Il Joker: ride la follia

Il Villan di Phillips interpretato da Phoenix è una risata disturbante ed estraniante, un conato che 'patologizza' ogni istanza morale

Se l’apice dell’evoluzione umana è stata ritrovata dai mistici nel risveglio della coscienza, di quella parte numinosa in-potenza che alberga nel profondo dell’essenza umana, il Joker è al contrario la decomposizione massima di quella mescolanza corporea e incosciente che avviluppa l’animo umano smarritosi nell’illusione della vita samsarica. Il Joker è quel Demiurgo che getta l’uomo nelle sofferenze della vita, perso tra gli impulsi arcontici che generano il peggio di un’umanità succube della caducità e dell’angoscia insita alla mente razionale.

In questa mitologia Batman è il guerriero dell’Illuminazione, un sopravvissuto della Nigredo, colui che calatosi nelle proprie tenebre e paure, le trasfigura al servizio della Giustizia, lottando senza esclusione di colpi contro gli Angeli Caduti che popolano la mente perduta dei malvagi. Se Batman di fronte al Guardiano degli Abissi dell’inconscio si prende le proprie responsabilità e offre sé stesso in sacrificio come un Cristo, o un “Cavaliere Oscuro” se volete, Joker invece è colui che cade! È la mente che incarnandosi massivamente nel proprio Ego, si identifica una volta per sempre nella carne, nel sangue, negli impulsi, negli istinti… nel caos inaccertabile dell’impermanenza di questo mondo. È l’adesione massima all’oscurantismo, alla villania, all’illusione identificativa che spalanca le porte alla schizofrenia! Un uomo che, vivendo a contatto con la natura arcontica dell’inconscio, è regredito allo stato ferale, divenendo mentalmente e fisicamente simile alla bestia, come rimanda l’esoterismo del lato Ombra del Jolly nel mazzo di carte.
Parafrasando un passo de “La Politica” di Aristotele, «solo gli dei e le bestie sono in grado di vivere al di fuori dal consorzio umano».

«Forse
 tu non pensavi ch’io löico fossi!» dice il Diavolo per presentarsi a Dante nel XXVII canto dell’ “Inferno”. Anche il “Faust” di Goethe consiglia di “iscriversi ad un corso di logica”; siamo dunque di fronte al razionalismo più esacerbato, quel “lato oscuro della Forza” che trasforma la Persona in una Maschera esasperata, un mostro di ghiaccio come l’Inferno, insensibile, maligno e imperturbabile come un labirinto. Non a caso Joker è un individuo estremamente intelligente e particolarmente dotato nel campo della chimica, dell’ingegneria, dell’informatica, della meccanica e nella fabbricazione e nell’uso di esplosivi di ogni tipo, e soprattutto dimostra di avere un’eccezionale mente strategica e manipolatrice. È un Genio del male! E allora, quando la logica e la “ratio” si piegano al servizio del “disordine”… lì si concentra il Male, talmente claustrofobico da far impazzire, capace di creare un vortice di pura follia! La mente ormai è persa. L’insanità ricerca nel crimine il mezzo per il caos; una bolgia senza alcun punto di riferimento fagocitata dall’oscurità, come appunto l’insana mente del nostro criminale squilibrato, acerrimo nemico di chi invece, per governare la paura, la usa fino al sacrificio di sé pur di ristabilire le condizioni originali, quell’armonia perduta, a questo punto inzuppata di sangue! Questo è l’immaginario dell’eterna lotta tra i maniacali piani criminali del Joker e l’eroe oscuro Batman creata dalle menti geniali di Bob Kane e Bill Finger.
———-«Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovilibe…»

Eppure, la cosa interessante è che proprio il Giullare, in verità uno degli Archetipi più evoluti del percorso umano, nel suo lato ombra, diventa “Lo Straniero“, un individuo incapace di capire se stesso, disperato nel ricercare negli altri una conferma di chi è, non trovando mai risposte, perché spinto dalle sue nevrosi a cambiare continuamente aspetto. Questo lo porta ad isolarsi dal mondo o al contrario ad una eccessiva attrazione verso sé stesso che inesorabilmente sfocia nel narcisismo. Ecco la tensione ad assumere una maschera di superficialità, timorosa di confrontarsi con sé stesso per paura di non piacersi o di dover affrontare temi troppo dolorosi e laceranti. Ma questo è solo l’embrione di una commedia che il folle deciderà di impersonare, quando capirà di non aver nulla da perdere! A quel punto tutto deve bruciare, niente si può salvare, solo il caos ha senso… l’unica giustificazione che può darsi uno psicotico schizofrenico, giacché convinto che la sua inesorabile caduta è figlia di chi in questo mondo, seppur lontano dalla Luce, si vanta di essere portatore sano dei valori sociali della morale sempre decantata.

Di fatto, il Joker di Todd Phillips è un prodotto di quella luccicosa facciata che vediamo in Tv, nelle decorose parole dei politicanti o dei religiosi. Di quelli che si presentano come i buoni dalle belle parole, ma i cui scarti alimentano emarginati e reietti. Joker è ciò che succede quando i ricchi e i potenti calpestano i derelitti. Joker è un prodotto delle nostre falsità, delle ipocrite morali che alla fine non fanno altro che creare un mondo ingiusto. Non manca di certo oggi chi si sente deriso e trattato come un clown, sui Social e in TV, da personaggi importanti e potenti. Tanti, troppi, continuano giornalmente a ricorrere alla violenza pur di farsi notare e ascoltare in un mondo che li reputa invisibili ed inutili…

Oltretutto, il Matto-Giullare delle carte rappresenta la falsa follia del giullare di corte, che finge di essere matto per poter raccontare, di fronte a tutti, le verità nascoste dai potenti. Ma egli vive di un eterno paradosso: il potere lo permette, poiché non verrà preso sul serio da nessuno essendo, all’apparenza, soltanto un folle. Ebbene, nel Joker di Gotham City questo paradosso diventa inaccettabile, il Matto è definitivamente caduto ed esplode in una follia omicida inarrestabile.
Questa antinomia la si ritrova in modo sconcertante nella risata interpretata dal magistrale Joaquin Phoenix nel Joker di Phillips. Una risata che se all’inizio appare quasi spassosa e esilarante, con lo scorrere della pellicola diventa fastidiosa, disturbante e conturbante. In quella patologica e ributtante risata c’è tutto il disagio di un emarginato, tutta la sofferenza, lancinante, di un reietto. In quella risata c’è il patimento, il tormento e il supplizio di tutti i figli che la società dei potenti ha calpestato tra l’indifferenza e un’ipocrisia devastante.

Ogni sua risata è una rivendicazione di aiuto, ogni passo di danza un’ulteriore approssimarsi alla follia. In quella trucida e insana risata, c’è tutta la follia pronta a deflagrare in ognuno di noi, l’antitesi di ogni possibile redenzione.

Fatale

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9 Comments

  • post meraviglioso!!!! ho molto piu’ chiara la potenza di questo personaggio
    esoteria , pazzia , attualita’ e fantasia !

  • analisi particolarmente originale di questo personaggio, tra psicologia e significato profondo … sicuramente tra le cose più interessanti lette finora
    sempre grande Fatale .

  • Batman come Cristo , Joker come demiurgo delle tenebre . Davvero interessante. Anche il concetto di Diavolo e Male come tra le righe ci spiega Dante , quella logica razionalistica che contamina ogni Luce sensibile del cuore , della intuizione .
    Uki docet…. davvero sempre ispirato il Fatale . Complimenti!
    Andrò a vedere il film …. non posso perdermelo

  • UN FILM SUGLI EMARGINATI. GLI ULTIMI. I MALATI. SFRUTTATI E MALTRATTATI. QUANTO PUO’ REGGERE UN ANIMA COSI’ PROVATA SOTTO TUTTE QUELLE ANGHERIE . LA MENTE PUO’ GIOCARE BRUTTI SCHERZI. E L IPOCRISIA HA PRODOTTO UNO DEI CATTIVI PEGGIORI DELLA STORIA ….. DEI FUMETTI. PERSONAGGIO IMMENSO TANTO QUANTO BATMAN
    ARTICOLO PERFETTO. GRAZIE UKI E COMPLIEMNTI ANCORA FATALE

  • allora mi son proprio divertito (in senso pascaliano) a legger il tuo post, lo trovo ispirante anche se il film ancora non l’ho visto, ma in effetti non credo sia necessario. trovo interessante la distinzione che fai ad un certo punto fra giullare e straniero…a questo proposito mi par di intuire che il joker del film faccia la fine dello straniero un po come batman, il cavaliere oscuro “corretto” sarebbe quel giullare che è capace di usare sia la propria parte oscura che quella luminosa con cognizione di causa…appunto come dici a proposito della figura di tarocchi…alla fine mi vien da pensare che sia batman che jocker sian due poveri stranieri, divenuti tali per vie divergenti magari e il redentore ha ancora da veni’ (mi viene a mente Ozymadias di watcher come possibile candidato). e comunque a me batman m’è sempre stato sui coglioni

  • ho amato alla follia hedgar ledger e il suo lavoro fatto sul Joker nel pieno della sua caratterizzazione di villan. ma l’interpretazione di phoenix della psicologia profonda e della genesi del personaggio è qualcosa che va al di la di tutto. qualcosa di immenso…… un qualcosa su cui non si può fare a meno che riflettere come benissimo ha fatto Fatale in questo strepitoso post !
    grazie per questa discesa negli inferi … :))) <3

  • concordo anche io sul fatto che Fatale, sempre ad altissimi livelli, ha scritto uno dei post più belli in circolazione su Joker non una recensione ma un approfondimento dell archetipo del joker davvero straordinario ritrovo le sue riflessioni sulla storia de L uomo che ride, il joker di Moore e in Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller
    in questo articolo si comprende meglio cosa passava per la testa di questi autori oltre ad una fantastica descrizione di cosa sia il diavolo e il Male certamente la società corrotta nascosta dietro le belle apparenze hanno le colpe maggiori della corruzione degli animi di ogni emarginato

    ancora complimenti Uki !!!

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