Mom Blaster: Intervista…

Affascinati dal reggae ma con il dna di rocker, miscelano un sound dub ti stampo jamaicano per un pop rock che presto uscirà con un nuovo lavoro...

Dall’inglese caraibico e disincantato del primo album “We Can Do It!” (Ridens Records, 2013) ad uno sguardo vigile e critico sulla situazione politico-sociale di oggi attraverso la lingua di Dante ed un sound maggiormente elettronico il passo è più breve di quanto sembri. Ce lo dicono i Mom Blaster, quattro lancianesi in attesa di fare il botto..

 

Toglietemi subito una curiosità: di chi è l’idea del nome e da cosa avete preso spunto?

L’idea del nome ci è venuta osservando la nostra cantante Monica: è dolce come una mamma ma sul palco diventa una potenza distruttrice, nel senso buono del termine; da qui Mom Blaster.

 

È da poco uscito il vostro nuovo singolo “Ciò che è giusto”: ci fareste una panoramica generale del brano, sia testualmente che musicalmente? Come si è originato?

È nato prima il testo: come diciamo sempre, per noi è un manifesto politico, in questo periodo ci si dimentica del rispetto e della libertà altrui, quindi ci andava di proporre un testo dove chi ascolta si ferma a riflettere e a pensare. La musica l’abbiamo concepita in funzione del testo, con delle basse molto predominanti che ti prendono al petto, capaci di coinvolgerti ancora di più emotivamente.

 

È un brano dagli accenti decisamente più pop rispetto ai precedenti, non trovate?

Sì, forse insieme ad un altro brano, sarà quello più pop del disco. La cosa è voluta perché intendiamo far sì che il messaggio arrivi anche alla casalinga sessantenne, persona autonoma e che va a votare (cosa da non dimenticare).

 

Ritengo che un elemento imprescindibile della vostra musica sia la ballabilità. Siete d’accordo?

Sicuramente. Proveniamo da un primo disco rock reggae, la caratteristica è il ritmo in levare presente anche in questo nuovo album, anche se meno preponderante.

 

Diciamo che per essere musicisti groovosi bisogna sapere suonare (a questo alludeva la mia domanda precedente).

Se ritieni che sappiamo suonare ci fai un bel complimento e te ne siamo grati. Sono brani ben costruiti e ben arrangiati che necessitano di essere suonati in una certa maniera e noi cerchiamo di farlo al meglio per le nostre capacità.

 

Come vedete il mercato musicale italiano al giorno d’oggi? Pensate di essere affini a e di rientrare in certe logiche?

Se parliamo del panorama indie, pensiamo di non essere molto affini, perché il nostro lavoro non è homemade, lo-fi o garage, come piace a molti, nel senso che più un disco suona male e sporco e più indie è, almeno questa è la nostra sensazione. Questa cosa non ci esalta, siamo più old school: il disco deve suonare bene! Poi può piacere o meno ma bisogna rialzare il livello che in questi ultimi anni si è notevolmente abbassato, anche nei testi.

 

Ci sono nuove band che state ascoltando? In generale, cosa c’è nel vostro lettore mp3 in questo periodo?

Tra gli ultimi dischi usciti tra il 2014 e 2015 che stiamo ascoltando, ci sono i Royal Blood, The War On Drugs, Africa Unite, Alt J, Zu, Sleaford Moods, Verdena, Faith No More, Blur ed altri…

 

Recentemente avete espresso il concetto di musicista indipendente come di un lavoratore a 360 gradi che suona, deve saper suonare ma anche autogestirsi ed organizzarsi al meglio in tutte le fasi della sua attività. La domanda è: il suo prossimo step quale sarà? Il suo futuro, come quello della musica in Italia, del resto..

La prossima fase sarà quella dell’autonomia totale (cosa che già sta avvenendo). Software a computer sempre più capaci di sostituire uno studio, microfoni e attrezzature cinesi sempre più a basso costo, banda larga che aiuterà più velocemente la comunicazione e la promozione, servizi online che ti garantiscono totale autogestione come uffici stampa, booking ecc., da un lato tutto questo fa crescere molto il musicista perché deve rendersi conto di tanti aspetti, dall’altro però è la morte della musica, nel senso che se esistono professionisti che lavorano in uno studio o in un ufficio stampa o booking, ci sarà un motivo no? Bisogna studiare molto per ottenere buoni risultati, non basta avere protools sul portatile.

 

Ma questo lavoro, in fin dei conti, era più facile 30 anni fa oppure adesso?

La vita del musicista indipendente  è stata sempre dura, trent’anni fa forse se entravi in una major potevi avere il lusso di occuparti solo della musica, ma arrivare a quei livelli era comunque abbastanza difficile.

 

Passiamo alla dimensione live: come si struttura generalmente un vostro show?

Per il momento, dato che siamo una band emergente e in tanti non ancora conoscono i nostri brani, cerchiamo di alleggerire il repertorio anche con qualche cover riarrangiata sempre in stile Mom Blaster. Sappiamo che la cosa non è fantastica ma ci mettiamo anche nei panni di chi ascolta e notiamo che tra 5/6 brani nostri infilare un brano conosciuto riaccende l’attenzione e tutti rimangono ad ascoltarci fino alla fine, apprezzando anche il nostro repertorio, cosa che ci interessa di più.

 

Il concerto dei Mom Blaster che non scorderete?

Notte bianca in un paese di montagna qui in Abruzzo, abbiamo suonato alle 5 del mattino con una folla di gente che non smetteva di ballare. Bellissimo!

 

Un concerto invece al quale avete assistito e che vi è rimasto nel cuore?

Purtroppo non abbiamo assisto ad un concerto tutti assieme, singolarmente invece ricordiamo con emozione: i Pearl Jam a Bologna nel 2006; dopo due giorni che morì Syd Barrett, Roger Water e Nick Mason a Lucca sempre nel 2006; i Black Crowes a Vigevano un paio di anni fa e gli Alice In Chains a Milano prima che morisse Layne Staley.

 

Ci date qualche anticipazione sul nuovo album?

Ci sarà un cambio di direzione rispetto al precedente, “We Can Do It”..? Ci sarà un bel cambio: dall’inglese passiamo all’italiano nei testi, molta più elettronica e meno reggae, sembrerebbe un’altra band ma lo stile rimane sempre Mom Blaster.

 

Lasciamo i vostri contatti ad i nostri lettori. Grazie, ciao! 

Per conoscerci meglio potete visitare il nostro sito www.momblaster.com da qui avete tutti i link per i social e per il canale youtube. Per richiesta concerti scriveteci a blastermom@gmail.com oppure a info@ridensrecords.com. Grazie ancora!

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