Una lettura alternativa sul Presidente che ci ha protetti sbagliando

La decisione critica di Mattarella tra necessità di proteggere l'Italia dagli speculatori finanziari e l'avventato veto su un Ministro ideale!

Avevo promesso al direttore di UkiZero che avrei proposto un articolo concernente le banche ed i mercati finanziari ed avevo ritenuto dunque opportuno tacere finché non fosse passato questo momento infinito di delirio istituzionale, anche perché per esprimermi dettagliatamente e senza cadere vittima delle trappole della semplificazione del pensiero in merito ad una decisione così forte e controversa presa dal Capo dello Stato avrei preferito godere di un po’ più di tempo per analizzare la questione con lucidità.
Purtroppo nelle ultime ore ne ho lette e sentite davvero troppe.
Ho sentito persone scagliarsi in malo modo e talvolta anche con toni davvero riprovevoli contro Sergio Mattarella (Vedi tifosi a 5 stelle, vedi pseudo fascioleghisti, vedi sedicenti esperti costituzionalisti del web) e, di contro, ho osservato i soliti leccaculo idolatrare il Presidente della Repubblica come si trattasse di una divinità (vedi perbenisti, vedi timorati di Dio, vedi Lucia Annunziata, vedi importanti testate giornalistiche italiane e straniere, vedi anche qui sedicenti esperti costituzionalisti del web).
In uno scenario di questo tipo non riesco a trattenere il desiderio di cercare di fare chiarezza, tant’è che mi ritrovo a scrivere alle 2.40 del mattino.

In primo luogo, anche che preferisco occuparmi di temi inerenti l’economia o, comunque, temi che possano in qualche modo concernere l’utilizzo delle risorse di uno Stato da parte dell’amministrazione politica, in questo caso vorrei riuscire a ragionare lucidamente su quanto accaduto nelle ultime ore anche a livello politico e sulle possibili conseguenze delle scelte della più alta carica dello Stato. Dunque, prima di procedere è giusto puntualizzare alcune cose, al fine di non essere poi travisato e frainteso.

Prima premessa: voglio pensare in totale buona fede – ovviamente – al di sopra di ogni sospetto di un eventuale complotto da parte dei mercati finanziari e dell’Europa.

Seconda premessa: (per chiarezza) – i mercati non sono buoni e non sono cattivi, poiché gli operatori dei mercati finanziari agiscono – come anche accade per quanto concerne gli attori dell’economia cosiddetta reale – in funzione di ciò che può portar loro una rendita e, dunque, senza alludere ad eventuali complottismi, è possibile che per alcuni speculatori le situazioni di incertezza politica portino a rendite maggiori, visto che in finanza esiste una relazione lineare tra rischio e rendita.

Terza premessa: non voglio ragionare in termini di europeismo o antieuropeismo poiché credo che siano due categorie non solo non contrapposte, ma addirittura inesistenti. Per come la vedo io è esattamente come affermare di essere terristi o antiterristi, che non significa assolutamente nulla.
Esiste però di fatto un’Unione Europea che talvolta viene pontificata come se fosse qualcosa di intrinsecamente perfetto e questo è profondamente sbagliato, poiché se la si considera un dogma allora diventa una questione di fede e, come sappiamo, fede e ragione non viaggiano esattamente sullo stesso piano. Lasciamo dunque la fede ai sacerdoti ed iniziamo a riflettere sul fatto che si può essere orgogliosi dell’Unione Europea e, proprio perché la si ritiene una cosa importante, si può pensare di poterla migliorare.
Date queste tre semplici premesse, spero comprensibili a tutti, vorrei affrontare in modo sinottico la cronistoria degli ultimi giorni.
Ora, Lega e Movimento 5 stelle – che considero da sempre un sintomo del Sistema che loro stessi contestano – hanno presentato una lista di Ministri che, a loro modo di vedere, potesse soddisfare quelle che erano e restano tutt’ora le loro esigenze programmatiche di governo.
Fatto salvo il caso che questo agognato Governo mai nato potesse non piacere a molti (tra cui il sottoscritto) risultava palese a tutti che un Ministro dell’Economia come Paolo Savona potesse essere in grado pienamente di assumersi la responsabilità di andare a trattare ai tavoli europei circa alcune posizioni dell’Italia e farlo con una certa veemenza, oltre ad una certa dose di autorità in termini accademici.
Detto questo, a smentire le preoccupazioni di molti circa la possibilità che Savona potesse interpretare la parte del pazzo anti euro ed anti europa ci ha pensato Savona stesso, dichiarando pubblicamente che, qualora avesse avuto la possibilità di operare in qualità di Ministro della Repubblica, non avrebbe messo in discussione né l’unione monetaria né la permanenza del nostro paese nell’Unione Europea.
Cosa è accaduto allora? Come mai Sergio Mattarella, nonostante le dichiarazioni dello stesso Savona, si è lanciato in una scelta effettivamente un po’ spregiudicata, se non altro per le giustificazioni fornite in merito (che sanno oggettivamente tanto di scuse)?

Io credo fermamente l’abbia fatto in buona fede e non, come affermano i più sciocchi seguaci del gomblottismo, per favorire i mercati.
Credo al contrario che, pur agendo in maniera un po’ sconsiderata e forse sbagliata, abbia cercato di difendere a suo modo l’Italia dagli speculatori dei mercati finanziari.

Non solo, credo anche che Mattarella il Governo lo volesse veramente, se non altro per evitare possibili scenari futuri che vedrebbero – stando ai sondaggi odierni – Salvini leader di un centrodestra forte di una posizione di autonomia in termini governativi.
In parole povere Di Maio avrebbe avuto la funzione di una sorta di moderatore in grado di impedire una deriva fascioleghistameloniana (cosa che invece probabilmente si verificherà alla prossima tornata elettorale).

Detto questo credo, come precedentemente asserito, che intimorito da qualche avvisaglia di rigonfiamento dello Spread Mattarella abbia deciso di osare una mossa che potrebbe effettivamente costargli cara in termini di consenso (soprattutto di consenso parlamentare) provando però, con i mezzi di cui dispone, a scongiurare il fatto che gli speculatori finanziari iniziassero ad aggredire l’italia.

Attenzione però, quando parliamo di Spread dobbiamo stare attenti ed essere precisi.
Non è questa la sede di dibattimento circa le peculiarità tecniche dello Spread, o Delta, o “differenziale”, ma dobbiamo comunque sapere che se lo Spread sale i Titoli sul debito pubblico assumono un profilo di maggior rischio e, per tornare alla seconda premessa, non dimentichiamoci della relazione lineare tra rischio e rendita.
In poche parole, se lo Spread sale gli speculatori ne gioveranno.

In effetti però dobbiamo anche smettere di pensare allo Spread come un meccanismo di difesa contro qualcosa di pericoloso. Lo Spread non è come un’eruzione cutanea che può avere la funzione di indicatore di problemi del nostro stato di salute. Per capirci, lo Spread, che in questi giorni era a 200, non indicava necessariamente che un Governo gialloverde rappresentasse una minaccia alla salute della nostra economia.

In effetti, da cosa può dipendere il rigonfiamento dello Spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi o francesi?
In primo luogo da come un Paese e la sua economia vengono valutati. E chi valuta un paese e la sua economia?
Le agenzie di rating.

Ma le agenzie di rating si muovono sempre e comunque secondo razionalità o comunque tenendo conto di rapporti tra media e varianza? Non è detto.
In effetti una valutazione sbagliata o volutamente sbagliata può condizionare la crescita del “delta” tra il valore dei titoli del debito italiano e, ad esempio, tedesco.
E se le agenzie di rating valutassero male la nostra salute economica e dunque il rischio da parte degli investitori e di conseguenza generassero un rapporto crescita lineare tra rischio e rendita?

In questo caso potrebbe anche darsi che, se fosse accaduta una cosa analoga, il presidente Mattarella si sia trovato costretto ad operare come ha fatto, anche contro la stessa sua volontà.
Se così fosse, potremmo dire di avere un presidente che agisce per nome e per conto della finanza?
No, poiché così facendo ha impedito agli speculatori di mangiarsi il nostro debito pubblico (ovvero risparmio privato).

Possiamo dire che per fare questo ha tradito la volontà degli italiani?
Beh, in parte si, ma, come detto potrebbe averlo fatto perché costretto a scegliere il male minore tra grande delusione popolare e aggressione da parte degli speculatori.

In ogni caso non si può certo dire che Mattarella abbia agito in nome dei poteri finanziari, semmai, come tutti noi, ne è stato vittima.

Questo scenario rende ovviamente inevitabile una riflessione sul potere delle democrazie, che assumono un ruolo sempre più marginale e, di contro, ci offre una chiara veduta sulla natura della finanza che, ripeto, non è buona o cattiva, semplicemente agisce per natura in modo da fagocitare qualunque cosa le dia nutrimento.

 

Leonardo Pierri

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7 Comments

  • Insomma si è dovuto agire in questo modo per non peggiorare una situazione già compromessa ….
    Certamente ho più chiare alcune cose… grazie Pierri, articolo fondamentale

  • Concordo con Pierri. Mattatella ha protetto l’Italia dai mercati perché l’Ue con la modifica della Costituzione fatta è ormai a tutti gli effetti un elemento costituzionale da rispettare per legge, c’è poco da fare!
    Il discorso è che non saremmo mai dovuti arrivare a tanto !!! L’errore è stato l’adesione ai trattati di Lisbona, fiscal compact etc…

  • ammiro il pacato argume di Pierri, ma a questo punto mi chiedo io :
    CON LA SCUSA DELL IMPEACHMENT NON ERA IL CASO DI INSISTERE E SVELARE LE MAGAGNE E L’INFATTIBILITA’ DI QUESTA EUROPA ????!!!! QUANTO ANCORA DOBBIAMO ASPETTARE??? DAVVERO CI SPAVENTA LA BUFALA DELLO SPREAD ???

  • Articolo interessante con cui concordo. Avrei preferito allora pero’ un faccia a faccia tra Mattarella e Savona come fronte unico contro l europa

  • raga’ Cottarelli puo’ darsi che rinuncia… forza Savona !!!! :)))
    secondo me, con pacatezza, e competenza in materia come sottolinea nel articolo Leonardo Pierri , possiamo provare ad insistere contro le banche europee

  • verissimo che Mattarella ha protetto la Costituzione in quanto l’UE ormai fa parte della nostra carta costituzionale e non possiamo tirarci indietro così facilmente senza che ci massacrino……però proprio per questo bisogna una volta per tutte portare sul tavolo del dibattito la questione della sovranità monetaria

  • Qualunque scelta non salva questo paese dall’essere fagocitato…perché già lo è…!
    Pur essendo tra i paesi fondatori di questa osannata e maledetta EuropaUnita…non ha alcun potere decisionale determinante.
    La salvezza sarebbe un governo “Bolivariano”…forte e deciso che…sicuramente…verrebbe attaccato da tutti.
    Ma per fare questo ci vuole coraggio…coraggio per affrontare un periodo di livellamento socio/economico che un governo del genere imporrebbe a tutti quelli che ora vivono al di sopra delle loro possibilità e a quelli che…invece…le possibilità ce le hanno…pure troppe…ma non vogliono dividerle con quelli che non ne hanno alcuna.

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