Ritrovare la Consapevolezza di Sé come ‘luce interiore’

Ritrovare la luce interiore altro non è che lo scopo più elevato dell’essere umano. Per realizzarla servono azioni di qualità... quasi sempre legata alla consapevolezza di chi la compie

Quante volte avete sentito le parole «Brucia il cosmo che è dentro di te!»? Forse poche, se non siete fan di “Saint Seiya”. Ma il concetto che esprimono è abbastanza chiaro e un po’ richiama una tradizione di tipo shintoista molto sviluppata in Giappone, di cui in Europa sappiamo ben poco: in tutti noi è presente un’energia, una forza vitale, che dobbiamo solamente risvegliare e riportare a galla. In accordo con le ultime ricerche scientifiche ogni cosa nell’universo vibra, l’energia è in tutto: a quanto pare esiste una forma di energia basilare che è la forza morfogentica e bio-vitale di ogni essere vivente. La giusta frequenza basilare è legata innanzitutto al campo magnetico del nostro apparato cardiaco e alle onde cerebrali dei processi inconsci. Pertanto ogni processo psico-fisico è legato a quella determinata vibrazione cosmica. Probabilmente, questi sono gli anni migliori per imparare a riscoprire questa energia vitale… quel “ritrovare la luce interiore” che certe mode new age negli ultimi tempi hanno strumentalizzato e ridicolizzato. Rimane il fatto che l’energia che interessa la nostra dimensione, questo piano esistenziale (il nostro piano relativo dell’esperienza) produce la sua frequenza sollecitandoci a sintonizzare le nostre percezioni a tale livello (l’aumento della “frequenza Schumann” ne è un fattore indicativo)… ed è dunque attraverso quella vibrazione energetica che noi dobbiamo riferirci per il benessere del nostro stato psico-fisico. La nostra percezione di quella vibrazione avviene attraverso un determinato stato di coscienza che si raggiunge solo attraverso un focus contemplativo di sé stessi, del proprio Io interiore, ossia quando la mente sfocia nella Coscienza attraverso una data frequenza di un certo stato di coscienza in cui si ha consapevolezza della propria interiorità. Ciò che una certa moda ispirata dalle discipline Orientali chiama “luce interiore”, “spirito” o con altri astrusi termini metafisici… oggi può essere studiato in modo più oggettivo e scientifico anche da noi “dissacranti” occidentali (soprattutto da quando la scienza si è occupata degli aspetti benefici della “Meditazione“, ad esempio attraverso la quale, raggiungendo uno stato di coscienza determinato dalle frequenze “Onde-Theta” fino alle “Onde-Delta” – onde cerebrali che oscillano tra 4-8 Hz nel primo caso e 0,5-3 per il secondo caso –  si arriva a risuonare con l’energia cosmica di fondo, raggiungendo effetti sia sul piano fisico che mentale a dir poco sbalorditivi).

 

Riflessioni filo-psicologiche

Ritrovare la luce interiore è il compiere azioni di qualità, a cui si aggiunge la quantità ma più di tutto la “consapevolezza di tali azioni. Fare ciò ci consentirebbe di vivere in armonia e con equilibrio. Ovviamente il compiere consapevolmente queste azioni non è qualcosa di tipo edonistico, o almeno non in modo tale da far pendere il bilanciere verso intenzioni non più costruttive/evolutive.
Come si è detto, e mi tornano alla mente filosofi come Russeau e medici psicologi come Adler, l’uomo è un animalesociale”: quindi, di conseguenza, il suo agire è legato a quello della società. Stando alle parole del citato psicologo, l’equilibrio psichico di un individuo dipende dal rapporto che ha con la società in cui vive.
Ma il rapporto è direttamente proporzionale: considerando infatti l’individuo come una parte di un tutto, se funziona bene la parte, funziona bene il tutto. Quindi che l’individuo sia mentalmente stabile è un guadagno anche per la società stessa che contribuisce alla sua stabilità. La cosa rilevante è che la ricerca e la definizione di questo equilibrio deve dipendere solo dalla persona stessa.
Ok, potrebbero esserci delle forzature: è bellissimo dire che l’uomo dovrebbe essere libero e dovrebbe essere svincolato, ma così facendo dobbiamo accettare che l’uomo sarebbe lasciato a sé stesso, in uno stato di natura in cui non ci sono regole e che ogni individuo sarebbe soggetto all’arbitrio altrui.
Meglio allora vivere consapevolmente in una società che, almeno teoricamente, ci protegge, o vivere allo stato di natura in cui siamo soggetti al libero volere degli altri? (vedi Locke).

 

Che fare per riscoprirci

Il percorso non è facile, mi rendo conto.
Non è facile svegliarsi un giorno e decidere di cambiare le proprie abitudini, di impiegare diversamente il proprio tempo, di fare Yoga e meditazione e riscoprire in noi stessi quella parte nascosta e che timidamente ci saluta da lontano.

Non è questo quello che si richiede, non è da tutti.
Il mondo è bello perché è vario e quindi ci sono diversi caratteri. E poi Freud per esempio è convinto che fino a che non si giunge da soli ad una certa verità, è inutile sentirsela dire dall’esterno: la convinzione deve essere una scoperta personale, una “epifania” come voleva Joyce.
Convincerci di non avere certi limiti o magari di poterli superare o che i limiti che abbiamo sono ben altri rispetto a quelli che pensiamo è qualcosa a cui deve arrivare il singolo, da solo o con l’aiuto, per esempio, di un terapista.

Che male c’è a fare terapia?
Vista da quest’ottica, avremmo tutti bisogno di un po’ di analisi psicologica e di fare qualche psico-terapia dallo psicologo: solo in questo modo potremmo forse arrivare alla consapevolezza di noi stessi, delle nostre capacità e della nostra posizione nel mondo.

 

Rispettare noi stessi, ma anche l’altro

Quello che, al modo di parlare suona tanto New Age, è la “luce interiore” non è altro quindi che la propria energia vitale, che ci fa vivere e plasmare gli eventi che accadono. È quella vibrazione inconscia infatti, connessa alla Coscienza cosmica (o “Inconscio Collettivo” per dirla alla Jung), che manifesta le correlazioni degli eventi quantistici in “fatti relativi” sul nostro piano dell’esperienza (la nostra dimensione). È pertanto lo scoprire i nostri pro e i nostri contro. Partendo dal presupposto che per dare potere alla propria vita occorre prima scrutarla e sperimentarla, sarebbe utile chiedersi quale sia lo spessore delle idee che abbiamo su noi stessi e sul mondo in generale, poiché è attraverso questo filtro che creiamo e proiettiamo la versione del mondo che incontriamo.
In parte già Schopenhauer ci era arrivato. Anche Nietzsche si era avvicinato a questo concetto, ma in entrambi i casi la visione era ancora troppo dura e cruda. A noi piacciono le cose più pacifiche e tranquille.
In conclusione vivremmo tutti meglio se ognuno di noi facesse un po’ di analisi/autoanalisi e avesse maggiore consapevolezza di sé e del mondo che gli sta intorno, in cui sono incluse anche le altre persone, non dimentichiamolo. Ecco che allora la massima bilico-kantiana del “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso” si dimostra sempre attuale.

 

Consigli per la lettura

L’argomento trattato mi ha subito fatto venire in mente il racconto di Banana YoshimotoLa luce che c’è dentro le persone”. Piccolo romanzo, o appunto racconto, scorrevole, leggero… e ci può accompagnare nel prendere coscienza di noi e/o degli altri.

Per un punto di vista più scientifico ma allo stesso tempo filosofico c’è il nostro ‘Speciale Approfondimento’ sulle origini dell’Universo e della Coscienza umana: “Le Avventure del Sé“.

 

Roberto Morra

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8 Comments

  • un percorso lento e non privo di difficoltà. le proiezioni del se tra maschere e convenzioni. potrebbe farti scoprire che tu non sei quello che pensi di essere e per avere un vero io annullare molte delle tue convenzioni 😉 però è dannatamente vero.

  • Vero. Avere consapevolezza delle proprie azioni significa aver compreso chi siamo davvero, cosa dobbiamo fare e dunque sapere come le cose vanno fatte; e questo potrebbe scontrarsi con la realta’, potrebbe significare andare contro il senso comune, e’ la cosa piu’ difficile che c ‘e’…ci vuole coraggio di cambiare ….

  • la capacità di Roberto M. di parlarci di questi complessi argomenti in modo così semplice è disarmante …. sembra tutto più facile,anche se poi non lo è…..come volevasi dimostrare.
    Ad ogni modo ci tocca cercare questa consapevolezza di sé……ma di che????

  • Ma insomma l’unico modo per attivare questa energia vitale è quello di concentrarsi e focalizzarsi su se stessi, sulla propria interiorità? Poi dice che uno vede i mostri … :))

  • Si infatti…poi ci sarà l’inconscio che gioca brutti scherzi.
    Rimane il fatto che poiché siamo fatti di energia per completare noi stessi dobbiamo ESSERE energia …

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