La sottaciuta, ultraterrena… Grande Bellezza

Sorrentino riesce a non dare alcuna considerazione all'attualità, finanche politica, consacrando una Bellezza ultraterrena lontana dal plasticismo sociale

Mi sono sempre chiesto come mai i romani non capiscano quanto bella sia la loro città, ma in fondo la risposta è facile: chi nasce in una casa bellissima la riesce ad apprezzare meno d’altri.

La Grande Bellezza” non poteva che essere pensata da un napoletano come Sorrentino. Per Napoli e per i campani, Roma rappresenta quella porta così accessibile verso le bellezze d’Europa, che è lì, fruibile a pochi passi, ma che in fondo non è proprio sotto casa.

La Grande Bellezza” è un film senza trama che, se indossasse una maglietta di calcio, sarebbe bianca e nera. I contrasti tra la bellezza dei paesaggi capitolini e la bruttezza delle feste cafonal sono all’antitesi, come il bianco contraddice il nero.

La Grande Bellezza” ha il solito protagonista sorrentiniano, quel Jep Gambardella così simile, ma certamente migliore, a quel Tony Pagoda di qualche anno fa, a tratti tronfio, troppo vissuto e tutto sommato antipatico. Tony Pagoda non mi piaceva, Jep Gambardella sì.

Jep Gambardella mi piace perché è un buono, un generoso, una persona che sa apprezzare il bello ma che vuole avere a che fare anche col brutto, che s’emoziona innanzi all’arte e alla dolcezza, ma che frequenta quei postacci come fosse roba sua, senza nessuno snobismo, senza nessuna reticenza, senza alcuna indulgenza verso il radical chic.

Jep Gambardella mi piace perché è un vero, perché è un dissacrante, è un disilluso, eppure è così profondo. È splendido aver trascorso anni ed anni alla ricerca della bellezza, di quell’attimo, di quel momento che lo emozionasse come niente era più in grado di farlo da anni. Tutte le fatiche ricompensate a costo di sacrifici sono splendide, e solo loro riescono a regalare emozioni che ripagano le sofferenze patite con forza uguale e contraria, anzi maggiore. È certamente più bella un’emozione vera, piena, che riempia il cuore, di un’emozione artificiale, facile ed acquistabile, come qualsiasi tipo di droga.

La Grande Bellezza” è un film che merita i premi che ha avuto perché non rappresenta il solito: non rappresenta il solito sputtanamento dell’Italia degli italiani e non contiene alcun elemento di noioso, continuo e scocciante antiberlusconismo. Sorrentino riesce nella mirabile impresa di non riuscire a dare alcuna considerazione, nemmeno indiretta, alle beghe televisive della politica nostrana, rendendo inconsiderabile Matteo Renzi e la sua scalata al potere: non gli interessa, si vede. Si annoia.

 

Ma poiché sono un tifoso ed un fazioso, mi viene in mente questo. Se proprio devo collocare questo film politicamente, non posso che iscriverlo al partito conservatore.

La bellezza del film è fatta di passatismi, di grandezze, di misticismo, di religione. Roma non è vista come è vista di solito, cioè come una capitale europea incompiuta e provinciale per colpa della Chiesa; piuttosto, quei cori angelici iniziali ed il volto della centenaria suor Maria promuovono quella bellezza ultraterrena sulla quale, in tempi di capitalismo finanziario impazzito, dovrebbe in primo luogo puntarsi: la vera, antica e allo stesso tempo nuova risposta alla globalizzazione dei nostri tempi, rappresentata dalla famiglia e dalle istituzioni attaccate dal benessere, in cui il volto di una donna pia, scavato dal tempo e dalla pietà, riesce ad annullare ogni interesse verso Serena Grandi. Il che non è poco.

Giuseppe Pastore

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http://youtu.be/dwkO7AesB2A

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12 Comments

  • non tutti hanno capito questo film…….tutti tuttologi criticoni!
    ora sappiamo che Uki l’ha capito……ma non avevamo dubbi!
    😀

  • anch’io ho apprezzato la distanza presa rispetto alla politica che tuttavia suona in modo assordante per quanto è critica!!! geniale sorentino.
    bravissimo giuseppe pastore

  • il personaggio di Jep è stato regalato alla storia….rimarrà.
    il suo fregarsene di fare “le cose che non VUOLE fare” è un rimando importante…

  • Ciao Giuseppe, la tua recensione è lucida.
    Ho conosciuto Roma e i romani, so di certo che loro amano la loro città, ne sono orgogliosi e c’è da capirli, Roma è Roma.
    Roma ha molte facce, io ne ho amate alcune e credo che Sorrentino abbia provato a fare lo stesso, con la sua arte di regista.
    Ho letto commenti su questo film che mi hanno addirittura imbarazzato per la loro vuotezza, e malafede, soprattutto.
    In Roma il vaticano esiste, le festicciole dei politici esistono, l’arte esiste, la storia esiste, il traffico esiste, la cementificazione esiste, la cafonaggine esiste, l’ironia esiste, la bellezza esiste.
    Roma è l’orgoglio di tutti, e la vergogna di tutti, perchè ci rappresenta alla grande.
    Boh, sto commento è troppo serio, lo finisco così, con una pernacchietta: prr.

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