Italiani ladri: sfida o necessità?

Aumentano i furti nei negozi. La gente in tempi di crisi ruba prima di tutto il cibo, anche per rimanere attaccate al loro stile di vita..

Aumentano i furti nei negozi. Al primo posto delle merci rubate ci sono i generi alimentari… ma si ruba anche per mantenere lo stesso stile di vita in momenti di crisi come questi! Ne sapete qualcosa?

 

Crescono, in maniera sensibile, i furti nei punti vendita della grande distribuzione. È questo il dato che emerge dallo studio condotto da Crr (Centre for Retail Research). La situazione emerge soprattutto attraverso l’analisi della differenza inventariale, nel momento in cui si tirano le somme dell’invenduto. La sorpresa è che i prodotti invenduti non sono nei magazzini, perché rubati da clienti, dipendenti e fornitori.

L’ammontare italiano dei furti in supermercati e grandi magazzini si attesta sulla linea europea all’1,37%. A livello di categoria, sono i furti commessi dai clienti la causa principale delle differenze inventariali in questo settore. Si ruba per mangiare, perché non si riesce ad arrivare a fine mese, o semplicemente per concedersi uno snack tra il banco frigo e le corsie dei deodoranti. Attenuanti che però causano enormi disagi alle aziende. I prodotti alimentari restano comunque la merce più ambita da ladri e presunti tali.

Un dato interessante segna il formaggio come la merce più rubata in Europa, mentre negli Stati Uniti sono la carne e i dolci, e in America Latina si è registrata una preferenza per i beni di lusso. L’identikit del ladro italiano non è facilmente tracciabile…

Ci sono i professionisti, per cui il furto è un “lavoro” in cui applicarsi e impegnarsi, ci sono poi i ladri occasionali. Questi si diversificano non solo per i metodi usati ma anche per le merci rubate. Le donne trentenni sono attratte dall’abbigliamento e dai cosmetici, mentre gli uomini dai vini. I giovani puntano decisamente agli status symbol e alle ultime novità tecnologiche. Mentre le persone in reali difficoltà economiche puntano su prodotti alimentari poco costosi.

 

Interessante vedere come negli anni precedenti i cibi, in Italia, non erano ai primi posti delle merci rubate, in passato abbiamo visto il predominio di cartucce per stampanti e lamette da barba… mentre sembra che ai giorni nostri non si ruba più soltanto per edonismo o sfida, ma anche per reale necessità e fame. I metodi usati sono bizzarri e professionali, ognuno ha il suo. La risposta da parte dei punti vendita, per quelli che possono permetterselo, sono sistemi di sicurezza basati su barriere a radiofrequenza, etichette chippate sempre più piccole, impianti di videosorveglianza, e ultima novità in fatto di antitaccheggio… l’omino o donnina, finti clienti con tanto di carrello, che invece di vedere la scadenza dei prodotti, guardano in giro che i prodotti non vengano rubati.

 

Altro dato è la tendenza secondo cui i furti salgono in prossimità delle festività.

A livello di negozi i dati dimostrano che i più colpiti sono i discount, come se comprare al 70% di sconto non fosse già sufficiente, ma cosa vogliono questi ladri? Che Gucci e Prada vi regalino i vestiti?! Ma suvvia!!!

Secondo alcuni studiosi, sembra che la pratica del furto, per necessità o gioco, sia legata alla voglia delle persone di mantenere lo stesso stile di vita anche in momenti cupi, e meno rosei economicamente, come quando si perde il lavoro, o si accetta un lavoro meno pagato, eventi all’ordine del giorno, a causa della recessione che stiamo vivendo.

Non ammetterò mai di aver rubato qualcosa… Ma chi di voi non l’ha fatto? Per sfida o gioco tra amici, come Audrey Hepburn in “Colazione Da Tiffany”.

Io posso dire però, che alcune grandi aziende d’abbigliamento, soprattutto del fast-fashion, calcolano i furti di piccoli oggetti e accessori già alla stesura dei piani marketing. Perché come mi ha confidato un manager svedese, quando una ragazza ruba un fermacapelli da 2,90euro, spenderà 59,00 euro per comprare un vestitino coordinato e le scarpe!

Certo il furto non deve avvenire a mano armata e sfacciatamente, altrimenti arriverà l’omino in giacca e cravatta nera che vi dirà “Posso vedere la sua borsa?”, e voi a gorgheggiare frasi sconnesse… “Oopsss! Mi ci è finito per sbaglio, l’avrei pagato…!” Diceva Pinocchio!

 

P.S… -Se avete in mente di compiere furti, non chiamatemi per accompagnarvi nei vostri shopping-tour. Magari fatelo dopo per analizzare come meglio abbinare il vostro ultimo furto!!!

P.P.S… -I commenti che potete postare qui sotto all’articolo possono essere anonimi, allora perché non raccontate le vostre esperienze con questo argomento!?! Ci si divertirebbe…

 Andrea Algieri

 

Share Button
Written By
More from ukizero

Sangue Giovane

Tre Racconti per l’estate Ukiana.... A partire da questa uscita, Daniela Montella...
Read More

7 Comments

  • Mi dispiace, ma non ci sono giustifiche: un furto é un furto.

    Forse si pensa che se la cosa che si ruba é piccola e costa poco é come se non si rubasse affatto, però anche se rubi uno spillo, c'é gente che ha lavorato duramente (e molto probabilmente, sottopagata) per fare quello spillo, quindi se rubi non fai che alimentare lo sfruttamento dei "padroni" nei confronti dei lavoratori…

    Si ruba per garantirsi lo stesso tenore di vita? Certo, é molto scomodo vivere nelle ristrettezze della povertà, però meglio avere la coscienza pulita che commettere un reato.

    La povertà non giustifica il furto, infatti non é la povertà la causa prima del furto ma l'avidità, cioé i desideri smodati.

    Rubare significa "prendere senza dare niente in cambio".

    Come dice Erich Fromm in "Analisi della distruttività umana" (che spiega l'avarizia da un punto di vista psicoanalitico), l' avidità (che altro non é se non avarizia all'ennesima potenza) consiste nel "piacere di trattenere le feci" allo scopo di non gratificare la propria madre…

    Ciao.

    Ciao.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.