Intervista a Lisa Di Giovanni, autrice di “Daylight”

L'autrice ha pubblicato le sue opere in diverse antologie, una serie di fumetti e quest'anno ha pubblicato un'opera omnia che raccoglie tutta la sua produzione in versi e prosa

Lisa Di Giovanni è nata a Teramo nel 1975 e vive a Roma. Ha partecipato a diversi concorsi letterari di poesia sia a livello nazionale che internazionale, e ha pubblicato le sue opere in diverse antologie. Pubblica per edizioni Youcanprint le raccolte in versi La Libellula (2014) e Il tulipano rosso (2017). Appassionata non solo di poesia ma di tutte le forme letterarie, ha pubblicato una serie a fumetti dal titolo Human’s end, in collaborazione con l’artista Marco Sciame. Nel 2018 pubblica Daylight, opera omnia che raccoglie tutta la sua produzione in versi e prosa

 

Cosa l’ha spinta a pubblicare Daylight nella doppia lingua italiana e inglese?

Non è facile tradurre le poesie dall’italiano a una lingua anglosassone, il più delle volte può essere rischioso, ma sono stata incoraggiata dai miei famigliari e dai miei lettori affezionati e così ho deciso di far tradurre daylight in lingua inglese. Sto avuto un bel seguito in particolare sui social, me ne rendo conto quando pubblico i post in lingua straniera e anche dalle vendite del libro che vengono effettuate con la distribuzione globale in altri paesi.

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Cosa differenzia le due raccolte di racconti “Red Tulip e Dragonfly”?

Red tulip è una raccolta scritta in un momento molto intenso della mia vita: i componimenti sono passionali, parlano di rinascita, comunicano al lettore che anche dopo la tempesta può tornare il sereno e poi contiene dei racconti, inediti e sperimentali, perché volevo capire come avrebbe reagito il pubblico se avessi scritto un altro genere. Mentre Dragonfly è una raccolta di poesie scritte nel corso di vent’anni. Leggendo il libro si ha l’impressione di leggere un romanzo, perché i componimenti sono tutti legati tra loro e rappresentano un viaggio fatto nel tempo dove avviene una metamorfosi e si raccontano l’Io e il Sé come non avevano mai fatto.

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Nella sua carriera letteraria ha scritto poesie, racconti e anche un fumetto. In quale di questi generi si sente più a suo agio, e crede di dare il meglio di sé?

Prediligo la Poesia in tutto e per tutto, è la forma di espressione più alta al mondo, però sono tremendamente affascinata dal fumetto e da tutto ciò che è ludico, ideare storie fantastiche, personaggi, supereroi mi fa tornare bambina e mi dona leggerezza.

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Quali scrittori hanno influenzato maggiormente il suo lavoro?

Per quanto riguarda la poesia: Giacomo Leopardi, Pablo Neruda, Khalil Gibran, Alda Merini e il cantautore Pino Daniele. Mentre per i manga e i fumetti: ovviamente Go Nagai, poi tutte le edizioni bonelliane, come Dylan Dog ideato da Tiziani Sclavi, spostandoci in America adoro tutte le produzioni della DC e della Marvel: Frank Miller per me è il numero uno, ha ideato personaggi per entrambe le case.

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Può consigliarci una colonna sonora che possa accompagnare nella lettura di Daylight attraverso le sue diverse sezioni?

Per leggere Dragonfly io consiglierei la musica classica: Antonio Vivaldi Le quattro stagioni, Ludwig van Beethoven con Sonata al Chiaro di Luna e Johann Sebastian Bach con Air. Mentre per Red Tulip suggerirei: gli U2, i Muse, i Queen, i Cold Play e poi andrei con un po’ di sax e pianoforte.

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In Daylight è forte l’espressione del suo amore per la natura, e non solo pensando ai titoli delle raccolte di poesie e di racconti presenti nell’opera. Si fa spesso riferimento al mare, al sole e alla terra in generale. È dalla natura che trae ispirazione per i suoi versi?

Il mio amore per la natura deriva dal fatto che sono nata e cresciuta in posti meravigliosi in montagna nell’entroterra abruzzese. Adoro i fiori e il loro linguaggio e non li scelgo mai a caso anche quando devo fare un semplice regalo. Daylight ha un duplice significato, alla lettera significa luce del giorno, alba e quindi metaforicamente nascere di nuovo, mentre in Olanda daylight è un tipo di tulipano, un ibrido del tipo “Kaufmanniana”, un fiore affascinante di un colore rosso folgorante, con una base che imprigiona una sfumatura gialla. Per finire il mio amore per il mare è innato, mi piace anche d’inverno. Tutte le volte che non trovo delle soluzioni, vado a passeggiare sulla battigia, il movimento dell’acqua fa muovere anche il mio cervello e guardando l’orizzonte ritrovo la strada di casa.

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In Dragonfly è presente una poesia, Musa, in cui lei afferma: “Sono Io la mia poesia”. Tutta la raccolta Daylight è un inno all’anima, alla peculiarità di ogni essere umano, alla bellezza e oscurità che c’è in ognuno di noi. Tutto torna all’uomo, centro dei componimenti, divinità terrena e imperfetta. Di cosa parla Daylight, e che messaggi vuole comunicare?

Siamo fatti di luci e di ombre e noi rappresentiamo tutto quello che ci fa brillare e ci rende felici, come invece tutto quello che ci fa soffrire e ci crea un disagio. Per poter proseguire, evolversi e accettarsi abbiamo bisogno di entrambe le cose e come diceva C. G. Jung: «Non c’è presa di consapevolezza senza dolore. Le persone sono in grado di fare qualsiasi cosa, per quanto assurda, pur di evitare di affrontare la propria anima. Nessuno si illumina fantasticando su figure lucenti, ma prendendo coscienza della propria oscurità». Così sono proprio Io la mia poesia!

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Rino Mannucci

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