I Ministri @ Atlantico (Roma) – 04/2018

Sanguinare per sentirsi vivi

Ho letto che le nostre ferite non guariscono mai davvero. Noi crediamo che guariscano e apparentemente è così, ma possono sempre riaprirsi. Non so se ho capito bene il meccanismo, ma succede che il collagene le salda e continua a saldarle. Noi non ce ne accorgiamo, è una delle tante cose che il corpo fa a nostra insaputa, senza bisogno della nostra volontà. La mia mezzaluna bianca sul polpastrello è sempre la stessa cicatrice ma in realtà è diversa. La sua lucertola sull’inguine è sempre la stessa cicatrice ma in realtà è diversa. Il mio bruco alla fine della schiena è sempre la stessa cicatrice ma in realtà è diversa. Dicono che ogni sette anni l’intero corpo rinnova le proprie cellule completamente. In mancanza di vitamina C il nostro corpo non è in grado di produrre il collagene. In mancanza di vitamina C i marinai che circumnavigavano il globo si ammalavano di scorbuto e morivano. Quando lo scorbuto è in fase avanzata le vecchie ferite riappaiono. I marinai che circumnavigavano il globo, forse, prima di morire facevano in tempo a ricordare le risse, i duelli, gli incontri ravvicinati con gli squali.

Ed è qui che quello squalo gigante della copertina del disco albeggia nel buio sullo sfondo, dietro e di fronti a tutti. Riesce a nuotare bene nell’Atlantico. L’Oceano Atlantico risulta essere il secondo più grande della Terra, su di esso si estendono tantissime spiagge dove in alcune zone, la presenza degli squali, risulta essere in maggiore affluenza.
Qui siamo a Roma, un sabato sera puntualissimo di metà Aprile. I Ministri sul palco, il loro nuovo album “Fidatevi”, l’attesa di volerlo ascoltare dal vivo, il loro nono concerto che colleziono. La fede e la determinazione nel Rock, di tuffi nel passato, di presente più maturo, di un pubblico variegato, da adulti agli adolescenti. Il live club non è sold out, non è completamente pieno, ma non tutti sono pronti a nuotare in un oceano congelato. L’Italia non è mai stato un paese incline al Rock, siamo un popolo di canzonette, ma chi rimane ad urlare ce lo teniamo stretto e ci uniamo al coro. Ci uniamo a loro, che hanno la responsabilità di salvare questo Rock, che hanno la responsabilità di gridare, saltare, buttarsi, sudare. E soprattutto suonare, per davvero. Io ci credo ancora e sanguinare è l’unico modo di sentirsi vivi.

 

Sofia Bucci

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