“The Beatles vs The Rolling Stones”: intervista a Rudy Rotta

Torna il celebre bluesman italiano, che ha condiviso il palco e collaborato con mostri sacri del genere di B.B King, John Mayall, Robben Ford, Brian Auger e Etta James
Il celebre bluesman italiano, che ha condiviso il palco e collaborato con mostri sacri del genere rivisita e confronta, con il suo inconfondibile stile, alcune tra le pietre miliari delle due leggendarie band; il disco sarà presentato ufficialmente a Soiano del Lago, in provincia di Brescia, il 24 luglio.
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A cinquant’anni dal primo disco degli Stones e dallo sbarco in America di entrambe le band, Rudy Rotta realizza “The Beatles vs The Rolling Stones”, un prezioso album che raccoglie e mette a confronto la musica, la storia e la rivalità vera o presunta fra le due iconiche band che più hanno smosso e rivoluzionato la noiosa tranquillità musicale che le aveva precedute.

Un’idea che nasce come atto d’amore (e devozione) verso questi “giganti” della musica rock, dei quali Rudy Rotta interpreta alcune delle canzoni più belle, sviluppando con originalità il tema di due di esse in un unico brano, il tutto arrangiato e riproposto con personale lettura e sensibilità. Un messaggio non solo stimolante ma anche di sfida a quanti ancora oggi concepiscono e delineano la loro carriera nella veste di puri replicanti, senza saper dare alla loro musica quel tocco di personalità e originalità che dovrebbe essere insito in ogni artista.

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Biografia

Nato a Villadossola, in Piemonte nel 1950, Rudy Rotta si trasferisce con la famiglia a Lucerna, in Svizzera; qui all’età di 14 anni comincia a suonare la chitarra. A quarant’anni compie una scelta di vita e di cuore, certamente meno di “interesse”: vende l’azienda e si dedica interamente alla musica, quella che piace a lui. Si esibisce quasi esclusivamente all’estero, scalando man mano l’olimpo mondiale del blues ed instaurando una serie di collaborazioni con mostri sacri del calibro di B.B. King, John Mayall, Etta James, Brian Auger, Taj Mahal, solo per fare alcuni nomi.

Vanta ben cinque partecipazioni al Montreux Jazz Festival, due delle quali come ospite di B.B. King, la partecipazione alla crociera “Mississippi Boat celebrating B.B. King”; quella nel 1997 al Kansas City Blues Festival con Al Green, Taj Mahal, Brian Seltzer in cui viene incoronato “Europe’s Top Act”, ovvero massimo referente del blues europeo; la presenza al Premio Tenco con Lowell Fulson e la consegna di ben due Fender Stratocaster “Rudy Rotta Signature”, rispettivamente nel 1994 e nel 2002. Dopo gli album “Some Of My Favorite Songs” del 2004 e “Winds Of Louisiana” del 2006 con il fior fiore dei musicisti americani, la partecipazione nel 2013 a Roxy Bar con Red Ronnie e dopo avere ospitato sul palco nell’Ottobre 2013 il grande Larry Carlton “Mr. 335”, Rudy Rotta fa ora ritorno con “The Beatles vs The Rolling Stones”, il suo personale tributo alle due mitiche band britanniche.

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Intervista

Ciao Rudy, molto piacere di incontrarti. Raccontaci come avviene la genesi del tuo ultimo disco e cosa hai provato nel reinterpretare brani storici della cultura mondiale di tantissime nazioni..
Una grande passione che risale alla mia infanzia, quando i miei genitori mi regalarono la prima chitarra, una Hoefner acustica. Neanche il tempo di cominciare a strimpellarla ed ecco che spuntano i Fab Four e subito dopo gli Stones, il resto è storia…Avevo già registrato Beatles In Blues molto tempo fa ed ora, per il 50esimo anniversario delle due band, ho pensato di togliermi questa soddisfazione.

 

Quali sono i dischi e le epoche di Beatles e Rolling Stones che preferisci, quelli ai quali sei più affezionato?
Dei Beatles mi piace tutto, certo da Hard Day’s Night in poi hanno veramente lasciato tutti a bocca aperta sconvolgendo il mondo musicale e non, mentre per quanto riguarda i Rolling Stones direi senz’altro il periodo con Brian Jones, che ritengo essere stato quello più originale. Ovviamente anche dopo l’uscita di Brian hanno continuato ad altissimi livelli ma personalmente preferisco il primo periodo.

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Ti va di parlarci delle collaborazioni presenti in “The Beatles vs The Rolling Stones”? Quintorigo, Ernesttico, Gnu Quartet…
Tutto è avvenuto in modo molto naturale, ho dato loro carta bianca per gli arrangiamenti chiedendo solo di stare su arrangiamenti “tradizionali”. Sono entusiasta del lavoro fatto dai Quintorigo e Gnu Quartet, mi emoziono ogni volta che ascolto i brani in questione. Ad Ernesticco invece ho chiesto di non dare alle percussioni un sapore troppo latino…..

 

Hai condiviso lo studio e il palco con alcuni tra i più grandi musicisti blues, e non solo, del mondo (tra cui B.B King, Brain Auger e John Mayall). Ce n’è uno in particolare che si eleva al di sopra degli altri? Ci racconteresti un aneddoto che ti è rimasto impresso?
Ognuno dei grandi musicisti che ho conosciuto nella mia carriera mi ha dato grandi emozioni, non vorrei fare un distinguo nel citarne uno piuttosto che un altro. Queste esperienze mi sono servite per capire che la musica va sempre affrontata con grande umiltà se vuoi raggiungere i risultati che ti sei prefisso.

 

Se penso a chitarristi/cantanti come Steve Lukater, Ritchie Sambora… intravedo lo stesso tocco, la stessa “mazzata” sia quando cantano che quando toccano il loro strumento: l’approccio vocale e chitarristico di un musicista è sempre connesso secondo te o sto dicendo un’eresia?
No, stai dicendo la pura verità, sono d’accordissimo con te.

 

Molti sono stati i musicisti che ti hanno accompagnato sul palco nel corso di questi anni: che caratteristiche deve avere un membro della tua band? Ci sono delle pregorative particolari?
Certamente, devono conoscere il linguaggio della mia musica, conoscere dunque quelle che sono state le mie influenze musicali, solo in questo modo si riesce a raggiungere quel sound che io ho nella mia mente quando compongo un brano nuovo. Esigo grande professionalità, puntualità, niente alcol e niente droghe!! Credo di dare molto spazio ai miei musicisti, i quali hanno la grande opportunità di poter suonare ogni sera in modo diverso pur rispettando le regole.

 

Nella tracklist spicca un unico brano in italiano (“Con le Mie Lacrime” – cover della cover di “As Tears Go By” degli Stones). Che ricordo hai di quando è uscita questa splendida canzone e come mai l’hai inserita nell’album?
Moltissime persone non sanno che gli Stones hanno registrato questo brano in italiano, cosa più unica che rara, ed allora ho pensato di fare anche la versione in italiano, una chicca insomma….

 

So che sarai presto protagonista di un progetto dedicato ai bambini in balia della tecnologia. Ce ne vuoi parlare?
Credo tu abbia già messo il dito nella piaga, i bambini non sono più bambini, sono in balia della tecnologia e i genitori non hanno tempo da dedicare ai loro figli e i risultati sono sotto i nostri occhi..

 

Che futuro vedi per la musica blues, Rudy?
Non sono un mago e sinceramente non saprei cosa rispondere; certo, da quando ho incominciato io a suonare il blues ad oggi, tante cose sono cambiate. Allora eravamo in pochi mentre oggi tutti suonano blues o vorrebbero suonarlo almeno nelle loro intenzioni; credo dunque che il futuro di questa musica sia roseo.

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copyright foto: Chicca Cristina Coltri

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