo eletto. Maledetti sionisti!!!

  • Il debito e la moneta privata sono gli strumenti di controllo della razza legata agli elohim…. siamo loro schiavi da sempre, altroché

  • BIGLINO CI HA RIVINATO A TUTTI
    QUESTA INVECE È LA TEORIA DI UKI CHE QUI PIERRI A SOSTENUTO IN MODO A DIR POCO BRILLANTE . LA TERZA PARTE SUL TEMPO E’ ILLUMINANTE
    AVANTI COSI’

  • in realtà,la cancellazione del debito, sarebbe un operazione contabile di estrema semplicità! anche perché,la massa di denaro”vero”in circolazione,é estremamente esigua!ma la mente umana, non é assolutamente preparata ad accettare di cambiare davvero le cose,per la paura intrinseca,di perdere chissà cosa e di trovarsi senza qualcuno in giacca e cravatta,che dia ordini da eseguire, per avere la coscienza”a posto”e ricevere un misero tozzo di pane!
    “Dio”siamo tutti noi,ma ci si aspetta sempre quel tizio con la barba,che… prima o poi arriverà e…”sistemerà”ogni cosa!
    poveri noi!
    auguri!

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