Spartito Gastronomico: Avocado – choco cream!

Un ricettario di buon gusto con una sinfonia di accordi culinari, per uno stile CoUKIsound di piatti inediti!

La Rubrica vuole essere un mix di musica e cucina. Questa nasce dal voler accordare la musica alla buona cucina, suggerendo ai lettori dei succulenti brani, facili da ri-comporre e in grado di accontentare/conquistare/accostare l’orecchio e lo stomaco più raffinato. Canteremo di ricette e armonie di ingredienti, capaci di toccare le note di ogni palato. Cercando di raggiungere ogni volta una tonalità più alta

«Stesso giorno, stesso orario, stesso luogo»… quello di Ukizero, dove la buona cucina legata alla bella musica non è più un mistero!
Ed eccoci di nuovo a regalarvi un nuovo pezzo da ordinare al vostro “Bar moderno“, come suggerito da Visioni di Cody ft. Max Penombra…

Cosa ci occorre per l’esibizione? Pochi semplici strumenti e un palato in grado di saperli apprezzare.
Partiamo dalla base: l’avocado.
Ne servirà uno di medie dimensioni e che sia ben maturo, così da consentirne l’uscita di una crema bella vellutata.
Il secondo elemento musicale riguarda un duo passabile allo screen di qualsiasi papilla gustativa degna di tale nome, parliamo del cacao e del cioccolato fondente!
E infine come in ogni gruppo che si rispetti, manca il collante in grado di conferire un tocco di dolcezza. Potete scegliere tra un filo di miele o un pizzico di zucchero.

TRACKLIST:

1 avocado medio e maturo
80 grammi di cioccolato fondente
Una punta di cacao amaro
Miele q.b. o zucchero integrale q.b.

SOUNDTRACK:

Prendiamo un frullatore o minipimer e introduciamo il nostro avocado pulito e tagliato a pezzi.
Aggiungiamo poi il “lato dark” della band con del cioccolato fondente, a pezzi o precedentemente fuso (per consentire una maggiore omologazione), il cacao, il miele o lo zucchero.
Questa deliziosa crema salutare, da ora in poi, la cercherete a colazione ma anche a fine pasto. E anche se penserete «Mi sento sazio ma non so il perché», ma avrete comunque bisogno di qualcosa di dolce per «disinnescare ogni senso tragico», mangiatela a suon di Googa e ogni negatività prenderà la via di fuga!

Non vi resta dunque che ascoltare e diffondere il brano tra i vostri cari, i quali alla fine della degustazione delireranno alzando i cori alla Carl Brave: «aaaavocado, forse dovrei chiamare il mio avvocato, hey!»…

Perché avranno bisogno di un legale affinché possano riprendersi dall’estasi conferitagli dalla nostra crema spaziale.

Si può decidere di mangiarla al naturale, sopra una fetta biscottata… anche se come si dice a Roma “la morte sua” è sopra una calda fetta di pane bruscato generando così il famigerato «Avocado toast»…

Oppure “Dateci le brioches” e sapremo come riempirle fino a mandarvi sulla luna!

Non esiste una scelta sbagliata, come suggerisce il frontman degli U2, Bono Vox: «the goal is elevation»… e Uki ne è il Re per ogni food-compilation!

Curiosità sull’Avocado

Le sue origini sono molto lontane, bisogna risalire alle antiche popolazioni native dell’America Latina e in particolare agli Aztechi, da cui deriva la parola (in azteco ahuacatl).
Si tratta di un frutto “abbondante” nelle proprietà e nei benefici, dalla consistenza burrosa e dall’ottimo sapore.
È un alimento fonte di calcio e ricco di “grassi buoni” (grassi monoinsaturi), utili a contrastare il diabete, a proteggere il cuore, l’intero apparato cardiocircolatorio e a ridurre il colesterolo LDL (quello “cattivo”), grazie alla presenza dei grassi vegetali.
Inoltre possiede una varietà di vitamine A (per la vista); B1 e B2 (per la crescita e il benessere); D, E, K.
L’avocado ha proprietà digestive e finge da ottimo astringente.
Da esso se ne ricava un olio che viene molto utilizzato nella cosmesi naturale soprattutto per il corpo e i capelli, in quanto nutriente e rigenerante.

Cuorisità musicali

> Max Penombra ft Visioni di Cody. Chi sono e come nascono.
Quando esco voglio stare tranquillo” è il primo album di Max Penombra feat. Visioni di Cody ed esce per l’etichetta indipendente Brutture Moderne. Otto canzoni che propongono una versione del tutto contemporanea e inedita del crossover, in cui un rock indipendente intimo si fonde a un rap “scazzato” animato da una vena ironica pungente, da qualche paradosso e da varie provocazioni. Un vero e proprio incontro in cui nessuno si è snaturato ma le rispettive cifre stilistiche hanno trovato nuovi stimoli.
Il rapper ravennate classe 1984 e il gruppo alt-rock di San Piero in Bagno (FC) sono attivi da tempo nella scena musicale della zona, si conoscono da circa dieci anni, ma solo di recente, dopo un invito estemporaneo della band a fare un pezzo dal vivo insieme, hanno deciso di collaborare. Poco dopo si sono ritrovati in studio con la voglia di fare musica insieme, senza stabilire, a priori, la direzione da prendere.
Così nascono le canzoni di “Quando esco voglio stare tranquillo”, un album con un titolo che ha una storia: “Da quando ci frequentiamo con i ragazzi del gruppo – racconta Max Penombra -, abbiamo sviluppato una sorta di linguaggio, fatto di motti e frasi fatte che ci divertono. ‘Quando esco voglio stare tranquillo’ è una di queste. Il significato dell’album è quello della frase in sé: è l’illusione di poter essere pronti a tutto quello che succede, di poter evitare i problemi e gli imprevisti solo dicendo questa frase. Sappiamo che non è così, come sappiamo di essere ormai adulti, ma ogni tanto vorremmo dimenticarcene”.
Accettare o rifiutare di essere adulti, chiedersi se costruire qualcosa o rivoluzionare di nuovo tutto: questo conflitto è il motore di un album che fonde rap e rock spontaneamente, senza calcoli o premeditazione. E anche se sullo sfondo si percepisce un senso di malinconia e sconforto, ogni canzone prima o poi strappa un sorriso.
Tra gli ospiti del disco ci sono Moder, rapper che con Max Penombra ha fatto parte del gruppo Il Lato Oscuro della Costa, Francesco Giampaoli (Sacri Cuori, Classica Orchestra Afrobeat) e Dj Nersone.

Il “Bar Moderno” (brano dell’album “Quando esco voglio stare tranquillo“) si trova a Santa Sofia, in provincia di Forlì-Cesena, sull’Appennino tosco-romagnolo. L’Iso Bar, che viene nominato anch’esso nel brano, si trova invece appena fuori dalla statale E45 sempre nei dintorni di Cesena. Sono due bar che abbiamo frequentato durante la realizzazione del disco e che ci sono serviti da spunto per creare una canzone che non rappresentasse solo questi due luoghi, ma tutti i bar, i pub e le osterie, le persone che ci lavorano, i loro clienti abituali e non. Era da un po’ che volevo scrivere qualcosa che raccontasse a parole l’atmosfera che si respira nei bar di provincia, che raccontasse i volti di chi quotidianamente si ferma a bere in questi luoghi. Una sorta di “Canzone delle osterie di fuori porta” (di Guccini) dei nostri tempi.
Volevo anche raccontare il mio rapporto con i bar dove spesso vado a leggere o a scrivere accompagnato dai rumori e dalle voci delle altre persone intorno a me. Ci vado anche quando mi sento solo, sperando di incontrare…

Il bar dunque come punto d’incontro, con sé stessi oltre che tra persone, pensieri, parole e nel nostro caso anche ricette. Accomunati dall’incisività visiva, acustica ed emotiva.
Perché la musica non è mai solo musica, nasconde infiniti mondi, infinite sfumature, innumerevoli e piacevolissimi incontri!

> Googa: chi sono? Lo abbiamo chiesto a loro:
«I Googa sono cinque e affondano le loro radici nella sabbia. Cantano a perdifiato di amori e animali in questi giorni incomprensibili. Amano definirsi una tribù o una spedizione di esploratori sempre alla ricerca di un nuovo modo dire le cose.
“Occhi di cane” è un brano che tenta di descrivere il sorriso amaro di chi ha smesso di illudersi, la leggerezza e la sorpresa di un cuore libero ma senza meta».
Da queste righe descrittive si evince l’essenza profonda, viva, energica e attuale della loro musica. Quella di chi proviene dalla provincia ma non ha paura di sognare in grande, ci crede e il messaggio lo fa arrivare forte e chiaro!

> Il Cane sulla Luna non c’è mai andato e, finché non riuscirà a raggiungerla, il Cane potrà solo ammirarla e calcolare tutti i giorni la distanza che lo divide da essa. Il Cane intanto vive sulla Terra, vede quello che succede, in modo semplice, sulle sue quattro zampe e con la vista in bianco e nero; si rammarica quando assiste alle cose brutte e scodinzola quando percepisce il bene.
È una creatura semplice il cane, e come tutte le creature semplici, ha bisogno di nutrirsi, di riprodursi e vorrebbe tanto che l’amore trionfasse. Sempre.
Il Cane calcola e racconta la distanza che divide le persone dalle cose belle, così come fa con la Luna, che tanto ammira; probabilmente, però, se le cose andassero bene sulla Terra, al Cane non intesserebbe più di andare sulla Luna. L’obiettivo del Cane è di essere sintetico nei suoi racconti, dato che i contenuti si rinnovano ogni giorno.

Dateci le brioches” è un grido ironico e violento, urlato col viso scoperto e con il sorriso, da chi vive di qua dalla barricata a chi sta comodo e beato in mezzo alle sue “feste”. Un brano contro l’esclusione, che ricorda in alcuni versi la lotta di classe di cui si parlava nelle vecchie canzoni cantautorali.

Veronica Mochi

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