Intervista a Elisabetta Sabato, autrice di “Vite fragile”

Storie di miseria non solo economica, ma soprattutto morale. Questo descrive il romanzo, scritto con chiarezza disarmante anche nei suoi risvolti più drammatici. È un libro che emoziona, e che ci fa meditare sulle vicende narrate

Elisabetta Sabato è una poetessa scrittrice. Nel 2008 pubblica la raccolta poetica “Un viaggio lungo un respire” per Edizioni Akkuaria. Nel 2018 è la volta del romanzo “Vite fragili” per Edizioni del Poggio, opera in cui delinea con particolare umanità e delicatezza diverse storie di vita di personaggi che condividono le loro strade, per poi perdersi, ognuna di esse, verso il proprio incerto destino dell’ ogni giorno.

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In Vite fragili racconta la storia di molti personaggi. A quale di loro si sente più legata? A chi ha donato una parte più profonda di lei?

I personaggi sono ideati dalla mia fantasia, vero è, però che in ognuno di loro ho inserito tratti connotativi di alcune persone che ho avuto onore di incontrare anche solo per pochi minuti in treno o in bus. Sicuramente ho in comune con alcuni di loro degli interessi, dei quali mi è stato facile scrivere, perché essendo di natura molto curiosa, mi piace approfondire più tematiche, dando vita concreta alle mie passioni.

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Qual è la dimensione letteraria in cui si sente più a suo agio tra poesia e narrativa?

Non ho mai fatto distinzione netta tra le due, perché penso che in alcuni momenti, nella mia scrittura, si ibridino quasi con-fondendosi, l’una nell’altra.

Vite fragili racconta storie molto dure, senza che vi sia retorica o intento di edulcorare le vicende narrate. Quanto è difficile essere realisti e crudi quando si scrive un romanzo? Quanto può pesare sul gradimento dell’opera?

Penso di essermi più volte interrogata su questo aspetto, fino a giungere alla consapevolezza che io …non sono la storia raccontata nel romanzo! Sono una persona diversa che ha pensato semplicemente, di trasmettere alcuni valori di vita sostanziali, cercando per alcuni istanti di immaginare le vite di questi personaggi. In uno stato di forte empatia ho tentato di immaginare e condividere attraverso la scrittura. Il gradimento dell’opera, non è un mio problema. Io ho scritto perché sentivo di doverlo fare, il mio compito è terminato lì, poi ad alcuni lettori il romanzo potrà piacere, ad altri meno. Ma questo credo dipenda anche dal “bagaglio di vita” del lettore stesso.

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In un mondo focalizzato sugli uomini vincenti e sulla corsa al successo, perché ha deciso di scrivere di vite fragili?

Questa domanda un po’ mi fa sorridere, perché le vite fragili appartengono a tutti!!! Ognuno combatte le proprie lotte. Solo che sul palcoscenico della vita pubblica tutti devono indossare i panni di un personaggio. Lì su quel palco iniziano le lotte di potere e di rivalsa, nelle quali anziché riuscire a ritrovarsi nell’altro, ci si perde nella corsa alla vittoria e al successo. Le armi non sono usate per raggiungere uno scopo o una meta personale, ma per ottenere plauso pubblico, adulazione, effimero compiacimento.

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Anche nelle storie più drammatiche, lei parla dell’importanza di credere in sé stessi, del beneficio di sognare una vita diversa e della possibilità di agire concretamente per ottenerla. Purtroppo il destino spesso rema a sfavore dei suoi personaggi, specialmente i più coraggiosi, quelli che cercano con grossi sacrifici di migliorarsi. Qual è il nucleo centrale del romanzo? Perché merita di essere letto?

Credere in sé stessi è spesso l’ancora di salvezza utile per raggiungere i propri obiettivi e sogni. Inoltre a volte conoscere le vite di chi, nonostante tutto, affronta con coraggio il proprio destino, vorrebbe essere una chiave di condivisione, consapevolezza, forza per comprendere che la vita è vita e merita semplicemente di essere vissuta. Credo che questo sia il nucleo centrale del romanzo. Per il resto penso che solo il lettore possa dire perché il romanzo meriterebbe di essere letto.

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Tanti personaggi, tante storie, tante diverse sfumature della vita. Ha avuto in mente una particolare suggestione letteraria o musicale mentre scriveva le vicende di Vite fragili?

Si, spesso le canzoni apparentemente strampalate, ma secondo me ricche di poesia di Vinicio Capossela, tra le varie “le Cose semplici”.

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Cosa riserva il futuro letterario a Elisabetta Sabato?

Non so, per ora continuo a scrivere, provando a raccontare nuove e appassionanti storie ricche di dietrologia valoriale.

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Hermes D’Arienzo

Titolo: Vite fragili
Autore: Elisabetta Sabato
Genere: Romanzo psicologico
Casa Editrice: Edizioni del Poggio
Pagine: 144
Codice ISBN: 978-8889008904

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