Le capacità “vive”… delle piante

La coscienza cellulare è comune a tutta la vita: le piante danno segni di reazione di fronte il potenziale elettrico circostante... e sono altruiste!

– parte la musica di Quark, anche conosciuta come “Aria sulla IV corda” di Bach: Oggi parliamo di piante. La pianta è un prodotto della natura e somiglia all’essere umano più di quanto ci si possa immaginare… Ok, ok.. farò il serio, va bene? Però è vero che parliamo di piante! E non di esseri vegetali umanizzati come i Trent o il personaggio de “I guardiani della Galassia”. Ciò di cui vogliamo discutere sono gli aspetti che associano le piante all’essere umano, entrambi prodotti della natura.. quindi qualcosa di simile era inevitabile l’avessero, a mio parere. Il viaggio verso insondati “campi di energia” che si esprimono nella sensorialità e nella straordinaria capacità comunicativa delle piante, iniziò già con passati studi per registrare, attraverso elettrodi posti sulle foglie, le variazioni elettriche prodotte dalla percezione delle stesse di intenzioni e di emozioni umane.

 

Le piante non apprezzano il frastuono prodotto dalle attività umane (non piace neanche a noi molto spesso, figuriamoci a loro).  Poi pare che le piante produrrebbero musica e canterebbero (ecco.. poi non venitemi a dire che reincarnarsi in pianta sarebbe noioso). Biologia umana e vegetale si assomigliano e si intrecciano.

Il vantaggio dello studio di queste somiglianze potrebbe aiutare gli scienziati nella lotta a malattie come il cancro. Ora, uno degli aspetti su cui gli studi si concetrano e che dovrebbero associarci alle piante è quello dell’altruismo… e diciamo che se è questo quello su cui dobbiamo stabilire una certa somiglianza, c’è poco da stare allegri.

 

Le piante sono altruiste

Università del Colorado. Alcuni ricercatori hanno condotto degli esperimenti. Da questi è venuto fuori che le piante sarebbero dotate di un certo altruismo.

Al centro dello studio c’erano dei semi di mais fecondato. Ognuno di questi semi conteneva un embrione e un po’ di tessuto cellulare, quindi due piccoli di mais in potenza, anche se il tessuto cellulare va ad alimentare l’embrione durante la crescita (quindi si sacrifica? Povero! È triste questa cosa..). Cosa hanno studiato gli studiosi? Hanno messo a confronto il comportamento degli embrioni e dei tessuti cellulari che condividono gli stessi genitori con il comportamento di embrioni e tessuti cellulari che hanno la stessa madre ma padri diversi, sono fratellastri in pratica. Pamela, la professoressa a capo del Dipartimento di Biologia Evolutiva nel quale sono stati condotti gli studi, ha spiegato che gli embrioni con gli stessi genitori avevano una quantità di tessuto cellulare di cui nutrirsi maggiore rispetto all’altro gruppo, quello dei fratellastri. Si è visto che il tessuto cellulare fratellastro è meno cooperativo, si sacrifica di meno, è più diffidente… cioè si sacrifica più volentieri quando gli embrioni appartengono al 100% alla sua famiglia.

 

Considerazioni

Ecco, mi pare che di altruistico, come lo intendiamo noi, non ci sia niente… sacrificarsi di più per la propria famiglia e di meno per quelli che ne sono al di fuori mi pare tutto fuorché altruistico. È altruistico il fatto che ci si sacrifichi completamente per un proprio parente stretto, come accade quando i tessuti cellulari e gli embrioni hanno gli stessi genitori, è vero.. e magari anche logico. Fa tanto romantico! Però non lo è il fatto di dire: “fratellastri? Allora non mi va di sacrificarmi più di tanto”.

 

Commento

Questa capacità non mi pare poi un granché.. anzi, è piuttosto una bufala! Francamente, l’atteggiamento del sacrificarsi per i propri simili, perché appartenenti alla stessa famiglia, ma non tanto per gli altri, mi sembra piuttosto egoistico detto in termini di essere umani.  Non vi sembra? Un paio di anni fa, fu studiata un’altra pianta e fu scoperto che questa cambiava il suo atteggiamento a seconda del grado di parentela avuto con le piante che le crescevano intorno.

 

Cosa abbiamo imparato

Meno male che l’evoluzione si è socializzata, come diceva Darwin, perché se si agisse come le piante, che sono tutt’altro che altruiste, andremo a finire molto male! Ok la natura, va bene l’evoluzione, massimo rispetto per la tutela dell’ambiente, perfettamente d’accordo con l’atteggiamento druidico del vivere in armonia, ma se dobbiamo scoprire una cura contro il cancro basandoci sulle somiglianze che ci sono tra noi e le piante e quello di cui si discute è questo fantomatico altruismo, che poi tanto altruismo non mi sembra, non stiamo messi bene.

Insomma, al livello di “salviamo il genere umano dall’estinzione”, questi studi risultano poco utili..

Roberto Morra

 

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