I Racconti Delle Nebbie (Perf. Paolo Benvegnù/Nicholas Ciuferri) @ Auditorium Parco della Musica (Roma) – 03/2019

Un reading tra cantautorato, narrativa, performance e disegno. Uno spettacolo musicato su una serie di racconti esilaranti e crudi allo stesso tempo: un'esperienza totale che affascina e coinvolge

I Racconti Delle Nebbie” è uscito il 1 Marzo, si tratta di un disco ed anche di un libro, in cui ogni capitolo è introdotto da un’illustrazione di Alessio Avallone, una delle punte della nuova generazione degli illustratori per la Sergio Bonelli Editore. Una matita che dopo aver contribuito a disegnare “Orfani” e stata poi inserita nello storico e attuale rilancio di “Mister No” (gli appassionati sapranno).
Dunque un disco e un libro dicevamo, creatosi dopo che lo spettacolo si è evoluto nel tempo, rodato sui palchi, impregnato di aneddoti e poesia, attraverso l’arte cantautorale di Paolo Benvegnù e quella letteraria di Nicholas Ciuferri. Si tratta infatti di musica di narrazione nata dall’incontro di uno dei più grandi cantautori italiani del nostro Paese con un giovane e talentoso scrittore e interprete, i quali hanno saputo miscelare suoni e parole, storie e poesie, per un set dal grande impatto emozionale, capace di far parlare di sé nel bene e nel male, come quegli eventi che gioco forza ti entrano dentro, lasciandoti indubbiamente qualcosa da risputare subito fuori!
Così è stato per tutto il pubblico che domenica scorsa era all’Auditorium Parco della Musica di Roma, una cornice meravigliosa per questa sorprendente serata.

Lo spettacolo è partito diretto, così mentre Alessio Avallone realizzava favolosi disegni estemporanei, i racconti di Nicholas Ciuferri toccavano temi quali l’omosessualità e la schizofrenia, per cui Paolo Benvegnù ha risposto tra le rime della sua poetica in musica. Continuando lungo la scaletta si è poi passati per un’estraniante racconto su una ‘donna cannone’ non amata ma sviscerata nella sua ingenua e sincera imperfezione. Uno spaccato sulla prostituzione sensibile e toccante… in cui i due vengono coadiuvati dalla drammatica ed emotiva voce di Micol Pavoncello, bravissima attrice teatrale e televisiva, fino a quando Benvegnù con “Achab in New York” ha ricamato il tutto cantando di amare astensioni verso certi valori ormai così distanti.
Introdotto da Daniele Parisi, giovane attore vincitore a Venezia e a Locarno con due film diversi, ha preso vita un altro racconto surreale di quello che sembrava essere un sogno di un uomo in terra straniera o in terra natia distrutta dalla guerra. Qui le intenzioni di Ciuferri si sono fatte impegnate, mentre Benvegnù intonava “Avanzate”, intensa e splendida nel suo crescendo sotto le lacerazioni del violino di Nicola Cappelletti, eccezionale violista e mattatore di loop e sottofondi elettronici.
Poi è stato lo stesso Benvegnù a leggere un testo fatto di un amore ambiguo e rivelatorio per introdurre il ritorno delle parole di Ciuferri a narrare dello stesso amore perduto e spiato dalla propria malinconica ossessione. Un testo ricamato da una citazione intonata da Ciuferri di “La schiena“ poi conclusa dalla profonda voce del Benvegnù, per una splendida e toccante performance sotto la silhouette di una donna magnificamente tratteggiata da Avallone.
Dopo aver raccontato un simpatico aneddoto capitato ai nostri, lo spettacolo è ripartito descrivendo una ragazza anglosassone in Italia e le sue disavventure in cerca d’amore. Il tutto sotto un tappeto elettronico dissennato ma molto atmosferico, proprio quando la protagonista incontra un uomo che finalmente le piace: passano la notte insieme, riceve le giuste attenzioni e, lasciata a casa da sola, scopre la “moka”. Il problema arriva quando dopo aver bevuto la stessa quantità di espresso equivalente ad un bibitone di Starbucks, la nostra viene attaccata da terremoti intestini che la condurranno alla situazione più imbarazzante del secolo. Su queste premesse Benvegnù intona “Andromeda Maria”, sempre un piacere ascoltarla, soprattutto accompagnata con quell’appassionante violino di Cappelletti.
A quel punto Ciuferri ha lanciato un messaggio per salutare il pubblico: “Il passato è passato ma non per questo siamo al sicuro da un suo ritorno”. Dopodiché è partito l’epilogo, affidato ad un racconto fatto di ricordi terrificanti, dove la voce narrante denunciava il fatto di esser trattata come una ‘cosa’, descrivendo una sofferenza troppo frequente nella storia umana tanto da esser traspositata da Ciuferri attraverso la lente di chi, da sempre, viene divorato proprio come bestia da macello.
Dopo questa chiusura il pubblico ha incitato i nostri a tornare sul palco, e così loro hanno risposto con un ultimo esilarante racconto.

Ebbene, per tutto lo spettacolo non c’è stata continuità tematica, alcuni racconti rimangono strutturalmente sospesi, ma forse è proprio questa bacheca estemporanea dal rapido scorrere ad affascinare per tutta la durata del set. Di fatto un tale progetto in musica di narrazione si rivela con una naturalezza talmente sconcertante che conferma la sola presenza di un canovaccio, lasciando gioco ad una ingegnosa improvvisazione. Come accade per le ricreative gag tra i due che ricordano aneddoti del loro tour o momenti tragicomici, tra un Benvegnù che parla in dialetto bresciano e un Ciuferri a farsi domande tra ironia ed esistenzialismo.

Rimangono in ogni caso musiche perfettamente incollate ai testi. Tappeti sonori che magnificano i momenti lirici, cullano i varchi sentimentali, rimarcano i passaggi di tensione. Un cantautorato quello di Benvegnù, toccante e poetico, lo sappiamo. Un immaginario elegiaco ben sposato alla narrativa di Ciuferri, sempre sul pezzo, anche per come non te lo aspetti. Racconti che servono a sollecitare l’anima di svariate emozioni, quasi ad esortarci al vivere, restando umani.
Insomma, uno spettacolo da vedere, un’esperienza da fare: un reading, un concerto, musiche, poesia e letteratura… in “I Racconti delle Nebbie” c’è tutto quello che serve per salvare la Bellezza!

 

Fatale

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6 Comments

  • Woo che bel report!!! Deve essere uno spettacolo speciale. E’ tanto tempo che non assisto ad uno spettacolo di musica e parole cosi’. Ho sempre amato le ‘’parole’ ‘ su musica…
    mi sono perso la data di Torino purtroppo… sono curiosa di andare s vederlo

  • grande notizia l’uscita del disco. avro’ modo di ascoltare per bene questo progetto. certamente dal vivo, tra disegni, musicisti etc deve essere bellissimo

  • Paolo Benvegnu’ e’ un grande artista. La sua poetica e’ garanzia. Cerchero’ di andarlo a vedere anche sotto queste nuove vesti. Sembra effettivamente uno spettacolo molto interessante e affascinante..un esperienza a 360gradi

    <3

  • mi ricordo di Ciuferri qui su Uki, adoro i suoi post…. non mi stupisce vederlo a fianco di un personaggio come Paolo Benvegnù. Siete grandi voi di Uki!!! rimedierò il disco! ma assolutamente da vederli dal vivo!!!

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