Monica

[Blogging / Racconto breve]

L’altra sera ho invitato Monica a bere una cosa, precisamente una cassettiera. Poi l’ho portata in un ristorantino di pesce e le hanno fatto effetto certe finiture in branchie. Abbiamo consumato due primi e due secondi strofinandoli fortissimo e dopo cena ci siamo concessi un cinemino rilevandolo da Cecchi Gori per 15 milioni di care vecchie euro. Poi siamo andati a casa mia visto che lei abita ancora con i suoi diversamente da me che abito con i miei. A papà e mamma Monica ha fatto subito una bellissima impressione a sbalzo con contromatrice in resina ma la persona che da subito le si è affezionata di più, complice forse la vicinanza d’età, è stata mia nonna Idea Socialista. 61 anni, simpatica, vicina alla destra sociale, l’anziana era ormai arrivata alle ultime battute della sua lunga e divertente vita con un solo grande desiderio: vedermi sistemato con una brava ragazza, proprio come Monica. Io lo sapevo e mi sentivo un nipote fantastico nel rendere felice la nonna indirizzandola rapidissimamente verso una morte delle più serene e gloriose. Purtroppo però dopo tre giorni di fidanzamento io e Monica ci siamo lasciati perché rispetto ai primi tempi eravamo diventati ormai come fratello e sorella e la sorella ero io. Mia nonna Idea ci è stata malissimo e per lo choc ha rilasciato dichiarazioni contro il sindacato. Accorgendomi che in quella situazione sarebbe vissuta almeno altri cinquant’anni stritolata dall’angoscia del non vedermi accasato, ho convinto Monica a far finta di tornare insieme per fare contenta la nonna a indirizzarla nuovamente verso il sollievo di un rapido e sornione decesso tra le braccia degli dei. La mia ex, in cambio di una raccomandazione in Rai (sono amico di Masi), ha cominciato a tornare a trovarci una volta a settimana e a fare tutte le moine alla vecchietta che così ha ripreso lesta il suo gioioso itinerario verso il gran finale. Tant’è che in capo a due settimane la nonnina se n’è andata con stampato in faccia il più rilassato dei sorrisi e all’obitorio del civico nosocomio i parenti degli altri defunti venivano a vederla e a vegliarla tralasciando i loro cari, alcuni dei quali già molto grigi e gonfi diversamente dalla mia consanguinea morta di buon’umore. Monica, capendo quanta bontà e altruismo pro anziani c’erano stati nell’orchestrazione del nostro finto rifidanzamento, si è nuovamente innamorata di me e mi ha chiesto di rimetterci insieme per davvero nonché di diventare mia moglie e tenere la nostra casa come uno scrigno. Dopo due mesi ci siamo sposati in Chiesa, uniti in matrimonio da un pimpante prete anti Camorra, e il giorno dopo Monica mi ha rivelato di essere incinta di otto mesi. Una notizia bellissima, la classica ‘cerasella’ sulla torta di quella sorpresa chiamata vita. Purtroppo però il giorno prima della nascita del bambino l’otorino ci ha spiegato che il piccolo aveva qualche problema e non sarebbe stato sveglio e carino come tutti gli altri. Così ci è stato proposto di abortire e provare a farne un altro il quale magari sarebbe venuto meglio. Io e Monica non ci abbiamo pensato un istante, decidendo di tenerlo e dire no alla cultura dello scarto, della soppressione del debole e del ‘diverso’. E ancora oggi, passati quattro anni, ho voglia di gridare a gran voce che amo alla follia il mio piccolo grande Ricky e adesso vado a trovarlo al circo a cui lo ho donato nel marzo 2016.

Niccolò Re

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