Vasco Rossi: Esserci o niente

Considerazioni post annuncio shock

«…finché eravamo giovani
era tutta un’altra cosa
chissà perché? …Chissà perché.
Forse eravamo “stupidi”
però adesso siamo cosa…
che cosa.. che… che cosa se…
Quella voglia, la voglia di vivere
quella voglia che c’era allora…
chissà dov’è… chissà dov’è…»

Vasco Rossi, primo fra tutti sul Parnasso degli intoccabili, qualche giorno fa ha annunciato il suo ritiro dalle scene. Una decisione motivata dalla sua veneranda età che arriva subito dopo le critiche mosse a Luciano Ligabue, in realtà mai confermate, e le polemiche generate dalle dichiarazioni di Marco Morgan Castoldi.

Allora. Adesso io mi chiedo e Vi chiedo:

E’ giusto o no, dopo aver mietuto successi per decenni, ad un certo punto staccare?

In attesa delle Vostre considerazioni mi permetto di aggiungere le mie.

Inutile dire che Vasco Rossi non ha certo bisogno di presentazioni, tutti sanno quanto la sua storia personale ed artistica abbiano influito sulla nostra cultura in questi anni. Quanto grande sia stato e sia il suo peso da un punto di vista economico per la discografia. Certo parliamo di un’artista che non lascia eredi capaci di calamitare così tanta attenzione e certo è che nessuno sarà in grado di replicare in maniera così duratura il successo ottenuto dal suddetto.

Però, a me pare, che dietro queste motivazioni si nasconda una sorta di nostalgia per quello che è stato, una nostalgia potenziata dalla mancanza di figure in grado di attirare, tanto quanto il Signor Rossi, la nostra attenzioni. Personaggi in grado di confondere la propria vita con l’arte fino a diventare il perfetto simulacro della stessa, fino a rappresentarla oserei dire fisicamente, fino al limite estremo, in modo tale che siano le opere ad vere bisogno dell’artista e non il contrario.

 

«…vivere
anche se sei morto dentro,
vivere
e devi essere sempre contento,
vivere
è come un comandamento
vivere…o sopravvivere…
senza perdersi d’animo mai
e combattere e lottare contro tutto contro…»

Piero Maironi

 

 

 

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