Me lo tira il pallone?

Quelle domeniche un po' così che le devi prendere un po' colà

Dovrebbe capitare una volta ogni 5 anni.
Forse una volta ogni tre, eccezionalmente.
Ma la normalità, si sa, non è di casa tua.
E a te ti tocca ogni anno, a volte due. Massimo tre.
Dico di andare a votare. Mica cose serie.
Per quello non c’è un momento, una data. Le cose serie accadono, mica ci puoi fare qualcosa. Altrimenti non sarebbero serie, sarebbero programmate.
Sarebbero un pò come Sanremo. E le cose come Sanremo, quelle programmate dico, hanno un pregio, ovvero che le puoi evitare.
Eh si! Sai giorno, ora, luogo. Puoi scappare, puoi fuggire, puoi metterti i tappi nelle orecchie, comprare la serie completa di Beautiful da vedere in quei tre giorni di mummie e raccomandati, sperando la morte ti prenda nel sonno e ti eviti di sapere chi ha vinto.
Però dalle elezioni mica scappi, quelle sono un dovere.
Un obbligo quasi.
Un diritto.
Capito sono un diritto/dovere/obbligo. Cioè in sintesi non vuoi, ma dovresti, ma devi. Manco tua madre quando ti faceva le verdure esercitava un potere tanto confuso.
«È la democrazia” dicono».
Ma non sanno che la parola “democrazia”, nei tempi in cui fu coniata, indicava una cosa brutta. Bruttissima. Era la corruzione della “Politeia”, ovvero il potere delle masse.
Eh si! La democrazia non era più il vero potere del popolo, ma una forma distorta di quel concetto.
E a pensarci bene te, povero portatore di diritto/dovere/obbligo, sei una vittima di questa distorsione. Ti tocca andare dentro un seggio con la tua schedina e matitina e votare il meno peggio. Si il meno peggio, a meno che crediate nelle favolette.
Siete costretti a subirvi giorni e giorni di cazzari professionisti che vi chiamano “patrioti”, che parlano di disarmo tramite un accordo con la Russia, che parlano di stati indipendenti e governo dell’Italia nella stessa frase. Se uno proponesse di trovare la porta che conduce a Narnia, forse sarebbe più credibile.
Così come ogni anno o quasi sarete costretti ad uno stupro mentale dei più beceri, a resistere a tutte le imprecisioni, le castronerie e i congiuntivi dissacrati da queste menti.
Sarete costretti a farvi quel chilometro, rigorosamente a piedi, per arrivare da casa vostra al seggio. Non prendete l’auto perchè non ci volete andare, volete ancora qualche istante prima di fare una X su un foglio di carta e segnare il vostro destino per il prossimo anno.
Sarete quindi costretti a…
«Signore??!!!».
«Eh?».
«Signore!! Ci può tirare la palla?».
«“Signore”? A me???? Ma se ho poco più di trent’anni!».
«Signore per favore la palla! Sta dietro di lei!».
Ma signore di cosa! «La palla?».
«Si la palla! Quella rossa!».
Ti dicono signore. Ti dicono di prendere la palla. Ti dicono che quel giorno dovresti votare.
Un signore, di regola, dovrebbe rispondere che quella palla gliela buca.
Ma te non sei un signore, te sei ancora un ragazzo. E di stare alle regole ancora non ti sei abituato.
«Questa? Occhio che lancio lungo!».
«Siiiiiii!».
«Sciabolata morbida!».
Ed ecco che la palla si stacca da terra. La forza impressa dal collo piede scamosciato delle tue polacchine la fa roteare quanto basta per darle quella traiettoria a forma di arcobaleno che taglia l’aria senza chiedersi quando tornerà a terra. Il bambino corre all’indietro per poter stoppare al meglio la palla con l’interno del piede destro, mentre gli altri lo guardano compiere l’impresa di catturare un cross di potenza e lunghezza che nessun compagno può ancora fornirgli. E tu hai lanciato lungo proprio per vedere se ne è capace.
«Ce la fa».
La palla tocca la scarpa da ginnastica del bambino. Poi va a terra.
Il controllo è riuscito. E tutti corrono da lui a complimentarsi.
«Signore ma lei è fortissimo!».
«Ma no, sono solo più grande, ho giocato tanto a calcio».
«E allora può giocare con noi? Ci manca uno!».
«Ma dovrei andare a votare bambini».
«E che sarebbe?».
«E niente, devo andare a mettere una X su un foglio di carta».
«Ed è meglio di giocare a pallone?» conclude il bambino porgendomi la palla.
Come ho detto prima, nella vita ci sono cose serie, cose programmate, e cose che accadono.
Le cose programmate le puoi evitare.
Le cose serie invece accadono.
E non le puoi evitare.
Non tanto perchè non puoi, quanto perchè non vuoi.
«Sciabolata morbida!».

.

Matteo Madafferi

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9 Comments

  • c’e’ un filo sottile dietro questo post che lega un apparente riflessione esistenziale con l attualita che ci massacra giorno dopo giorno

    • E’ il filo sottile su cui camminiamo ogni giorno. La chiamano vita, ma secondo me la vita è un altra cosa. Buona partita Nicola

  • democrazia e il voto al meno peggio ,la storia degli ultimi decenni dell’italia che rimane pur sempre davanti un pallone che gira ….. questione delicata. ;))

  • sei un blogger interessante , brillante e acuto. mi piace questo tipo di scrittura sono ben d accordo con il tuo post sarebbe bello chiuderla sempre con una bella partita a pallone ma …..

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