La menzogna di Natale

Un Mito millenario costruito intorno alla "Croce dello Zodiaco" nel periodo in cui la Terra ha del tutto in sé il proprio elemento animico in connessione con l'energia solare. Dal 21 al 24 dicembre ci sono 3 giorni in cui il sole è al suo minimo, per poi "rinascere" il 25 dicembre. Il Solstizio d’Inverno segna il trionfo sulla morte. È il momento della meditazione e dell’introspezione, la fine di vecchie abitudini mentali disfunzionali... la morte del vecchio "Io" limitato. È la nascita di una nuova energia, il risveglio del Sole: l'astro che veicola le energie salvifiche e benefiche dell'universo, è la "Coscienza Cristica" dentro di noi. Il Rito del "Natale" insegnava all'Iniziato che prima di ricevere la “Fiamma del Sole”, ossia prima di ricevere la Trascendenza e recuperare l'essenza divina insita all'Essere Umano, bisognava cercare lo “Spirito” che è nella Terra, la forza chiusa nella “Pietra Filosofale” in grado di trasformare l'Anima: con l'unione di questo Spirito alla magnificenza solare, si poteva ricreare il cosiddetto “Ponte di Luce”. Il Solstizio irradia quei campi energetici in grado di trasformare il "Bimbo Alchemico" che è dentro di noi e reintegrare infine il “Ponte” tra l’umanità e la Divinità

Nel Cristianesimo non c’è nulla di originale, è un compendio della mitologia egizia, del mitraismo e del manicheismo da cui provenivano le prime mistagogie esoteriche. Ebbene, la Tradizione perenne è il frutto di metafore anagogiche sugli Archetipi a fondamento della Coscienza e dell’Inconscio umano, così come dell’Ordine Naturale dell’Universo stesso. Da questa psicogonia gnostica ed esoterica, comune anche alle filosofie Orientali, nasce la Tradizione primordiale dietro ogni religione. In effetti il Cristianesimo autentico dovrebbe essere studiato attraverso i codici giudaico-alessandrini, considerati gnostici, che ci parlano di un Yeshua iniziato ad una Sapienza molto diversa da quella che conosciamo attraverso la Chiesa Cattolica Romana, ergo ben differente da quel successo politico nato durante il Concilio di Nicea nel 325 d.C. volto a mantenere lo status quo imperiale

 

Attualmente esistono più religioni di quante sono le diverse fedi calcistiche in tutto il mondo. Il cattolicesimo è solo una delle tante fedi, noi non abbiamo l’esclusività né su Dio né sulla verità assoluta. Al cristianesimo aderisce solo il 32% della popolazione mondiale, ed è in calo, a dispetto del 19% dell’Islam che è in crescita. Inoltre è bene specificare sempre che qui ci soffermiamo solo sulla chiave di lettura che ha a che fare unicamente con i “codiciermeneutici delle Sacre Scritture, dunque si tratta di una lettura anagogica e spiritualista, e con gli studi delle scienze esoteriche in tutti i Testi religiosi del mondo.
Sappiate che gli antichi libri sacri contengono nascoste tutte le leggi di natura dell’universo neanche fossero dei manuali di fisica quantistica, compresa dunque la Torah, che verrà in questa sede presa in considerazione attraverso i significati simbolici della ghematria e non dal punto di vista “letterale“. In quel caso infatti si aprirebbe un complesso discorso ‘a parte’ che non considereremo in questa sede – anche perché studi come quelli di Zecharia Sitchin si fondano appunto su traduzioni prestamente letterali, lo stesso vale per quelle del prof. Mauro Biglino che, seppur trattasi di un lavoro intellettualmente onesto, si basa ancora una volta su una “lettura letterale” eseguita su una Bibbia talmudica riscritta nell’Alto Medioevo… perciò credo sia davvero inutile farne un discorso scientifico o considerarla meritevole di attendibili considerazioni, viste le molteplici traduzioni tendenziose e per nulla condivise da svariate fazioni diverse all’interno della stessa religione. Infatti, da quella lettura superficiale se ne ricava solo un romanzo di guerra in cui si parla di entità sovrumane, fatti o eventi incredibili, ecc… entità che la mitologia contemporanea (sotto l’influenza dell’ufologia e dell’archeoastronomia, così come di quella deleteria corrente qual è la New Age) ritrova negli Alieni e in tecnologie extraterrestri (mentre il Mito degli Antichi li interpretava come spiriti, demoni, dèi e manifestazioni trascendentali…). In effetti un lettura letterale sembra rimanere costretta ad un senso prettamente storico-letterale, scontrandosi quindi con un resoconto a dir poco inverosimile, che altro non è che una materializzazione del senso politico (ed economico) di quella specifica “letteratura” riletta secondo una visione dispotica. Invero, i sottotesti che venivano occultati sotto quelle “storie” e dietro il significato letterale delle parole erano “insegnamenti” archetipici e senza tempo, che avevano a che fare con una certa “psicogonia” rivolta al processo di individuazione del Sé. Questa autentica Tradizione perenne è da ricercare nei misteri dei glifi della tradizione egizio-sumera e in quelli atavici della mitologia ebraica, ergo nei simbolismi archetipici delle forme degli ideogrammi con cui era costruito il codice alfa-numerico di un’ancestrale “scrittura sacra“.

 

All’alba dei tempi, l’uomo capì che l’intera esistenza era frutto di una fondamentale energia cosmica che ordinava tutto l’universo – oggi la scienza trova la matrice del Tutto nel cosiddetto “Quantum Vacuum“, per cui si stanno studiando le dinamiche di un plasma superfluidopolare e neurale (che appunto costituisce il Vuoto.. ricordando il concetto di “Etere” che gli Antichi mettevano a fondamento dell’universo), e che sembra essere una sorta di tessuto connettivo costituito da “quanti-neuroni” a formare una proto Coscienza trascendentale in grado di governare tutto ciò che è! Oggi gli scienziati affermano che l’universo è una sorta di software intelligente, gli antichi parlavano dell’onnipervadente Coscienza cosmica dell’Essità divina  (dunque non un’Entità personale che ci giudica), ciò che in sostanza, successivamente, fu identificato come Dio (che in seguito con l’antropomorfismo e il Monoteismo divenne appunto una mera Entità personale), e la vita dell’uomo dipendeva dalla sua più grande manifestazione visibile: l’“ordine”, nel tempo, della volta celeste. La nostra galassia, con tutte le sue “forze energetiche” e “movimenti” astrali era ovviamente all’origine dell’esistenza stessa del nostro pianeta, ed il sole era la “luce” alla base della vita per l’umanità intera.

Il Sole era considerato creatore dello “spirito”, del colore e della luce: quindi è il “Padre” e custode della vita umana, per questo motivo era ritenuto la divinità tutelare (deus) di chi sta per nascere.
«Perché Dio Padre genera l’Amore col suo cuore, di cui il sole, che largisce le virtù ad ogni cosa e ad ogni essenza, è la figura nel mondo esteriore» (Jakob Bohme).

Dio Sole

Dal cielo l’Essere divino faceva cadere la pioggia, l’acqua è portatrice di vita, feconda e vivifica la Madre Terra (o Madre Natura), mentre l’energia vitale del sole era il Padre. L’unione del cielo e della terra era simboleggiata dal sole e la terra che donano i frutti e il sostentamento della vita sul pianeta. Inoltre, quando il sole scompariva all’orizzonte c’era la luna ad illuminare le tenebre: cioè la luce dell’inconscio che illumina il buio delle nostre menti (quantunque la luna è pur sempre illuminata dal riflesso originario della luce solare).

Intanto, le quattro stagioni, le 12 case astrologiche, le stelle e i loro movimenti, i solstizi e gli equinozi, erano l’Ordine Divino Naturale, ossia l’ecosistema temporale che manteneva in vita l’umanità nella Natura. Tutte le prime religioni di ogni civiltà nativa della terra veneravano il cielo e le stelle, una visione pancosmica era alla base dell’universo e di tutte le sue leggi di natura, il Tutto governato da una SuperCoscienza (che pur essendo l’anima stessa del mondo, risiedeva al di fuori di esso, in un piano trascendente): il Grande Spirito Divino animava dalla “fonte” l’intero cosmo in ogni suo aspetto attraverso la “Legge dell’Ottava” (ossia le dinamiche energetiche alla base di tutti i processi di trasformazione ed evoluzione dell’universo) per mezzo della cosiddetta ‘forza’ (“Coscienza Cristica“) della “Croce“, ossia vibrazioni sottili conformantesi nell’incrociarsi della Via Verticale (evolutiva) e di quella Orizzontale (contrattiva): un ‘focus energetico’ che governa la Coerenza elettrodinamica per l’equilibrio dei Sistemi Quantistici vitali della nostra dimensione.

Ebbene, per cominciare a fare un accenno alla nostra cultura religiosa, possiamo anticipare dicendo che la mitologia segue le evoluzioni cosmiche e stellari di pari passo con le dinamiche della psiche umana, poiché tutto è psiche, giacché tutto è determinato dalla Mente Assoluta dell’Esseità Divina. Allo stesso modo, i Profeti e i saggi mistici ricalcavano il loro percorso catartico e d’illuminazione seguendo le “leggi di natura” che governano la Vita a cominciare dalla dimensione materiale fino ad ascendere alla realtà invisibile, nel mondo subquantistico che proviene dall’inconscio dell’Esseità trascendentale del Divino. Ecco che anche la vita di Yeshua il Chrestòs è simbolica, ed ogni fase del suo percorso catartico è alchemico. In Yeshua il Cristo, al momento preciso della “Natività”, sono dunque uniti il “Chrestòs” chiuso nella “Pietra Filosofale” e la “Fiamma” venuta dal Sole, ossia Yeshua l’uomo adamitico. Attraverso il suo percorso Iniziatico il Profeta ha permesso di reintegrare il “Ponte di Lucetra l’umanità e la Divinità, realizzato più tardi dalla “Passione” (il sacrificio del proprio illusorio Io in favore di un nuovo Sé integrato e numinoso) e iscrivendosi nello psichismo dell’umanità: infatti nella Coscienza Collettiva sappiamo che l’uomo può realizzare ormai il suo processo alchemico, sull’esempio di Yeshua il Chrestòs che lo conduce verso la “Crocifissionedel corpo di Adamo, dell’ego materico e delle sue memorie, per giungere alla “Resurrezione”. Perciò, prima di ricevere la “Fiamma del Sole”, prima di ricevere la Trascendenza, bisogna cercare lo “Spiritoche è nella Terra… ciò che è in tutti gli uomini: bisogna riattivare l’energia vitale (detta “Luz” dalla Tradizione gnostica o chiamata “Kundalini” in Oriente), latente in noi e che risuona dell’Esseità divina. Unendo questo Spirito alla magnificenza solare, si creerà ilPonte di Luce” (“Arcobaleno“). Durante il “Solstizio d’Inverno” le energie cosmiche favoriscono questa consapevolezza mirata a trovare ognuno il proprio percorso per il Ponte di Luce… È la possibilità di vivere la discesa della Luce e della gioia in noi, o la salita della Luce e della gioia in noi, così come si congiungono in noi lo Spirito rinchiuso nella Terra e nell’Anima dell’uomo, e lo spirito Solare trascendente che scende in noi. Questo è il processo biopsichico che realizza la vera trasformazione del “Bimbo Alchemico”, ergo dell’umanità intera in un nuovo e integrato Sé Superiore! Una connessione cosmica tra universo ed essere umano che risuona in armonia con l’Onesses… con l’ “Io Sono l’Io Sono” nella Coscienza Cosmica della Divinità. È la Luce che esce dalle Tenebre e torna alla fonte dell’Esseità divina così come noi, dopo aver seminato buoni propositi durante l’inverno, giungiamo a goderne dei frutti con il risveglio spirituale primaverile.

Il Mito racconta di “campi di dominio” quantistici che inglobano l’universo intero. Pertanto la Mitologia si occupa di astronomia, e in chiave astronomica va interpretato. In tutto il mondo gli stessi miti trasmettono i medesimi messaggi astronomici. Non a caso gli dèi vengono associati ai corpi celesti… ai pianeti. I fatti e i luoghi narrati dalle storie mitiche non avvengono sulla Terra ma nel Sistema Solare, quindi non sono da ricercarsi sull’atlante geografico (almeno se non come loro specchio materico sotto influenze energetiche), ma sul piano dell’Eclittica! Sulla “Croce dello Zodiaco“!
In termini esoterici, questo periodo è il momento della pausa, della riflessione, della meditazione… che permetterà all’iniziato, attratto dalle alte vette come il mitico Capricorno, nel cui segno il Sole entra al Solstizio d’Inverno, di elevarsi e riprendere, con consapevolezza, il viaggio nel labirinto della sua interiorità. Se il Solstizio del 21 dicembre segna la meditazione e l’introspezione, la fine di vecchie abitudini mentali disfunzionali, la morte del vecchioIolimitato, il 25 dicembre è invece la nascita di una nuova energia, il risveglio del Sole, il “Chrestòs” dentro di noi.
Se le fasi lunari ci raccontano di come l’energia femminile vive nel cosmo e quindi anche dentro di noi, la ruota dell’anno solare attraverso le 12 Costellazioni che rappresentano i vari temperamenti dell’essere umano, ci descrive il comportamento dell’energia maschile… e l’energia mascolina del Sole è l’energia cristica.

Ogni “corpo” nell’universo è un sistema di gerarchie annidate di frequenze vibratorie che si manifestano come sistemi discreti all’interno di sistemi più grandi e più complicatiun universo di strutture vibratorie da quelle elementari a quelle sempre più grandi e sempre più complesse. Questi Sistemi risuonano tra loro, sono cioè in connessione, attraverso il “dialogo sottile” tra i “domini di coerenza“: tutto dipende dal “potenziale vettore” che si irradia dal Campo quantistico e se lo fa secondo una coerenza elettrodinamica, che porta ordine al Sistema, o secondo una non-coerenza, che porta il disordine all’entropia e dunque all’anullamento del sistema stesso (anche se l’energia non muore… semmai si trasforma in altro!). Allora, se siamo tutti collegati con ogni corpo vivente dell’Universo è chiaro che siamo strettamente collegati con il Campo energetico del nostro Sistema Solare. Ogni pianeta vibra secondo una determinata frequenza, proprio come noi. I campi magnetici dei pianeti influenzano l’energia vitale dei campi umani esattamente come il campo della luna influenza le maree o il ciclo mestruale delle donne. Nell’Universo si scontrano domini di coerenza uguali od opposti, allo stesso modo, per analogia e riflesso, sui Pianeti (compresa appunto la Terra) si scontrano o incrociano sistemi di energie, che, contestualmente, influenzano i campi quantistici dei viventi. Tutte le dinamiche dell’evoluzione stellare sono presiedute dal campo quantistico del Sole e si ripercuotono sulla sottostante evoluzione vitale che si trova sui pianeti… dunque il campo elettromagnetico della Terra è influenzato dai “domini di coerenza” degli altri pianetie la vita bio-psichica degli esseri viventi è allo stesso modo influenzata da quelle coerenze elettrodinamiche.

La nostra dimensione vive e respira (dualità) animata dal “Soffio” dell’energia vitale cosmica, ed è modellata dalla “Direzione infinita” (Divenire) tracciata a livello cosmico dalla Terra e dal Sole/Vulcano.
La Direzione della Volontà divina, disegnata dalla Terra e dal Sole, è l’Arco di Unione Cosmico tra:
– il “Centro Galattico” (presidio attribuito al “Mistero del Centro dei centri” – baricentro della “Croce“),
– e la Costellazione del “Grande Cristo cosmico Orione (“Mistero della Resurrezione“).
Ecco che il “Centro Galattico” sostiene in ogni Solstizio d’Inverno/Sol Natalis Invicti (e a livello della Precessione degli Equinozi ogni 13000 anni circa ) l’equilibrio per il continuum di questa dimensione tramite l’Armonia delle sfere celesti, che è la manifestazione della “Volontà” (planetaria) del Divenire cosmico (che equivale al fine di ogni Iniziazione esoterica volta al raggiungimento dell’equilibrio degli opposti sulla Croce per ottenere la rinascita e la vita eterna). In sostanza il continuum della proiezione olografica della nostra realtà è reso compartecipe dalle dinamiche delle energie cosmiche in ogni passaggio della Precessione degli Equinozi e durante il ‘ritorno alla Luce’ dei Solstizi d’Inverno.

Pertanto, la ‘sacra armonicità’ del Divenire è ancorata alla chiave di volta della ciclicità, ossia al perno di equilibrio dell’ “Asse Polare Terrestre“, tra:
– il Polo Nord dell’Eclittica nella Costellazione del Drago (simbolismo del “Mistero del Potere Vitale“);
– e la Stella Polare (simbolismo del “Mistero della Direzione“)…
..vetta attualmente puntata dal ‘Volere planetario‘ (espresso astronomicamente proprio dall’asse polare terrestre).

A questo punto dobbiamo ricordarci che secondo la Gnòsi, ossia la Tradizione Primordiale, il “Drago” era l’Archetipo dell’Universo cosmico… era lo spazio ultimo su cui poggiava l’intero firmamento e su cui la Croce dello Zodiaco era situata. Il Drago, oltre ad essere il “Guardiano della soia” (il “Guardiano degli Abissi“), cioè il nostro Inconscio con tutti i suoi demoni, traumi e desideri nascosti, laddove dimora l’autentica natura del nostro vero Sé, era anche l’Uroboro, vale a dire l’archetipo della ciclicità infinita che soprassiede all’universalità della nostra dimensione samsarica… era lui il Signore delle stelle e della Vita nella nostra galassia fino ai confini dell’universo (dunque le mistificazioni sulla storia del “Diavolo” sono degenerazioni postume ai simbolismi del Drago. Tutto parte dall’Archetipo del “Serpente“, che quando ha postura verticale –Via Verticale/evolutiva- rappresenta la Conoscenza e l’Illuminazione spirituale, quando invece ha postura orizzontale –Via Orizzontale/involutiva- diventa una forza contrattivadistruttrice… un’energia non-coerente con i sistemi quantistici. Inoltre, quando il serpente ci mette di fronte le nostre “paure“, allora entra in gioco il simbolismo dell’Archetipo del “Drago“… che diventa il Guardiano degli Abissi del nostro inconscio: lo specchio di sé stessi dove si nascondono tutte le nostre responsabilità, tutte le nostre paure e azioni negative – vedi appunto il Diavolo e l’Inferno. Il Drago è il signore dell’ordine naturale e della sua ciclicità, è il guardiano che ci mette di fronte le nostre colpe e responsabilità… è davanti a lui che scegliamo la Luce oppure le Tenebre seminando così Karma nel nostro percorso evolutivo – vedi il mito dell’ “Albero della Conoscenza del Bene e del Male“, dove il “Messia/Archetipo” Lucifero/Arimane svela all’uomo la “Dualità” materica con tutte le sue ripercussioni fisiche ed emotive, una conoscenza che tuttavia ci farà cadere nei limiti materiali ed egoici di questa nostra dimensione, tra gioie e dolori, soprattutto sofferenze… tutti mali che successivamente il “Messia/Archetipo” Chrestòs riparerà attraverso il “sacrificio” dell'”Ego” in nome di un nuovo “Sé Superiore” e la trasmutazione del corpo fisico nel “Corpo di Luce“, in grado di riconnetterlo con l’Esseità divina.
In sostanza, il Drago è il “Divino Daimon” di Socrate, il famoso “Lucifero” della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi, lo stesso “Xolotl-Nahuatl” degli Aztechi. Il Drago, Xolotl, è l’Ombra Vivente di Quetzalcoatl, dei “Logos“, del Chrestòs, è il portatore della Luce, è Tlahuitzcalpante-Cuhtli, la “Stella Della Mattina”, il simbolo vivente della nostra “Pietra Angolare”, la “Pietra dell’Angolo”, la “Pietra Filosofale“, nella quale sta la chiave di tutti i poteri.
Lucifero-Prometeo, il Drago, prendendo a volte l’aspetto del Maschio caprone di Mendéz, simbolizza anche la Potenza Sessuale (simbolo della Conoscenza iniziatica, sotto il segno della “Ierogamia“: il superamento della Dualità nella Legge degli Opposti). Egli è il Principe della Luce e delle Tenebree ha potestà assoluta sui Cieli, sulla Terra e gli Inferni.
Il Drago Xolotl-Lucifer-Prometeo, non è in nessun modo un agente estraneo alla nostra Psiche, ma al contrario, è certamente “l’ombra” del nostro “essere divino“. È l’”allenatore psicologico” nella palestra della vita… è il Daimon che agisce nel nostro Inconscio e che custodisce la nostra vera essenza! È l’energia che presiede i nostri “lati ombra”, i nostri irrisolti psichici.
Ebbene, importante è capire che la “Volontà planetaria” – quindi la Volontà divina del Divenire” cosmico: per capirci meglio la “Direzione” dell’evoluzione – punta verso l’Asse Polare Terrestre, perciò l’energia vitale dell’evoluzione è presieduta dal “dominio di coerenza” che vibra esattamente nel Polo Nord dell’Eclittica, cioè sulla “Costellazione del Drago“: si tratta di una frequenza che guida le nostre sincronicità psichiche più profonde. Infatti le onde cerebrali e i campi magnetici del cuore vibrano secondo le energie del “Sistema di Coerenza elettrodinamica” della Costellazione del Drago. Pertanto, per purificare i nostri campi elettromagnetici – e moderare quindi le nostre responsabilità esistenziali – al fine di oltrepassare la ciclicità infinita del “Samsara” (il ciclo delle vite e delle reincarnazioni) bisognerà prima o poi confrontarci col Drago, vale a dire con le frequenze abissali dell’inconscio, in nome di una catarsi spirituale… per poter infine risuonare delle stesse vibrazioni della divina Volontà planetaria che provengono dalle irradiazioni energetiche dell’Asse Polare Terrestre! Pensiamo ad esempio al cuore di un essere biologico, esso è sempre attivato dalla frequenza Universale (l’energia cosmica di fondo) per mezzo della demodulazione frequenziale che i cromosomi delle cellule del cuore stesso attuano attraverso il campo toroidale emesso dal suo stesso “centro nervoso/vitale”, ricevendo di fatto le vibrazioni Universali e decodificandole… e fornendo dunque al cuore la frequenza del suo battito; ciò vale per tutti gli organi e sistemi dei corpi viventi, quindi tutto è sempre interconnesso ed inter-reagente con tutto l’Universo.
A questo punto dobbiamo sapere che, dopo esserci messi in risonanza col dominio di coerenza energetica della Costellazione del Drago, e quindi dopo aver affrontato e superato le nostre paure inconsce, è il momento di ascendere e tornare a vibrare delle stesse frequenze sottili della Divinità, della medesima matrice energetica dell’Esseità cosmica! Per poter ascendere dobbiamo giungere al più grande segreto e mistero dell’Iniziazione esoterica: l’iniziato deve cioè disidentificarsi dal suo “Ego olografico e materico e abbracciare un nuovo Sé integrato alla Divinità. Per poter realizzare ciò bisogna riattivare il “Luz”, l’energia latente che risiede dentro di noi (vedi l’energia Kundalini alla base della nostra colonna vertebrale) al fine di trasformare la nostra natura biofisica e tramutarci in un ‘Campo‘ fatto di frequenze sottili: un “Corpo di Luce” che ci farà risuonare della stessa vibrazione divina, quando il nostro nuovo Sé coincide con la Volontà dell’ “Io Sono Io Sono” di Dio! L’energia che riattiva in noi questa “forza” proviene dal “dominio di coerenza” energetica che risiede invece nei pressi della “Cintura di Orione“. Orione era anche lui il “Chrestòs“, ossia l’iniziato/profeta che attraverso il succitato processo catartico si è trasformato nell’essere spirituale “rinato”: di fatto intorno ad “Orione” vibrano le frequenze funzionali alla “Resurrezione“, il suo dominio di coerenza irradia un’energia in grado di trasformare il corpo fisico dell’iniziato in un nuovo “Corpo Mistico“, il “Carro” (“Merkavah“) che riconnetterà l’uomo con Dio. Per questo motivo la Costellazione di Orione preannuncia l’avvento del nuovo Profeta, e sarà il suo potere Pasquale di risorgere!
Così nello specifico, per poter usufruire delle energie di rinascita di Orione, l’iniziato deve immergersi nel “Centro Galattico“, ossia nelle frequenze che stanno sul baricentro della “Croce dello Zodiaco“: ecco che la “Croce” è il punto centrale della catarsi nell’Illuminazione. La Croce è lo “stato di coscienza” che si identifica con la “Coscienza Cristica“, è l’equilibrio che si acquisisce nella convergenza tra Corpo, Cuore, Mente e Spirito (i 4 Campi purici simbolizzati dagli estremi dei due assi che formano la croce, vedi la “Totalità” della simbologia della 4, della “Tetrakis”): il “Primo Uomo” può rinascere a “vita eterna” poiché ha ormai abbandonato l’Ego materico, risuonando ormai solo del suo Sé Spirituale: si è totalmente reintegrato nell’Esseità divina! L’iniziato è riuscito a vibrare simpateticamente delle stesse frequenze irradiate dal Centro Galattico: uno “stato di coscienza” che lo porterà conseguentemente a sperimentare il cosiddetto “Nirvana”, ossia l’infinita ed immobile beatitudine dell’Esseità divina.
Allora, per accennare al succo di questo saggio sul mistero del Natale – che si compie poi col rito Pasquale, possiamo dire che il Drago è stato crocifisso ai “Poli” da Yeshua il Chrestòs – infatti il Polo dell’Universo è l’asse centrale della Croce, dove tutte le energie convergono e si annullano nella beatitudine eterna… nella Vita eterna conseguita dal Messia con il suo “sacrificio” e la sua “illuminazione”. Dove la “Volontà” cosmica del Vuoto divino è l'”Io Sono Io Sono”!
«
L’uomo, per essere felice, deve avere un “Centro”; tale centro è innanzitutto la certezza dell’Uno. La più grande calamità è la perdita del centro e l’abbandono dell’anima ai capricci della periferia. Essere uomo, significa essere al centro, vuol dire essere centro». (Frithjof Schuòn).

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I SOTTOTESTI ARCHETIPALI DELL’“INCARNAZIONE/RETTIFICAZIONE”

Il Padre che feconda la Madre, questo generava la vita: e questa era la prima grande religione di tutte le civiltà native della terra. E così come in alto così in basso, dal macrocosmo al microcosmo, l’unione dell’uomo e della donna, portatrice di vita anche questa, era il rito terreno con cui l’umanità poteva far rivive le forze divine. Gli antichi riti sessuali e della fertilità non sono mai stati atti di voluttà o perversione ma cerimonie sacre per connettersi direttamente con Dio. In effetti, attraverso il prodigio dell’estasi una piccola parte dei due spiriti affini viaggia e si mescola con il cosmo, per tornare poi allo stato umano quando i due giacciono spossati. Tuttavia, questa esclusività che ogni uomo poteva avere nel contattare Dio autonomamente fu presto ostacolata dal progresso sociale, da una certa “ratio” culturale (che si rassegnò alla politica, al commercio e quindi all’economia) e nondimeno dalla classe sacerdotale… che nel corso dei secoli aveva preso autorità non potendo quindi più permettersi di essere emarginata dalla vita spirituale del suo “gregge”. Il Cattolicesimo che si creò nell’alleanza con l’Impero Romano (con il suo Potere Temporale e Spirituale) fu una strategia politica per arginare l’unione diretta tra l’uomo e la divinità, al fine di far sottostare il gregge al governo dei potenti.

Di fatto, un mito antico di 5000 anni, apparso più di 3000 anni prima del Cristianesimo, raccontava la storia della Madre Terra che chiedeva al “Sole di Dio di portare l’acqua dal mare per innaffiare i grappoli d’uva, affinché si potesse fare del buon vino, questa era anche la religione dionisiaca che dalle parti delle primitive tribù ebraiche si chiamava la “cerimonia di nozze di Canaan”.

Pertanto, oggi gli esperti dimostrano che all’inizio dei tempi, il profilo di qualsivoglia dio in qualunque religione, non era altro che l’involucro fatto da racconti mitologici sull’essenza di un determinato pianeta del nostro sistema solare. Tutte le religioni del mondo hanno all’origine storie che si assomigliano e che celebravano eventi celesti. Solo in seguito con lo sviluppo delle facoltà mentali umane, e grazie alle meditazioni dei saggi asceti, si scoprì che le stelle e l’universo non erano altro che un’illusione (olografica) aderente ad essenze eterne ed intelligenti createsi dalle emanazioni del Campo Purico dell’Esseità cosmica. Questo era il Mistero degli antichi percorsi sapienziali (vedi il cosiddetto “recupero dell’anima” secondo gli sciamani amerindi, oppure la Gnòsi o i misteri eleusini e orfici), si tratta di ciò che gli antichi greci chiamavano “Anecia”, la “discentio ad inferos”: giacché discendere nel proprio inconscio significava sottoporsi ad un’Iniziazione; per farlo con successo occorreva affidarsi a guide immaginali, figure di saggezza, eroi celesti come Odino, Wotan o Mitra, Orfeo o Dionisio, come Prajāpati o Brahmā, come Krishna/Visnu o Śiva oppure Yahweh, fino a personaggi che addirittura riuscirono ad incarnare quegli stessi Archetipi, vedi Buddha Śākyamuni o Rabbi Yehoshua Ben Youssef (Gesù). Il tema della discesa negli Inferi, o più esattamente della “Catabesi”, è il raggiungimento della “Pietra Filosofale” attraverso la saggezza acquisita grazie alla retta via della Virtù (“rectificando”), raggiunta per mezzo dell’introspezione necessaria ad una meditazione concentrativa così profonda (“Visita Interiorae Terrae”) da rinfocolare la scintilla divina (“Inveniens Occultam Lapidem”) da sempre velata nell’intimo dell’Io fin nel profondo del Sé. Parliamo dello scopo ultimo del VITRIOL (acronimo di “Visita Interiorae Terrae Rectificando Inveniens Occultam Lapidem”), ossia la catarsi necessaria a rigenerarsi nell’ “Uomo Nuovo” come la fenice che risorge dalle proprie ceneri.
Tutto questo era possibile perché le coscienze umane sono punti autonomi di un’essenza d’insieme, ossia della Coscienza Collettiva umana, che altro non è che la manifestazione in questa dimensione dell’Inconscio dell’Esseità Divina. Si tratta di un Vuoto SubQuantistico in grado di creare potenzialmente ogni cosa del Tutto, e di farlo proprio attraverso una proto-coscienza cosmica che si estende secondo una specie di software universale: un ordine cosmico che risponde a determinate leggi di natura, rapporti matematici, proporzioni geometriche e vibrazioni energetiche. E poiché tutto, quindi, accade secondo un ordine evolutivo, altre Coscienze illuminate in seguito sono intervenute sulla Coscienza Collettiva dell’umanità seguendo quelle stesse forze vibrazionali al di là del nostro spazio-tempo: è così che Yeshua il Chrestòs riuscì ad evolversi e ad abbracciare la “Coscienza Cristica” divenendo un Illuminato, come anche il Buddha, divenendo cioè una sorta di Divinità come lo furono i mitici Horus o Dionisio… e poiché questi dèi praticarono un catartico processo iniziatico ispirato dalle succitateleggi di natura“, tutti gli dèi, da Horus, Dionisio, Krishna fino al Cristo finiscono per avere la medesima storia: per questo stesso motivo le loro storie contengono similitudini ad esempio con la mitologica del “Sol Invictus”.

Pertanto, l’ingresso del Sole in Capricorno, regno di Saturno, indica il pericolo di morte degli eroi solari subito dopo la loro nascita: in senso alchemico, l’oro, per brillare, deve passare un periodo negli inferi: ossia il solstizio d’inverno, la mezzanotte dell’anno… per questo motivo il 25 dicembre sono nati tutti gli dèi solari, da Horus a Mitra passando per Dionisio e il Cristo. Ma non è tanto questo il nocciolo del discorso, vedremo infatti che questa teoria delle similitudini tra dèi solari è alquanto debole se non la inseriamo piuttosto all’interno delle dinamiche della “Croce dello Zodiaco” e, di come il passaggio del Sole da uno Zodiaco all’altro sembri indicare l’avvento di un nuovo Profeta/Messia. Di fatto, la Volontà divina è guidata dal “Centro Galattico“, perciò il continuum della proiezione olografica della nostra realtà è reso compartecipe dalle dinamiche delle energie cosmiche in ogni passaggio della Precessione degli Equinozi e durante il ‘ritorno alla Luce’ dei Solstizi d’Inverno, che diventano così i nodi focali di tutte le dinamiche stellari nel corso delle epoche.

Il “Mistero” di queste epifanie lo troviamo nei livelli profondi delle Sacre Scritture, solo i grandi Maestri possono tramandarci i veri segreti che si celano dietro quelle parole… C’è da dire, come ho già accennato all’inizio di questo saggio, che è davvero inutile concentrarsi su una lettura letterale della Bibbia talmudica, che è una rivisitazione alto medioevale della tradizione paolina, un cristianesimo totalmente differente da quello gnostico professato invece da Yeshua. Sembra chiaro che così come gli Antichi usavano le metafore degli dèi, spiriti, demoni, angeli, ecc… per rappresentare le dinamiche psichiche del processo di individuazione del Sé, come poteva essere naturale per la loro cultura, oggi invece la nostra cultura contemporanea, influenzata dalla tecnologia, vede quegli scontri interiori attraverso una lettura extraterrestre, chiamando quindi in causa razze aliene (ovviamente sotto il segno dell’esteriorità, ossia di un mondo oggettivo).
Ad ogni modo, è pur vero che possiamo sottolineare che lo gnosticismo possiede effettivamente un’intera mitologia aliena, per così dire, infatti secondo la Gnòsi il “Pleroma“, ossia il riflesso della coscienza cosmica divina sul Campo del Punto Zero, è composto da tante concentrazioni energetiche dellaconsapevolezza di sédel Vuoto divino (Dio). Pertanto, in un certo qual modo, si può affermare che gli alieni non sono altro che la rappresentazione “letterale” e “personale” di ciò che invece voleva rimandare a “energie/entità spirituali“, così come allo stesso modo gli Angeli non sono altro che trasposizioni letterali degli “Eoni“, ossia fulcri di “consapevolezza di sé” della Divinità che si soggettizza in “intelligenze eterne“, aggregati multidimensionali che governano il nostro inconsciola nostra mente e la nostra emotività – tutte dinamiche impersonali all’interno dei “domini di coerenza” dei Sistemi Quantistici in epifenomeni come quelli della “vita” nei multiversi. Frequenze caratterizzanti un fulcro “consapevole di sé” che agisce sui Campi Magnetici (emozioni) e sui Campi Elettrici (pensieri). Durante le Meditazioni profonde o le visioni medianiche, i saggi asceti riuscivano a comunicare con questi loro “daimon” interiori, fino a quando quegli Eoni (aggregati neurali del Vuoto subquantistico) non si incarnavano in tutto e per tutto nelle coscienze di esseri superiori, profeti o sommi personaggi in grado di influenzare la nostra Coscienza Collettiva e non solo… Un esempio è proprio l’Eone del Chrestòs (Coscienza Cristica) che Yeshua è riuscito ad incarnare nella sua esistenza, tanto da diventare come Buddha, un “risvegliato”, un essere spirituale evoluto fino allo stadio finale dell’Esseità divina. Dunque lo gnosticismo li chiama “Eoni“, e ci sono Eoni che incarnano energie coerenti/positive/evolutive, vedi gli alieni artefici, ossia gli Elohim creatori, e poi ci sono Eoni che incarnano energie non-coerenti/negative/distruttive, vedi gli Elohim stranieri come li chiama la Bibbia, ossia gli Anunnaki… oppure come li chiama appunto la gnosi gli “Arconti“, vale a dire gli “Angeli caduti“: entità maligne che tramite i diversi livelli dimensionali si annidano nel nostro Inconscio. In poche parole queste entità spirituali sono metafore dei nostri pensieri perturbatori, delle energie inconsce negative che condizionano il nostro Ego, il nostro Io. Ecco insomma che la ‘lettura’ degli “Antichi Astronauti” potrebbe benissimo essere integrata nella Gnòsi che parla di esseri multidimensionali… o li pensate come fulcri di consapevolezza spirituale, o come entità multidimensionali nel senso di aggregati neurali staccatosi dal Vuoto. Ho voluto fare un’ulteriore accenno a questi studi solo per dire che non sarà questa la sede per approfondire tali teorie… anche perché qui non utilizzeremo una “lettura letterale” dei Testi Sacri, ma una lettura Archetipica ed anagogica!

Ci concentreremo in questo saggio più di tutto sul simbolismo del rito Natalizio e della Scienza Sacra delle scuole Esoteriche: una Sapienza che sta alla base di qualsiasi forma di vita – e non solo – dell’universo.

 

La festa per il Solstizio d’Inverno era un culto che si perdeva nella notte dei tempi, era il giorno in cui il sole tornava allo Zenit nel Nord: simbolo di una “rigenerazione cosmica” in cui il Sole e la Luce erano associati all’idea d’immortalità dell’uomo. Il Solstizio d’Inverno era il passaggio dalle Tenebre alla Luce, da quel giorno infatti il sole restava progressivamente sempre più a lungo nel cielo allungando così le nostre giornate. Era una festa di luce dai profondi messaggi iniziatici ed esoterici legati al risveglio interiore.

All’epoca di Costantino si chiamava la festa del “Dies Natalis Solis Invicti”, che celebrava la rinascita del dio sole (celebrata fin dagli antichi Egizi e poi nell’antica Roma con i Saturnali). In seguito al Concilio di Nicea (325 d.C.), per scopi politici voluti da Costantino, questa festa si trasformò nel nostro Natale (tant’è che il vero giorno della nascita di Gesù non è chiaro ne specificato nella Bibbia che celebra la nascita di Cristo: il Cattolicesimo divenne infatti la religione ufficiale incorporando nelle sue funzioni molte antiche credenze e ritualità della religione pagana preesistente in quei luoghi).

 

Allora, per queste feste, sappiate che la notte di Natale non state celebrando la nascita di Gesù come ce l’hanno inculcata finora, cioè con la manfrina (prettamente storicomaterialistica) del figlio di Dio che è sceso sulla Terra per salvarci dai peccati del mondo che ineluttabilmente abbiamo ereditato, insieme ai sensi di colpa, dal peccato originale, e che dobbiamo espiare affinché Dio, che ci giudica dall’alto, un giorno possa decidere se spedirci in Paradiso o all’Inferno, in quanto prima o poi moriremo tutti et voilà! In verità durante il Solstizio d’Inverno state ricordando la simbologia di un profeta che inscenò, con l’esempio delle sue scelte di vita, tutte le leggi di natura che ordinano l’esistenza cosmica ed umana (dalla volta celeste alla psicologia dell’uomo), in modo da ripercorrere attraverso la propria Coscienza la via che ci possa riconnettere con l’energia di cui siamo fatti, un percorso catartico da sempre raccontato attraverso la mitologia degli dèi e del ciclo nascita-morte-rinascita dell’Ordine Naturale.

 

MITOLOGIA ED ESOTERISMO STELLARE NEL SOLSTIZIO D’INVERNO

Ancor meglio, questa mitologia rituale aveva la funzione di tramandare la Sapienza in grado di mettere l’uomo nelle condizioni di vivere e fare esperienza dell’energia vitale trascendente, per giungere ad una rigenerazione spirituale (“Mistero del Centro dei Centri” secondo il simbolismo della “Croce“) che lo renderà un giorno immortale (“Mistero della Resurrezione” secondo il “Grande Cristo cosmicoOrione).

Di fatto, il rito serve a “tarare” il nostro Campo elettromagnetico e quindi le nostre onde cerebrali e il campo magnetico del nostro cuore in modo da risuonare secondo la vibrazione cosmica dell’Esseità divina. E sappiamo che dal perno di equilibrio dell’ “Asse Polare Terrestre“, il conduttore di questa energia celestiale – vibrazioni che provengono sia dalla Costellazione di Orione che dal Centro Galattico – è in un certo qual modo il Campo Magnetico del sole (per questo venerato come divinità assoluta), le cui radiazioni influenzano sia il campo elettromagnetico sia il DNA degli esseri umani.

Per meglio capire le correlazioni tra l’aurea elettromagnetica dell’essere umano e quella che, attraverso il Campo Magnetico del sole, si connette al “Campo Purico” del cosmo (quello che i saggi asceti chiamano Esseità divina) e all’arco d’unione cosmico, dovremmo tenere a mente alcuni insegnamenti di un’antica Sapienza: nello specifico, secondo la Cabalà abbiamo la lettera Tav dell’alfabeto ebraico che ha come significato la “Croce” e da cui possiamo estrapolare molte verità esoteriche; c’è da sapere che ogni lettera dell’alfabeto ebraico indica e simboleggia un vettore energetico ed archetipico, ecco dunque che la “Tav” rimanda proprio al simbolismo del Mistero del Natale.

Infatti, la corrispondenza stellare della “Tav” è il pianeta Giove… che come volevasi dimostrare rimanda al più grande e assoluto degli dei greci: Zeus, dominatore del Fuoco e dio dei fulmini, ma anche delle piogge… ciò di cui ha bisogno ogni cosa che cresce e vive. Il significato del suo nome greco ha a che fare con il termine “Vivere” (“dzeu“), mentre per i romani “Jupiter” significava “padre della Luce“. Per l’ebraismo Zeus è “Tsedek“, che significa “il giusto” e che governa lo Zodiaco del Sagittario.

Per farvi capire ancora meglio, mi tocca usare le parole di un guru orientale, il famigerato Paramahansa Yogananda: «L’universo è il corpo di Cristo: dovunque presente in esso, senza limitazioni, è la Coscienza Cristica. Quando riuscirete a chiudere gli occhi e, attraverso la meditazione, ad espandere la vostra consapevolezza fino a sentire l’intero universo come il vostro stesso corpo, Cristo sarà nato dentro di voi. Saprete allora che la vostra mente è una piccola onda di quell’oceano di Coscienza Cosmica in cui Cristo risiede». Ebbene, questo è il senso del culto Natalizio per tutto l’antico esoterismo del mondo.

Perciò il 25 Dicembre stiamo celebrando anche il dio induista della religione persiana Mitra, ma anche Krisna, l’indiano Buddha, lo scandinavo Odino, il siriano Tammuz, il gallico Thor, l’egiziano Horus, i messicani Quetzalcoalt e Gentaut, il greco Cadmo e Dionisio (che usava compiere riti con pane e vino, così come la tribù ebraica degli Esseni, da dove proveniva il Battista e in cui Gesù fu iniziato -probabilmente), il maestro divino Platone; e poi ancora Adone figlio della dea vergine Lo, i romani Issione e Quirino, ecc… Tutti erano dei solari che rimandavano alla necessità catartica di rifondersi con la Divinità!

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In verità è ancora in atto il dibattito tra gli esperti sulle reali concordanze tra la storia di Cristo e i Miti di tutti questi altri dèi, sebbene vorrei chiarire una volta per tutte che queste concordanze sono solo similitudini venute a rappresentarsi semplicemente perché quegli Illuminati (Zoroastro, Buddha, Yeshua, ecc..) seguivano le leggi di natura dell’Universo, e le rappresentavano nei loro riti iniziatici poiché «come in Alto così in Basso». Si credeva quindi che il Macrocosmo avesse le sue corrispondenze nel Microcosmo, e non perché ci fosse veramente una reale contiguità storica e filosofica tra i contenuti religiosi! Sarà pure vero che tutti questi dèi nacquero da una vergine il 25 Dicembre, morirono e resuscitarono, compirono miracoli e furono chiamati il “Salvatore”, proprio come il “nostro” Gesù, ma è altrettanto vero che queste corrispondenze storico-filosofiche, come spiegano molti esperti, sono chiaramente una aggiunta postuma (in breve qui non stiamo ricalcando le orme di un documentario come “Zeitgest”… che lascia il tempo che trova, direi). In base a questo si può affermare che le speculazioni sul 25 dicembre e sulle associazioni solari, alla fine, non hanno del tutto senso… semplicemente perché sono interventi redazionali successivi effettuati per fardigerire la nuova fede ai pagani. Ripeto, simbolicamente ci può star tutto, innanzitutto perché gli dèi, nel loro percorso evolutivo, si ispirano esattamente all’Ordine Divino Naturale (e dunque a tutte le leggi di natura che ordinano anche l’universo, le stelle e il piano psicologico così come quello relativo dell’esperienza), tuttavia il problema della lettura simbolica sul ‘tema solare’ è che poiché non sembra essere riportata da specifici testi coevi, e provenienti dal contesto in esame in forma di esegesi, allora si tratta di una ‘lettura’ che è un mero esercizio di fantasia! Insomma per capirci meglio, è molto strano che un simbolismo così specifico, ed in fondo neppure tanto fantasioso come quello del culto solare, sia sfuggito ad autori che fecero del sincretismo la loro matrice principale come quello degli gnostici di Nag Hammadi, ossia i testi più antichi ritrovati sul cristianesimo primitivo. In sostanza, l’associazione della nascita/morte di Gesù alla nascita/morte del sole, se fosse un fatto presente e noto ai primi cristiani gnostici sarebbe stato di certo commentato nei loro Testi Sacri o nei loro insegnamenti. È chiaro invece che tutte quelle similitudini sono state aggiunte in seguito, forse anche con il significato che alcuni suppongono, per riuscire a far penetrare il messaggio all’interno delle comunità pagane, ma è certo che le prime esegesi note, quelle gnostiche, che avrebbero dovuto sfruttare questa notizia, non ne parlano. Per la nascita del Cristo/Sole abbiamo qualche prova in più visto che questa associazione mancava anche nei primi Vangeli.
In sostanza, la cosmogenesi gnostica è interamente legata al piano astronomico ed astrologico (ripeto: il “numinoso” è sempre ispirato dall’Ordine Divino Naturale), a maggior ragione si capisce che elementi di tipo astronomico, se presenti davvero nella vita di Gesù, sarebbero dovuti essere sfruttati, tuttavia dobbiamo tenere a mente che a Nag Hammadi non v’è traccia di un’allegoria sulla morte di Gesù con la Pasqua o con la morte del Logos-Sole-Luce. Tutto questo è evidente solo nell’autenticità di una misterosofia che segue naturalmente le forze che compongono l’universo e l’Esseità trascendetale! Infatti, l’associazione del Chrestòs col Sole non è la base della Tradizione o il nocciolo del discorso, è solo una similitudine, che tuttavia ha una certa corrispondenza con la realtà stellare. Ad ogni modo, l’unica vera associazione astronomica con il Chrestòs (e tutti i profeti) risiede piuttosto nell’arco d’unione cosmico tra ilCentro Galattico” (simbolismo del “Mistero del Centro dei Centri“, baricentro della “Croce“) da una parte, e la Costellazione del “Grande Cristo Cosmico” Orione (simbolismo del “Mistero della Resurrezione“) dall’altra! Infatti il Divenire dell’evoluzione divina è ancorata al perno di equilibrio dell’ “Asse Polare Terrestre“: al Centro della “Croce dello Zodiaco” (dove infatti si muove il nostro Sistema Solare, ed è qui che il Sole entra in gioco diventando un “mediatore” importante delle energie salvifiche provenienti dal Centro Galattico e dalla Costellazione di Orione).

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La Mitologia e le sue sacre scritture sono sempre state “interpretate“, e questo certo non conduce spesso ad una piena oggettività. Tuttavia, rimane il fatto che il 21/25 Dicembre è il solstizio d’inverno, quindi prima di questa data l’accorciarsi delle giornate indicava un minor tempo del sole nei cieli (il sole raggiunge infatti il suo punto più basso nel cielo), dunque un “processo di morte”, durante il solstizio in effetti il Sole smette percettibilmente di muoversi verso Sud per tre giorni, rimanendo quindi in prossimità della Croce del Sud, la Costellazione Crux,  per poi iniziare a muoversi di nuovo verso Nord, facendo presagire giorni più lunghi, calore e primavera. È evidente allora quanto non si faccia molta fatica a capire perché alcuni studiosi affermano che il Sole -Gesù- è morto sulla Croce -Crux- per risorgere dopo tre giorni

SIMBOLI E SIMBOLOGIA ESOTERICA DEL RITO SOLARE/NATALIZIO
Allo stesso tempo, non possiamo ignorare il valore soteriologico che la Bibbia ascrive alla lettera dell’alfabeto ebraicoTav” (o “Tau“), un valore esoterico collegato al simbolismo della “Croce” e dunque del Cristo. Per l’antica tradizione esoterica dell’Ebraismo, ossia l’ermeneutica della Cabalà, la lettera Tav rappresenta una frequenza vibrazionale di vitale importanza per l’illuminazione della Coscienza umana.
È il profeta Ezechiele ad attestare, dopo aver visto l’abominio nel Tempio, che «circa venticinque uomini, con le spalle voltate al tempio e la faccia a oriente che, prostrati, adoravano il sole» (Ez 8, 16), il Signore disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme e segna con un Tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono» (9, 4). Questo brano biblico segnerà la tradizione consentendo il passaggio dal Tav-croce, significato simbolico, al 300-croce, giacché Tav è riconosciuta anche come il segno numerico che indica appunto la cifra 300 (sebbene per essere precisi, riguardo la tradizione esoterica dell’ebraismo, dobbiamo tenere a mente che l’equivalente numerico della Tav è, originariamente, 400. Infatti per la Cabalà ogni lettera, col suo significato simbolico, ha un corrispettivo numerico ..che ha la sua natura energetica. La scienza che nella Cabalà studia il parallelismi tra lettere e numeri si chiama “Ghematria“).
San Girolamo affermava che «presso gli antichi ebrei, Tau, ultima lettera dell’alfabeto, ha la forma di quel segno di croce che i cristiani tracciano sulla loro fronte ed utilizzano come firma manuale». Questo segno veniva interpretato anche come conclusione e compimento della Parola rivelata.
Origene riteneva che l’antico modo di scrivere il Tau accentuava la sua forma di croce e che una profezia risiedeva in questo segno, il quale sarebbe stato perciò impresso, avanti nel tempo, sulla fronte dei cristiani. “Portare la propria croce” secondo le indicazioni di Gesù, veniva così interpretato anche letteralmente, come il portare esternamente il carattere interno della Croce.
Come dicevamo, dal punto di vista numerologico, il Tau viene non di rado posto in corrispondenza con il numero 300, ed è inteso come segno di salvezza. Questo numero infatti compare già nella Genesi (6, 14-15), quando Dio disse a Noè: «Fatti un’arca di legno di cipresso… Ecco come devi farla: l’arca avrà trecento cubiti di lunghezza».
Origine spiega ancora che l’arca raffigura la croce redentrice, poiché 300 corrisponde alla lettera Tau, all’albero della nave col suo pennone: appunto alla croce (Homelia in Genesi n.2, 5). Questa corrispondenza era celebrata liturgicamente nell’Analecta Hymnica, ove è contenuto l’antico inno cantato anche da S. Francesco: «Ligno crucis fabricatur / Arca Noe qua salvatur / Mundus a miseria» (“Con il legno della croce venne fabbricata l’arca di Noè che salvò il mondo dalla miseria“). Potremmo infatti analizzare in chiave esoterica lo stesso simbolo francescano del “Tau” notando proprio l’affezione di san Francesco per questa lettera, comune, come abbiamo visto, all’antica lingua ebraica ..ma anche a quella greca, e che in ambito spirituale assume il significato di salvezza e salute dell’anima (ed è per questo che non pochi esperti affermano che S. Francesco fosse un profondo conoscitore dei riti massonici dell’epoca – che come sappiamo prendevano importanti spunti dalla Cabalà).
Ciò nondimeno, sappiamo che  secondo la Cabalà la vibrazione del numero 300 (inteso come vettore energetico: legge di natura, frequenza vibrazionale) è conforme al cosiddetto “Spirito di Dio“, alla sua essenza energetica che equivale alla “Shin“, ossia la 21^ lettera dell’alfabeto ebraico…  300 = “Ruach Elohim” : Spirito di Dio, ovvero il primo Nome segreto del Messia – il simbolismo del Messia tra l’altro rimanda nella tradizione cabalistica alla prima Sephirot, cioè “Keter“, la Volontà Prima, il Divino Nulla inconoscibile (vedi il Vuoto subquantistico): la Sephirot che ci unisce all’Essere divino, giacché più vicina alla sua Vibrazione cosmica. L’archetipo della “Shin” rimanda quindi alla simmetria e al cambiamento, dunque all’equilibrio della Bellezza.. in senso platonico potremmo dire, perciò ha a che fare con l’ordine armonico dell’Essere divino stesso. Si tratta della forza che emana (attraverso l’evoluzione) l’essenza stessa di Dio, il suo Ordine Divino Naturale, la sua vibrazione cosmica essenziale e il modo con cui organizza l’invisibile fino al visibile (la materia) lungo la Direzione della Volontà divina – un’evoluzione tracciata dalla Terra e dal Sole tramite l’Arco di Unione Cosmico che ha come perno di equilibrio l’ “Asse Polare Terrestre“.
Il messaggio di questa Sapienza sta nell’integrare i vari modi conoscitivi della Coscienza/mente. Le tre punte della lettera “Shin” rappresentano infatti le tre parti del cervello (a destra la parte intuitiva, a sinistra quella logica e al centro la sede dei sentimenti). Il suo punto in basso rappresenta invece il “quarto cervello“: la “Conoscenza Unificatrice“. Questo è il messaggio del Cristo! E di conseguenza del Natale esoterico (..ed originale).
Ecco che la “Tav” è il “Sigillo di Dio“, si tratta della legge naturale che controlla l’Universo. Secondo la Cabalà è un segno che protegge l’uomo dalla sua naturale tendenza a soccombere agli impulsi più bassi (le energie non-coerenti dei Sistemi Quantistici nel mezzo della coerenza elettrodinamica), e preavvisa l’immortalità latente in ogni essere umano (le energie invece coerenti della Vita Eterna di cui parla la nostra religione in riferimento all’avvento di Gesù e al successivo rito della Pasqua). È una frequenza energetica che se fatta risuonare nel nostro Campo Magnetico vibra della completezza totale e realizzata, sia materialmente che spiritualmente. In sostanza si tratta della manifestazione organizzante dell’energia onnicomprensiva del cosmo.
I SIGNIFICATI E I FONDAMENTI SEGRETI DELLA SCIENZA SACRA SECONDO L’INCARNAZIONE SOLARE
Abbiamo accennato al fatto che secondo la Cabalà la lettera Tav ha come significato “Croce” e che la sua corrispondenza stellare è il pianeta Giove/Zeus, dominatore del Fuoco, dei fulmini e delle piogge, cioè gli elementi che creano la Vita. Per l’ebraismo Zeus (“Tsedek“) significa “il giusto” e governa lo Zodiaco del Sagittario.
Considerando che tutte le mitologie e le ataviche religioni/misterosofie esoteriche erano ispirate dalle dinamiche energetiche dell’universo, con le sue galassie, stelle e pianeti che influenzano la vita di ogni essere vivente, sappiamo che Giove era innanzitutto considerato fonte di Vita, sorgente di tutte le energie e centro di irradiazione della Luce, nonché principio di equità. Ecco perché Jeshua altro non era che la manifestazione della Coscienza Cristica, ossia l’energia della rigenerazione spirituale (nascita, morte e rinascita) direttamente emanata dall’Essere divino, la sorgente della Vita: il sole, il Dio assoluto che è tutto ciò che è, e che trasportava le energie funzionali alla rinascita irradiate in primo luogo dalla Costellazione di Orione.
Giove, con le forze elettromagnetiche del sole, dirige i movimenti di tutti i sette pianeti della nostra Galassia, ciascuno nel corso che gli è proprio. Pertanto, il simbolismo della Coscienza Cristica, ergo del Natale (del Sol Invictus), è la comprensione che tutte le cose dell’Universo nascono, crescono, vivono e muoiono, secondo schemi armoniosi e regolari: attraverso questo rito gli antichi raggiungevano la Consapevolezza dei Cicli Cosmici. I cicli cosmici sono lo scandire delle leggi di natura che regolano l’Universo e la nostra Vita, all’interno della nostra dimensione spazio-temporale: è il Tempo infatti, come affermò Einstein, ciò che con la “curvatura subatomica” dello spazio crea i presupposti per la formazione della nostra dimensione (e dunque anche della materia)… del piano relativo dell’esperienza! Che il Tempo sia il responsabile della “dimensione” lo affermò Einstein, tuttavia oggi sappiamo che il Tempo, come ogni legge di natura, dipende dalle proprietà intrinseche delle dinamiche del plasma superfluido che costituisce il Vuoto SubQuantistico, ossia il tessuto connettivo della Coscienza Cosmica – il software divino – fondante tutto ciò che è! In ogni caso si tratta di una percezione responsabile di ogni nostra “esperienza“!
La mitologia della ritualità del Solstizio d’Inverno è importante per l’illuminazione dell’essere umano perché ci istruisce nei “Segreti Fondamenti” della Santità e dei loro “stadi” di preparazione. Secondo la Cabalà ha a che fare anche con la cosiddetta “Coscienza Luminosa“, ossia il valore simbolico della lettera ebraica “Dalet“, la cui corrispondenza è proprio il sole. Non a caso infatti, secondo l’antica Scienza Sacra della “Numerologia” (da cui deriva lo studio ermeneutico della Cabalà e della Ghematria) la lettera Dalet è proprio la planetaria di Giove, tant’è che i suoi principali satelliti, detti anche “lune”, sono quattro… ossia il numero che ci riporta ancora una volta alla Croce (Coscienza Cristica).
Così, il rapporto fra il numero Uno (l’Unità divina) e il numero Quattro era ben conosciuto ad esempio anche dai Pitagorici, tanto che costituiva il loro giuramento. Si giurava sulla Tetraktis, cioè sul Dieci dato dai contenuti del Quattro: 1 + 2 + 3 + 4 = 10. Tale conoscenza era molto importante, era la “quaternitàdella croce, la stessa che si può osservare nella forma con cui si scrive il numero Quattro. Si giurava su questa quaternità e si sentiva questo giuramento come qualcosa che metteva in gioco il più grande degli dei: Zeus, cioè sempre Giove. Nei simboli dell’astrologia il numero quattro significa infatti Giove. In tale simbolo “vi si possono individuare una croce e una mezza luna […]”. Si trova anche, a volte, il grafismo in cui si vede una zeta, iniziale di Zeus.
In effetti, il “centro” della “Croce” è il focus della Coscienza Cosmica divina, è il “Centro Galattico” in cui la Vita trova il suo equilibrio, la sua Armonia coscienziale e dunque il momento in cui il nostro Sé coincide con l’Io Sono Io Sonodi Dio… è il momento in cui l’essere umano riesce ad attuare il segreto più grande di ogni Iniziazione: l’uomo raggiunge il “risveglio della mente“, il suo “Io” (differenziato in svariate voghe sociali, culturali e fittizie) si reintegra in un “” ormai al di là del Bene e del Male, dello Spazio e del Tempo… totalmente connesso con l’energia vitale cosmica. L’iniziato ha ormai oltrepassato l'”Egomateriale attraverso la trasmutazione della carne, trasformando il corpo fisico in un nuovo “Corpo di Luce“, il “corpo mistico” di cui parla lo gnosticismo o il “Corpo di Diamante” di cui parla il Buddhismo. L’uomo ha ricevuto lo Spirito, ha trasformato la sua Anima nell’Adam Kadmon. Il Cristo (la Coscienza Cristica) è ormai disceso in lui trasformandolo in un’essenza spirituale (una frequenza di energia sottile) in completa connessione con la Volontà divina!

Altra considerazione importante riguardo il simbolismo mitologico del rito del Solstizio d’Inverno (il nostro Natale), è che il figlio di Abramo, Isacco, rappresenta come sappiamo una prefigurazione del “figlio” per eccellenza: Yeshua il Nazareno. Ma ciò che avverrà con il simbolismo del sacrificio sul Golgota, più che una morte, sarà una nascita: la nascita dell’impulso cristico, cioè dell’ “Io sono” in tutti gli uomini  – Dio a Mosè si definì così: “Io Sono l’Io Sono“… gioco concettuale di parole a ricordarci ancora una volta che l’uomo è (D)io. La tradizione cabalista afferma che prima di tale nascita, tale impulso doveva essere inserito nell’uomo mediante pratiche iniziatiche che avvenivano entro specifiche sedi misterosofiche. In altre parole, l’uomo della precedente umanità non diceva ancora “Io” a se stesso, ma tendeva a indicare se stesso in terza persona, così come risulta dai documenti dell’epoca rimasti. Con la Coscienza/impulso cristico l’uomo passa da un’infanzia spirituale ad un sempre più maturo sviluppo dello spirito, cioè dell’ “Io” e allora incomincia a chiamare se stesso in prima persona. Ciò che i Magi sapevano era che un simile prodigio doveva incominciare quando il punto di primavera fosse stato nella costellazione dell’Ariete. Al tempo di Abramo viene dunque prefigurata questa nascita. Nel 22° capitolo di Genesi vi è la prefigurazione della “croce” del Golgota, mediante il significativo evento del ritrovamento provvidenziale dell’ “ariete“. Ecco che tutto si ricollega alla Tav e al suo significato di “croce“.

Non solo, la quaternità della croce insegna anche un’altra veggenza: l’evento del Golgota, il monte in cui era la croce per la crocifissione di Gesù, è l’evento del Cranio (leggi anche: Monte Calvario). Ora, l’Ariete, come segno astrologico, corrisponde nella fisiologia umana alla testa, al cranio (dove tra l’altro risiede la lettera “Shin” succitata). Nella ritualità ebraica, sulla fronte del capo del sommo sacerdote viene disegnata appunto una Tav, per significare che egli deve prendere su di sé la sofferenza di questo mondo, come anche Dio/Gesù l’ha presa su di sé. Pertanto, il “Terzo Occhio“, l’occhio della veggenza spirituale, abbisogna dell’esperienza dellacroce” (segno della Tav) capace di “aprirela mente.

 

In sostanza il 21 dicembre, fin dall’alba della civiltà umana, è sempre stato il momento in cui – quando la notte diviene padrona e rimane il buio totale – è necessario mantenere accesa la fiamma dello Spirito, che al mattino, con l’alba, diverrà trionfante e inizierà il suo percorso verso la Luce, verso il culmine del sole allo Zenit.

Nei Tarocchi ciò che meglio identifica tale rinascita di Luce è la lama del Bagatto, che simboleggia la vera essenza dell’uomo, la cui missione è conseguire l’unione fra spirito e materia. In prospettiva macrocosmica tutto ciò è simboleggiato dall’ingresso del Sole nel segno zodiacale del Cancro, con il Solstizio d’Estate.

Il Solstizio d’Inverno corrisponde, invece, in senso microcosmico, alla presa di coscienza della vera spiritualità, in quanto uscita nella luce. Durante questo processo la comprensione esoterica può essere visualizzata come un’illuminazione riflessa che rischiara il buio dellacaverna”: un fascio di luce che penetra da un’apertura nel tetto della caverna e che genera quell’illuminazione di riflesso, descritta anche dal “mito della caverna” sacra di Platone e la cui fonte è il “Sole Intelleggibile“.

Nell’ordine microcosmico, per quanto concerne l’organismo sottile individuale, tale apertura corrisponde al centro energetico che si trova sulla sommità del capo: il chakra della corona, il kether della Sefiroth cabalistica.

 

Per capire tutta questa “esoteria” dobbiamo confrontare il periodo del solstizio d’inverno al meccanismo respiratorio della Terra simile alla fase della nostra respirazione polmonare in cui abbiamo inspirato: ovvero quando in noi abbiamo l’aria inspirata e la elaboriamo, quando tratteniamo il respiro. Ebbene, in quello stesso modo e in quel “momento” la Terra “ha in le forze cosmiche. Di fatto, la respirazione è un ottimo “specchio” delle due forze complementari che dipanano l’evoluzione cosmica: una forza espansiva -espirazione- che vibra secondo frequenze coerenti/positive, e una forza di contrazione -inspirazione- che vibra con frequenze non-coerenti/negative. Fino alla fine di Dicembre la Madre Terra trattiene quelle forze. Alla fine di Dicembre la Terra ha dunque del tutto in sé il proprio elemento animico. Lo ha del tutto assorbito, così come l’aria è in noi dopo che l’abbiamo inspirata. Ecco perché è il periodo nel quale giustamente viene posta la nascita di Gesù, o meglio della Coscienza Cristica: perché la Terra è, per così dire, nell’intimo possesso di tutte le proprie forze animiche. Poiché Yeshua nasce in questo periodo, egli viene generato da una forza che ha in sé tutta la componente animica della Terra. Al tempo del Mistero del Golgota gli iniziati ancora degni dell’antica iniziazione collegavano per tutti questi motivi un profondo significato alla convinzione secondo cui la nascita di Yeshua sarebbe avvenuta nel periodo di inspirazione della Terra, quando la Terra trattiene il proprio respiro.

Pertanto, Yeshua nasce nel periodo in cui, per così dire, la Terra non parla al Cielo, nel momento in cui la Terra si è del tutto ritirata in se stessa. Il Messia nasce così in un periodo in cui la Terra si muove nello spazio cosmico trattenendo il proprio respiro, in modo che questo possa essere compenetrato dalla forza e dalla luce del Sole. In un certo senso la Terra in questo periodo non offre il proprio elemento animico al cosmo, ma lo trattiene, lo coltiva in sé.

Prima che il corso dell’anno sia di nuovo compiuto e arrivi Dicembre, in cui rinasce l’impulso del Cristo nella Terra compenetrata di “anima”, le forze spirituali devono purificarla dal Drago, dalle forze demoniache: ossia concentrazioni di basse frequenze non-coerenti/negative. La forza di Michele, la forza che purifica, che vince il malefico influsso “arimanico“, si deve unire con il respiro della Terra che fluisce da settembre a dicembre affinché possa avvicinarsi la festa natalizia e, svolgersi giustamente la nascita dell’impulso del Cristo, che poi maturerà sino all’inizio dell’espirazione: sino al tempo pasquale. Tutta la scienza esoterica da sempre riconosce l’essenzialità della Terra nel periodo del solstizio invernale, nel periodo del Natale, come qualcosa di nascosto, come qualcosa che non può essere visto con le normali forze conoscitive umane, come qualcosa che rientra nel campo dei misteri esoterici.

 

Rudolf Steiner spiega: «Con questa iniziazione alla conoscenza dei misteri, l’uomo per così dire si estraniava talmente dall’atmosfera della Terra nella quale viveva con la propria coscienza usuale, che si immergeva in qualcosa in cui non poteva fisicamente immergersi; si immergeva nella sfera animico-spirituale, e così apprendeva che cosa la Terra diviene il pieno inverno, quando assorbe il proprio elemento animico-spirituale. Con l’iniziazione a quei misteri l’uomo apprendeva che nel solstizio d’inverno la Terra è specialmente sensibile per essere compenetrata dalle forze della Luna. Il fatto che l’interno della Terra fosse specialmente recettivo all’attività delle forze lunari indicava come in quel periodo soprattutto le piante fossero compenetrate di forze salutari, come in quel periodo la Terra facesse qualcosa di totalmente diverso non solo per il mondo vegetale ma anche per quello degli animali inferiori. La discesa nelle profondità della Terra si collegava anche a qualcosa che era sentito come un pericolo per l’essere umano. All’incirca ci si diceva: se veramente si guarda con amore ciò che come forza lunare vive nella Terra nel tempo natalizio, colmando di ciò la propria coscienza, si arriva a una specie di stato di coscienza nel quale si deve essere interiormente molto forti per far fronte all’urto delle potenze arimaniche che giungono da ogni lato, e che appunto vivono nella Terra avendo accolto l’attività delle forze lunari. Ciò che permetteva all’uomo di sopportare la durata dell’esistenza terrena, era visibile solo nelle forze che egli sviluppava nel proprio elemento animico-spirituale per vincere la resistenza delle forze avverse. L’inconscio emergere dell’uomo entro le forze arimaniche al tempo dell’inverno e fino alla loro salita in primavera, quel mondo in cui emergevano le forze dell’uomo circondate dalle potenze arimaniche, era nei tempi più antichi chiamato inferno. L’azione degli déi nel periodo precedente la discesa del Cristo sulla Terra aveva il suo limite alle porte dell’inferno. Gli esseri divino-spirituali sentivano quel mondo come un mondo contrapposto; lo vedevano salire dalla Terra e lo sentivano come un mondo oltremodo difficile; erano però in contatto con quel mondo solo indirettamente attraverso gli uomini, lo potevano per così dire solo osservare. Poiché il Cristo era disceso sulla Terra ed era lui stesso diventato uomo, poteva ora discendere nel regno delle forze arimaniche e vincerle, cosa che appunto negli articoli di fede viene espressa con la discesa all’inferno. Il Cristo si era così unito con l’umanità da scendere nell’inferno cui l’umanità è esposta. Durante l’inverno e la primavera Egli potè conquistare per gli uomini ciò che dalle regioni extraterrene agisce dal tempo di Giovanni fino all’autunno. Il Natale chiama San Giovanni, San Giovanni chiama il Natale. L’uomo si irrigidirebbe sotto le potenze arimaniche, se non potesse esporsi alle liberanti potenze luciferiche che danno di nuovo ali al pensiero, affinché non irrigidisca, ma possa di nuovo disgelarsi sotto l’azione della luce.
………
..sentire come la vita animale e vegetale si ritiri, come certi animali si apprestino a cercare l’inverno un luogo protetto, come le foglie delle piante arrivino ai loro colori autunnali, come tutta la natura appassisca. Certo la primavera è bella, e sentirne la bellezza, la vita che cresce e sboccia è una bella prerogativa dell’anima umana. Anche però poter sentire, quando le foglie sbiadiscono, come esse assumano il loro colore autunnale, poter sentire, quando gli animali si rintanano, come nella sfera sensibile che deperisce sorga l’elemento animico-spirituale scintillante e splendente, come con l’ingiallire delle foglie vi sia un tramonto della vita germogliante e crescente, e che tutto ingiallisce affinché lo spirito possa vivere, poter sentire come nella caduta delle foglie vi sia il salire dello spirito, come il salire dello spirito sia la contromanifestazione dello spegnersi della sfera dei sensi: questa è la sensazione che dovrebbe animare lo spirito umano nel periodo autunnale. Allora esso si prepara nel modo giusto al periodo natalizio. Gli antichi sapienti collegarono la Festa del Natale al periodo in cui la Terra è spiritualizzata al massimo, il Redentore poteva collegarsi soltanto con una Terra che avesse accolto nel proprio grembo l’intera spiritualità.
Il Cristo penetra e scintilla dalla Terra nel periodo del Natale, scintillando da ogni anima umana, che anche se debolmente dotata di sensibilità, sente tale scintillio in forma di calore, di trasporto, di bontà, di amore per gli altri. E’ questo il Mistero del Natale, il fenomeno cosmico della Unione del Cristo con la Terra è contemporaneamente ricordato e rinnovato in maniera vivente proprio al tempo in cui la Terra per così dire muore e muore la potenza dei sensi. Anche così la Terra muore nel Cristo, a parità di ogni uomo, in attesa della Resurrezione. Nei tempi antichi, come a poco a poco in autunno aumentava la conoscenza della natura, così nel profondo inverno gli uomini sentivano la tentazione dell’inferno, la tentazione da parte del male. Era appunto il tempo in cui l’essere umano doveva sviluppare ciò che in lui comunque si associa secondo natura: la scaltrezza,la furbizia, l’astuzia, facoltà tutte tese a ciò che è vantaggioso e che lui doveva dominare con la temperanza. Era appunto il tempo in cui l’uomo non doveva sviluppare il senso aperto alla saggezza che gli era richiesta, secondo l’antica saggezza dei misteri, nel periodo dell’illuminazione, durante l’estate. Proprio nel periodo in cui il male si manifestava nel modo indicato. egli poteva sentire la resistenza al male nel modo adeguato: doveva divenire temperato. Soprattutto ora, dopo il passaggio dall’illuminazione dell’estate alla conoscenza in autunno, dalla conoscenza dello spirito alla conoscenza della natura, doveva passare dalla conoscenza della natura alla contemplazione del male. Così lo si comprendeva, e ai discepoli dei misteri, ai quali i maestri avevano dato la direttiva per la piena estate: “Ricevi la luce” e per l’autunno “Guarda intorno a te”, per il profondo inverno suggerivano “Guardati dal male”. Quello di cui abbiamo bisogno non è uno spirito astratto da un lato, e una natura priva di spirito dall’altro, ma una natura spiritualizzata e uno spirito naturalmente capace di dare forma,i quali sono un’unità e potranno anche intessere di nuovo in un tutt’uno religione, scienza ed arte. Dobbiamo dare alle festività il carattere del ricordo, come si accenna alle monumentali parole del Cristo: “Fate questo in memoria di me”. Questo è il pensiero delle festività rivolto al lato del ricordo. Così come l’altro aspetto nell’impulso del Cristo deve continuare a operare in modo vivente, e non rimanere un’espressione morta alla quale solo si rivolga lo sguardo, anche questo pensiero deve di continuo agire creando sentimenti e nuovi pensieri; va compreso che le festività devono rimanere, anche se gli uomini si modificano, e che perciò devono anch’esse passare attraverso delle metamorfosi. Il Natale deve riportare al centro della vita dell’uomo l’importanza del calore dell’anima dato da un puro sentimento».

 

CONSAPEVOLEZZA DEL RITO DEL NATALE
Allora, Yeshua e tutti i dei solari sono l’espressione metaforica -l’incarnazione se vogliamo- di quell’energia naturale (e stagionale potremmo dire) in cui la Madre Terra cade durante l’inverno, quella forza dell’impulso Cristico di cui abbiamo parlato. Si tratta di una frequenza cosmica il cui valore matematico-geometrico vibra dal riflesso del Campo energetico basilare del cosmo; trattasi di quel vettore energetico direttamente collegato ed emanato dall’Energia del Punto Zero e che vibra dall’origine di Tutto, ossia dal Vuoto subquantistico (come lo chiamano oggi gli scienziati)… l’Esseità cosmica: ciò che noi concepiamo oggi sotto il nome di Dio. Ora sappiamo anche che il suo vivificante e vitale campo magnetico traspare dall’attività stessa del Sole, che è infatti Vita, giacché non esiste altro che quell’unica e onnicomprensiva energia cosmica (è il Sole infatti a trasportare le energie salvifiche che provengono dal perno di equilibrio dell’”Asse Polare Terrestre” e dall’arco d’unione cosmico dell’infinita “Direzione” planetaria della Divinità).
Questa energia vitale è la Luce di cui vibriamo, perché siamo immagine di Dio, un ologramma dell’Essere divino -ricordiamoci sempre come si presenta Dio a Mosé: «Io Sono l’Io Sono»… (D)Io Sono! Io e Dio sono la stessa cosa, esiste un Buddha in ognuno di noi, direbbero gli Orientali. Per questo finanche le tradizioni orientali parlano, appunto, della cosiddetta “Coscienza Cristica“: contemplando l’onnipresente Luce di Dio sveliamo il nostro  immortale (giacché il nostro Io Individuale muore e rinasce come ogni elemento in Natura). Il nostro Sé lo troviamo solo nel buio del nostro inconscio, così come la Luce divina vibra consapevolmente dentro di noi quando il gelido buio dell’inverno ne chiarisce l’essenza. Nel Natale vi è sempre un momento di oscurità, di tenebra interiore. Il Natale è una festa che giunge nel periodo più buio e freddo dell’anno: come se avesse a che fare con i misteri del ghiaccio (non a caso Dante rappresenta Lucifero in un Inferno fatto di ghiaccio) e dell’ombra, i segreti dell’abisso e dell’egotismo (ossia delle vibrazioni più basse e negative… quelle con cui il Guardiano della soia/Lucifero/Drago ci mette a confronto). Fra il frastuono dei doni e degli auguri emerge, non di rado, una sensazione di tristezza… essa precede sempre l’avvento di splendenti giorni, più lunghi e luminosi. 
Pertanto, se con il giusto temperamento riusciamo a non farci sedurre da frequenze non-coerenti (paura, odio, rancore, invidia….), possiamo coltivare la Luce, e, dentro questa luce,  si trova la coscienza del Chrestòs, il “Figlio”, il puro riflesso di Dio: il “Verbo” dell’Essere divino presente ovunque nell’universo. Come abbiamo già visto perfino Yogananda diceva: «L’universo è il corpo di Cristo: dovunque presente in esso, senza limitazioni, è la Coscienza Cristica». Comprendere il funzionamento della Natura, delle sue leggi divine, attraverso l’osservazione dell’ordine stellare, significa avere consapevolezza di Se stessi e della nostra natura – e dunque dell’Essere divino: ovvero di ciò che davvero può essere concettualizzato come Dio.

Ecco dunque il Natale, quando, fin dai primi riti, c’era ad esempio la stella Sirio che era chiamata dalla tradizione la Stella dell’Est, cosa questa che potrebbe essere all’origine della “storia” della stella cometa che guidò i Re Magi, poiché da sempre le stelle ci guidano lungo tutta questa sapienza sacra. Sirio era infatti l’astro più luminoso del cielo il 24 Dicembre quando all’epoca si allineò con le tre stelle più brillanti della Costellazione di Orione (simboleggiate dai tre Magi. Non a caso la stella Sirio era venerata in tempi precedenti perfino a quello dei Sumeri. Sirio sembra infatti essere la stella che irradia verso la Terra i “domini di coerenza” energetici in grado di risuonare attraverso vibrazioni simpatetiche coerenti sul piano elettrodinamico, si tratta dunque di energie positive e vitali. Orione invece sembra preservare un “dominio di coerenza” in grado di irradiare frequenze sottili capaci di attivare l’energia vitale contenuta nel fluido spinale dell’essere umano, e renderlo dunque in grado di vibrare su frequenze sottili fino a connettersi con le energie divine del Vuoto subquantistico, vedi la tradizione orientale della Kundalini, secondo la quale l’illuminazione dell’uomo è possibile grazie al risveglio dell’energia Kundalini per mezzo dell’attivazione dei Chakra). Non solo, l’ascensione di Sirio avvenne mentre la Costellazione della Vergine sorgeva proprio ad Est: pertanto, anche la storia del “concepimento da una vergine” è antica quanto il mondo, tra l’altro in principio il Calendario iniziava proprio con la Costellazione della Vergine, pure per questo si diceva che il sole nasceva da una vergine, e come sappiamo, non solo lui. Ancor meglio, lo gnosticismo ci dice che la nascita da una vergine è giustificato dal fatto che il Primo Uomo, l’Adam Kadmon ergo il Cristo, è nato da una forza femmineavergine” qual è lo Spirito (perché creato in primis da Dio/Elohim nel campo del potenziale subquantistico, dunque sotto le energie sottili del Campo divino) e poi plasmato dal fango, dalla terraaltro elemento vergine“.

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Dal punto di vista psichico, in questi giorni, che ne siamo consapevoli o meno, viviamo un cambiamento interiore ed esteriore. La maggior durata del giorno, con il progressivo incremento della luce, determina un maggior funzionamento della ghiandola pineale che blocca la produzione della melatonina, sostanza che rallenta varie funzioni dell’organismo fra cui l’attività degli ormoni sessuali. Passando per il culmine del Solstizio d’Inverno del 21 dicembre, fino al 25 nei 3 giorni di tenebre/morte (il sole al suo punto più basso), con l’allungamento delle ore di buio fino adesso, si ‘toglie il freno’ agli ormoni sessuali e quindi c’è più energia sessuale e vitalità. Infatti nell’unione degli opposti il Chrestòs diventa colui che oltrepassa la Dualità, che annulla il Karma! Dunque il Cristo non è una persona, ma è la vera natura della nostra essenza, è la potenzialità di luce e illuminazione dentro ognuno di noi. Il Solstizio d’Inverno corrisponde alla presa di coscienza della vera spiritualità, in quanto nascita nella luce.
Tale apertura corrisponde al centro energetico che si trova sulla sommità del capo: il Chakra della “Corona“, il “Kether” della Sefiroth. Esso rappresenta il “settimo livello” del sistema dei Chakra e corrisponde a ciò che nella cristianità viene indicato come il Settimo Cielo. È lo stato di consapevolezza della libertà assoluta, la sede del Creatore… laddove il nostro risuona simpateticamente con le vibrazioni della Coscienza Cosmica del Vuoto neurale. Secondo gli Indù l’apertura del Chakra della Corona coincide con il “Samadhi” ovvero l’Illuminazione in cui l’energia maschile Shiva e femminile Shakti si fondono insieme per aprire l’ ”occhio che tutto vede”.

 

La morte del dio sole, al Solstizio d’Inverno, sarà la celebrazione di un periodo (secondo i cicli naturali) di preparazione e contemplazione, il periodo in cui viene seminato nel buio dei giorni più corti dell’anno il semedel Verbo dell’Essere divino, una forza rigenerante che esploderà subito dopo il plenilunio successivo all’Equinozio di Primavera, quando la natura e dunque il dio solare rinascerà: come la natura a primavera il dio resusciterà ormai consapevole di essere lui stesso l’ “Io Sono l’Io Sono“. [Vedi il nostro “speciale” sul rito della Pasqua]

 

A questo punto faremmo prima a passare la notte del 25 Dicembre pensando al fatto che anche quest’anno il Sole si sta preparando a raggiungere il suo apice verso l’estate, un percorso che passerà per la primavera: la vera rinascita della natura attraverso l’unione degli opposti. E, ancora oggi, come dall’inizio dei tempi, la forza vitale del Sole (manifestazione della Coscienza cosmica dell’Essere divino, per chi ci crede) continuerà a vivificare l’esistenza di tutti gli esseri viventi, in modo che essi possano conseguire un giorno l’unione fra spirito e materia… anche attraverso le difficoltà e tutte le negatività della nostra dimensione terrena, nondimeno per mezzo dei miracoli di un’intera esistenza, come per primo quelli degli astri che ci danno la vita: «Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle, tutti gli elementi dall’idrogeno all’uranio sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle» (Margherita Hack).

Il Natale è un momento di introspezione, è l’istante in cui ci si rivolge a Se Stessi per proteggersi da influenze negative. È un momento per contemplare e tutelare il seme della scintilla divina che ci appartiene dal profondo: quel seme che, una volta germogliato da noi stessi, diverrà un dono che l’umanità dovrà accudire secondo l’energia dell’empatia universale. Affrancandoci dalla cultura materialistica che ci seduce in quest’epoca, col Solstizio d’Inverno l’umanità, in conformità con la Natura, deve cercare di rimanere di nuovo connessa con l’Esseità divina: il respiro energetico con cui vibra l’intero cosmo… per ritrovare l’Unità, per svelare Se Stesso!

Fatale

 

 

La matrice comune delle divinità nei millenni

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41 Comments

  • forse, dice bene il nostro Fatale autore dell'articolo, il dibattito è ancora acceso, le Scritture sono frutto di interpretazioni, dunque scarseggia l'oggettività, ma esistono delle corrispondenze a livello storico-concettuale che non si possono non prendere in considerazione…

  • Ho letto quanto hai raccolto sul “vero significato del Natale” …per me non sono teorie sconosciute, nessuno può mettere in dubbio la matrice comune con gli antichi miti..ma questo non dimostra l’inesistenza di Gesù, che la sua religione sia stata manipolata dal concilio di Nicea è indubbio ma le parole del Vangelo di Tommaso nessuno può confutarle, il Cristo nasce nel cuore di civiltà morenti, riconduce gli animi verso un credo indiscutibilmente originale e coinvolgente!
    A me di quanto ha costruito e detto la chiesa non importa niente, nessuno può allontanarmi dalle parole di Gesù, sia esso uomo o Dio come volete!

  • Bla bla bla Zeitgeist bla bla bla. Buone intuizioni mischiate ad una personale non conoscenza di tanti altri elementi che modificano ulteriormente l’equilibrio del ragionamento pur se profondo.
    Le supposizioni sull’origine comune dei miti divini in relaxione al Cosmo sono solo assiomi indimostrabili contro ben altre dimostrazioni, prove e testimonianze di interferenze di popoli alieni nelle sorti dell’Adam.
    Oltre al fatto di ignorare completamente gli studi di Fabre d’Olivet, Biglino e Sitchin. Gente seria e preparata di fronte ai quali ogni piccolo Zeitgeist di periferia diventa solamente un esercizio da scuola primaria per sentirsi “diversi” e “importanti”. Peccato, un’occasione persa. Ai lettori dico di non fermarsi solo a queste pagine ma di studiare, leggere, approfondire ben altre nozioni che faranno capire loro come siano completamente errati sia le tradizionali interpretazioni religiose sia queste parole intellettualmente deviate.

    • sarà che il post è molto lungo…ma credo che tu ti sia perso qualcosa.
      perchè Fatale è ben d’accordo nell’affermare che Zeitgest è un documentario alquanto “discutibile”, infatti non è certo quella la fonte di questo articolo, sebbene alcuni spunti di zeitgest rimangano solo un buon pretesto (come dice Fatale) per affermare la tesi sull’origine comune dei miti divini in relazione al Cosmo…. che invece è ben dimostrata, ma parecchio pure, e anche da tanti esperti illustri.
      inoltre Fatale si emancipa subito, quasi all’inizio del post, dalla teoria invece degli “antichi astronauti”, cioè quella sugli alieni…..dicendo che al momento è meglio parlare di altro! In effetti, come dici te, è meglio andare ad approfondire da soli queste teorie…
      Ecco,tutto qui. 😉

  • si, al di la degli alieni che sappiamo come Uki la consideri una teoria a parte, questo articolo mi sembra il ragionamento più completo sulla questione del Natale esoterico mai letto finora. Davvero un bel lavoro! Illuminante!!!

  • Mi ha sempre affascinato la figura di Gesù Cristo ee in particolar modo il mistero della Sindone.
    Tu cosa ne pensi? Come si è formato? Fino ad ora nessuno è riuscito a spiegarlo. Non mi parlare di falso perchè non lo è…. quindi?
    Grazie

  • È tutto il discorso panteista e mitologico/stellare ad essere davvero brillante……ecco che l’eredità di questo interessantissimo post del Fatale è nel finale, cioè di come, in connessioni con le energie naturali, si debba vivere il Natale

  • Un bel lavoro di UkiZero che leggerò oggi pome, complimentiii e per chi è credente dico di non avere il para occhi, nulla comunque può scalfire la vs. fede, ma informarsi è doveroso ….

  • Concordo Deca informarsi e documentarsi e’ sempre un bene poi la fede e’ altra cosa..e nn c’entra nulla cn le religioni ma ha a che fare con la coscienza , il credo personale ecc…comunque e’ un bel messaggio anche quello del Natale Cristiano : pace, amore, fratellanza , semplicità , umiltà ,mettere in pratica credo nn nuocerebbe a nessuno , invece che regali costosi , buoni propositi reali da mettere veramente in pratica!!!!

  • era N
    treCento eran Giovan e
    f O r t y &
    sonomorti s o n o Sorti
    ……. ci si perde nella logica
    de y sensi…..
    tempi.
    e’ certa Una cosa
    ..se ne cerca Uno
    sempre

    forseperchéassente d i o

    interessantissimo articolo.. discorsomagico
    a me basta guardare le stelle
    e 3 dimensioni…so che non bastano q u e ll e,
    Per cogliere….. il senso
    della v i t a

    eterna…… c h e

    Ri
    propone….. e non
    la nostra

    impone: nati non fummo per viver come bruti….
    ecc ecc e

    merci, un grande sorriso
    Uki Zero…. e
    miviengiàinmente l’ assoluto
    m a
    … non c’ e’ tempo per parlare cosi’ a l u n g o

    ancora grazie [ chiediamo
    … 🙂

    Die

  • Ciao +UkiZero.
    Una visione sincretistica delle religioni oppure una rilettura in chiave New Age di qualsivoglia spiritualità, Cristianesimo compreso, non scalfisce minimamente la validità del messaggio d’amore e di perdono del Cristo. La Buona Novella è ancora attuale.
    E poi il Cristo (sue stesse parole) non venne per abolire o iniziare, ma per portare a compimento.
    Un’ultima cosa: mi sembra tendenzioso affermare che il Cristianesimo iniziò Nicea in quel famigerato anno; i discepoli del Cristo storico si staranno rivoltando nelle tombe!
    Credo tuttavia anch’io che l’istituzione Chiesa nacque più o meno allora e con un “tavolino” simile…
    Un saluto.

  • Dove sta la menzogna??
    Nei primi secoli dell’Impero romano esisteva al 25 dicembre, tradizionale solstizio astronomico, la popolare festa pagana della nascita del sole.
    Nel IV secolo la nascente Chiesa cristiana decise di celebrare la nascita del Messia proprio in tale data allo scopo di soppiantare la vecchia festa pagana con quella nuova cristiana.
    Avrebbe potuto scegliere di celebrarlo alla festa delle capanne, la terza festa mosaica, come si faceva per le altre due, la Pasqua e la Pentecoste.
    Una data comunque convenzionale, non conoscendosi la reale data di nascita del Messia.
    Una data indovinata.. e mai cambiata, perchè il successo avuto è universalmente noto.

  • Ci sono una tale quantità di inesattezze, errori e scemenze che mi davvero resto allibito. La “classe sacerdotale”, che -a quanto si legge- sarebbe nata con il cristianesimo, era già nata, formata e potente -tanto per fare un esempio- giusto un 5000 anni prima in Egitto, per non parlare delle popolazioni indigene delle Americhe: all’arrivo dei cristiani nel nuovo mondo, tutte le genti libere dal “patto segreto” tra impero e chiesa avevano già sacerdoti e santoni.
    Poi, il solstizio d’inverno è il 22 dicembre. Non il 25.
    Ancora, il peccato orginale è nell’antico e non nel nuovo testamento. Cristo non s’è fatto crocifiggere per incatenarci al senso di colpa, ma per redimerci e liberarci dai nostri peccati, regalandoci inoltre un perdono incondizionato per quanto gli era stato fatto assieme al libero arbitrio, un’altra delle tante “novità” del cristianesimo.
    Iuppiter -e non Jupiter, all’americana- è la contrazione di “Iou-pater” ossia “padre dio”, dove “Iou” significa divinità.
    Si potrebbe andare avanti a smentire e ridicolizzare teorie e fregnacce, ma oggi è il santo Natale e io voglio fare altro. Spero, per coerenza, che chi ha scritto questo articolo non stia scartando regali o facendo auguri.

    • la “casta sacerdotale” in sè, non è certo nata col Cristianesimo certo… ci sono caste religiose precedeti di millenni… qui si parla di nello specifico di quella cristiana, e poi cattolica….non certo di quella tout court…

      Che il Solstizio d’Inverno sia il 22 dicembre (ma quello astronomico dell’emisfero nord può cadere anche il 21), non c’è dubbio… l’articolo infatti lo dice per bene… poi magari si parla del 25 per comodità discorsiva riguardo il Natale, il senso tanto è quello!

      Il peccato originale è nell’Antico Testamento, altra cosa ovvia, ma viene ben sfruttato col Nuovo Testamento e la nuova religione Cattolica che ne fa l’unico espediente di redenzione per l’essere umano, per forza mediato dalla casta sacerdotale (tra l’altro..).

      Che si dica Iuppiter -e non Jupiter, all’americana- e che sia legato al significato di divinità, è appunto ciò che viene descritto dall’articolo.

      ..insomma, mi sembrano obiezioni circostanziali, niente a che fare con la mole di informazioni presenti su questo post…

  • ogni anno di questi tempi si parla di questa data… è chiaro che la coincidenza della festa del sol invictus con la nascita di Cristo, fu pianificata artatamente da Costantino per sradicare le ultime sacche di paganesimo e salvarsi dalla marea di cristiani che montava in Roma. Questo discorso però non deve sfociare nel nichilismo scettico del tutto esiste-nulla esiste.; dobbiamo ricordare tutti che se una data, una figura, un personaggio resiste ai millenni è perchè L’ARCHETIPO è assolutamente presente e REALE, altrimenti si svuoterebbe nel breve volgere di qualche tempo… ergo discriminiamo ed approfondiamo gli aspetti tecnici della questione, ma non dimentichiamo l’apporto sovrano che è quello del meta significato COSCIENZIALE.

  • Direi che l’articolo fa davvero una grandissima confusione: in pratica presenta le leggi materiali della natura (il solstizio, il sole nascente, la luce che alimenta l’agricoltura) come la struttura su cui si sarebbe innestata la sovra-struttura spirituale delle religioni (soprattutto cristiana) e della classe sacerdotale.
    Il sig. Fatale arriva persino a strumentalizzare e capovolgere le parole di Yogananda e Steiner per sostenere questa visione materialistica del mondo e dell’origine delle religioni. Ma come si fa?
    Non è vero affatto che lo spirito è una metafora della materia! Semmai è vero il contrario, cioè che la materia è una metafora dello spirito: ad esempio l’alternanza delle stagioni è stata voluta dagli Esseri Spirituali in ossequio al Pincipio Divino della Polarità.
    Inoltre lo stesso Steiner diceva che lo Spirito è infinito, cioè si manifesta nelle forme più varie, nel dio Horus degli Egizi, e soprattutto nel bambino Gesù, quindi non è per niente sbagliato celebrare la festa cristiana del Natale come l’Evento in cui lo Spirito si è fatto Carne, per lo meno non riesco proprio a vedere dove sia la menzogna, mah!

    • Scusami Paolo,ma non posso fare a meno di notare che,probabilmente,la tua visione oramai ben costituita sull’ argomento,oltre ovviamente a non farti concordare su alcuni punti,ti ha portato a leggere l’ articolo non in modo corretto.
      Innanzitutto,non e’ che le leggi materiali della natura sono presentate come la struttura su cui si sarebbe innestata la sovra-struttura spirituale delle religioni,l’ autore vuole dire che le leggi di natura sono state comprese(attraverso meditazioni trascendentali dai saggi)e dunque sacralizzate attraverso credi e scienze esoteriche(e dunque religioni),poiche’ come sottolineato gli antichi erano popoli panteistici,dunque le leggi di natura erano leggi divine.La natura ha ispirato le religioni nel senso che sono la manifestazione delle forze dell’ Essere cosmico(divino potremmo dire).E questo viene confermato sia da Steiner che da Yogananda,appunto nel senso che la Natura e’ natura naturans…divina.Tant’ e’ che come dicevi te lo Spirito si puo’ manifestare in Horus,Gesù, etc,infatti va bene celebrare il Natale,ma l’ autore diceva appunto di farlo secondo gli insegnamenti delle originale scienze sacre e non secondo le mistificazioni della catechesi(che spiega tutt’altro,e’ chiaro!).
      Poi questa cosa che lo spirito è una metafora della materia non ho capito dove sia e che senso tu gli abbia dato…

  • Allora, cerco di sintetitzzare brevemente per far capire dov’è che l’articolo sbaglia. Dunque, veramente, le leggi della natura venivano comprese dai sacerdoti, o dai sapienti delle antiche religioni, grazie alla loro capacità di raffigurarsi concretamente quelle forze e quegli spiriti viventi che operano dentro le suddette leggi.

    Concetti come quello di “magnetismo” o “elettricità”, invece, sono stati risvegliati per colpa della scienza moderna, e riguardano più che altro forze della sub-natura – infernali – anzichè le forze di natura vere e proprie.

    La materia è una metafora dello spirito, nel senso che la vera realtà è spirituale, mentre quella materiale è solo parvenza, un’ombra, una metafora appunto, come le ombre della caverna platonica stanno agli idoli reali posti dietro i prigionieri. Non direi quindi che la natura ha ispirato le religioni, semmai sono gli Dei delle religioni che animano (ispirano) la natura.

    Le religioni rappresentano l’elemento reale, autentico della natura, mentre il magnetismo rappresenta quello meno autentico di essa.

    Il cristianesimo è la religione più vera e autentica, perchè ripropone in forma nuova gli antichi misteri, in una maniera adeguata ai tempi, adeguata allo sviluppo della coscienza dell’uomo moderno, che non è più una coscienza indifferenziata di sonno, ma una coscienza che è chiamata a diventare sempre più vigile e responsabile.

  • ecco in effetti credo che la differenza tra il punto di vista di Fatale e quello di Paolo sia proprio che mentre Paolo rimane piantato su una visione metafisica e spiritualista, Fatale, pur rimanendo in chiave spiritualista/gnostica, rimarca i fatti storici che hanno portato alla nascita dei culti secondo le loro tradizioni qui spiegate per mezzo di una lettura innanzitutto scientifica ed empirica!
    in questo senso le leggi di natura sono i fatti naturali che hanno ispirato la religione

  • si infatti,concordo!
    comunque rimango allibito di fronte a quanti criticano un post del genere con i soliti pregiudizi, senza neanche leggerlo attentamente, facendo le solite critiche che si fanno su articoli come questi senza capire che questo speciale si discosta in modo assoluto dalle solite ciarlatane teorie…….inserendo riflessioni del tutto nuove. o come minimo si tratta di uno dei migliori trattati o compendi sull’argomento

  • Questo lavoro di ricerca sulla nascita e divenire del natale nel suo significato costitutivo del potere nelle sue forme e veramente importante per portare avanti un livello di informazione che libera dalle pastoie del credo cattolico

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