Spartito Gastronomico: Cous Cous Summer

Un ricettario di buon gusto con una sinfonia di accordi culinari, per uno stile CoUKIsound di piatti inediti!

La Rubrica vuole essere un mix di musica e cucina. Questa nasce dal voler accordare la musica alla buona cucina, suggerendo ai lettori dei succulenti brani, facili da ri-comporre e in grado di accontentare/conquistare/accostare l’orecchio e lo stomaco più raffinato. Canteremo di ricette e armonie di ingredienti, capaci di toccare le note di ogni palato. Cercando di raggiungere ogni volta una tonalità più alta

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Rieccoci qua, pronti a svelarvi una nuova ricetta appena sperimentata, testata e perfezionata solo per voi. Eh sì, perché la tournée gastromusicale non è mica in vacanza!
Quello che ormai abbiamo appurato, grazie ai vostri bellissimi feedback, è che non vi siamo mai indie-gesti.
Stavolta non voglio girarci troppo intorno e «piuttosto che usare le parole, vorrei scandirlo bene con il suo sapore». Sulle note de I Traditori elaboriamo un delizioso Cous Cous con zucchine alla curcuma, nocciole tostate e pomodori secchi.

Tracklist:

65 g di cous cous
1 zucchina romanesca
sale
curcuma (1 cucchiaino)
pepe
2 cucchiaini di olio extravergine
3 nocciole tostate
3 pomodori secchi
Questo piatto è ideale per chi ha poco tempo, «le tasche vuote» ma la voglia di mangiare in modo sano e peccaminoso.

Se vi state chiedendo «come si fa? A fidarsi e poi fidarsi ancora…», vi diciamo di seguire e di ascoltare il consiglio de I Ministri a non avere «memoria breve», seguendo pochissime mosse:
mettere la nostra playlist come sottofondo in cucina – seguire ed eseguire passo passo i pezzi di Uki – e nessuno si farà male!

Soundtrack!

Iniziamo a scaldare in un pentolino circa due bicchieri d’acqua, aggiungendo del sale.
Spegniamo il fuoco e inseriamoci il cous cous per reidratarlo, mescolando per qualche minuto.
Scoliamolo con un colino e versiamolo in un piatto con due cucchiaini d’olio.
Lessiamo la zucchina per poi frullarla con un pizzico di sale, pepe e curcuma fino a creare una cremina.
Creiamo la liaison amorosa tra il cous cous e la zucchina alla curcuma e celebriamo le loro nozze con una spolverata di nocciole grattugiate.
Impiattiamo creando delle palline con l’aiuto del colino e di un cucchiaino oppure con lo strumento da gelato. Doniamo un tocco chic e gourmet sfilacciando i pomodori secchi e sistemandoli un po’ al centro e un pò accanto al cous cous.
Quello che vi avanza lo potete lasciare da parte. Vi verrà richiesto durante la degustazione del piatto dai vostri ospiti che sulle note di Malibù vi alzeranno i cori:

«Se non metti l’ultimo pezz(o)etto (di pomodoro) noi non ce ne andiamo».

Ricapitolando, se stavi cercando una super ricetta, semplice, d’effetto e a prova di amici scettici del mangiar sano e soprattutto vegetariano, ecco la soluzione «per non farti giudicare»… Mi raccomando, “registra” bene in mente, te lo grideranno da Il piano di sopra!

Cosa resta da fare? Suonarlo per le rime e vedere che andrà «tutto bene»!

Io dal mio canto vi dico che per quanto mi è piaciuto me lo dico da sola: “chapeau, chapeau, chapeau” e credo lo farebbe anche Carl Brave rivolgendosi al suo socio d’arte: “ah Frah, te ne mangeresti un Quintale!”

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Curiosità sui pomodori secchi

Poteva essere rosso o giallo, poteva richiamare l’oro o la passione, e quindi lo chiamavano pomo d’oro, oppure pomo d’amore, o pomo del paradiso, ma poi anche pesca selvatica di Galeno a pomo del Perú. Il pomodoro arriva in Europa attraverso la Spagna, dove conserva quasi intatto il suo nome azteco: tomatl, che diventa tomate. In seguito la versione rossa diventa “pomo del paradiso” o “pomo dell’amore” (in francese lo si chiamava “pomme d’amour”, ai nostri giorni invece una mela caramellata). Per arrivare a trovarlo sulla pasta bisogna addirittura aspettare il 1839, quando il letterato napoletano Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, pubblica la “Cucina casareccia in dialetto napoletano”, dove fornisce pure la ricetta dei vermicelli con la pummadora. È la prima volta di un abbinamento destinato a un grande avvenire.

I nonni non sbagliano mai e da loro abbiamo molto da imparare, soprattutto in fatto di conservazione. Ecco allora un modo geniale per usufruire delle virtù del pomodoro anche quando non è di stagione.
Certo è bene scegliere sempre alimenti di origine biologica in modo tale da beneficiarne a pieno.
Il pomodoro secco è un ingrediente privilegiato dalla cucina del sud, come quella pugliese, calabrese e siciliana. Viene utilizzato per la realizzazione di sughi, per insaporire paste al forno, insalata gustose ma anche su carne, pesce o altre verdure.
Oggi lo troviamo disponibile in tutti i negozi anche nella versione sott’olio, ma noi lo abbiamo preferito al naturale per coglierne l’aspetto più salutare.

Vediamo quali sono le sue virtù..
Numerosi sono i vantaggi apportati dal pomodoro secco al nostro organismo.
Donne aprite bene le orecchie, sto per darvi una notizia bomba per la bellezza del vostro corpo: pare che aiutino a prevenire le smagliature, aumentino l’elasticità della pelle e ritardino l’invecchiamento e là flaccidità cutanea. Il rassodamento è frutto della presenza di licopene, zinco, potassio e vitamina C, oltre ai benefici della provitamina A che aiuta la mobilitazione dei liquidi nel corpo sia in estate che in inverno e che è maggiormente presente nei pomodori secchi rispetto a quelli freschi.
Perché il licopene è importante? Perché insieme alla vitamina C, previene la formazione del colesterolo LDL, pericoloso per la formazione di depositi circolatori nel tempo.

Una volta provati, vi assicuro che ne vorrete ancora e ancora, come accade con la nostra fighissima rubrica.
Siamo la garanzia a far sciogliere gli amici nel complimentarsi dicendovi: «baby tell me why, je te voglio bene assaje».

 

Veronica Mochi

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