Il nemico è alle porte

Reportage esistenziale dai confini russi. Georgia e Armenia due nazioni: punto d'incontro tra Est, Ovest e Medio Oriente

.«C’è stato un momento, quasi uno squarcio nel cielo, la notte era illuminata da tante piccole stelle luminose. Bagliori divini di un Dio che si è scordato il nome delle vittime. C’è stato un momento in cui ho chiamato mia sorella, un momento in cui ho temuto per la mia vita, un momento in cui ho desiderato di sparire. Le stelle cadevano: titani di ferro ed acciaio le avevano lanciate. Il terrore ed il panico cristallizzarono tutto. Ferma, silenziosa e surreale l’aria emanava scariche di elettricità – il discorso di Nina si stoppa, lasciando lo spazio necessario per respirare, prendere fiato ed aspettare un finale già tristemente conosciuto, già drammaticamente vissuto – Abbracciati gli uni agli altri nel sottoscala del mio vecchio appartamento aspettiamo. Aspettiamo. Ed ancora aspettiamo. Fino a che la terra fu scossa. Fino a che le radici del nostro paese furono straziate». Colpi di mortaio cadevano sui confini georgiani, colpi di guerra, schiaffi contro l’umanità e cazzotti alla libertà. Lì, in quello sottoscala umido moriva la pace, morivano i sogni dei bambini, i giochi dei ragazzi, l’amore degli adolescenti, la tranquillità degli anziani. Il gigante russo aveva mosso guerra, e non si sarebbe fermato per nessun motivo. A Tbilisi la notizia corse veloce come il vento. Purtroppo le brutte notizie sono sempre le più veloci.

In un palazzo del centro abitava un’altra Nina, un’altra famiglia, un’altra storia. «Eravamo tutti immobili davanti alle televisioni. Eravamo io, mia madre, mia nonna, mio padre. In silenzio, senza respirare, avevamo paura».

Cos’è la guerra? Molte volte mi sono fatto questa domanda o l’ho posta ad altre persone… In guerra regna il caos, nonostante sia fatta da uomini che sventolano la bandiera della disciplina. In guerra i cattivi sparano per uccidere ed i buoni fanno lo stesso. In guerra i nemici stuprano e gli alleati fanno lo stesso. In guerra la rabbia e l’amore ballano un valzer in cui uno dei due cadrà, e non sarà la rabbia. In guerra la vendetta è il padre, la pietà il figlio ed il massacro è lo spirito santo. Ovviamente l’unico a finire in croce è il figlio. Dov’è la vostra umanità? Urlerà una donna. Dov’è il vostro Dio? Urlerà un Marines. Russi, ceceni, georgiani, afgani, francesi, iraniani e irakeni, in guerra conta la differenza.

La guerra è il paletto necessario ad una giustificazione scenica e drammaturgica che nasconde un sistema cinico ed un’idea spietata. E che grossa sorpresa sarebbe svegliarsi e vedere… Quanti rimarrebbero di stucco nel constatare di aver soltanto chiuso gli occhi? Perché il primo responsabile è proprio il popolo che gira la testa ed a cui non interessa. Quale incredibile scoperta sarebbe capire che le priorità esistono realmente? Oggi mi sveglio in Italia e penso alla spesa, alla necessità di fare benzina e a quella di andare a lavoro. Oggi mi sveglio a Baghdad e penso a sfamare la mia famiglia, a riportare il culo integro a casa e a pregare. Oggi mi sveglio a Kinshasa e penso a passare un altro giorno senza morire. Oggi mi sveglio a Los Angeles e penso ad andare in palestra, a mangiare sano e a portare il mio grosso culo lardoso dal chirurgo estetico. Dov’è finita l’empatia? Dov’è l’essere umano? È morto. Ed ho capito il momento in cui è stato ucciso. È successo la prima volta che si è girato dall’altra parte, la prima volta in cui ha pensato a se stesso come singolo e non come parte di una comunità, la più grossa conosciuta… la terra.

Davide Lemmi

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12 Comments

  • “In guerra i nemici stuprano e gli alleati fanno lo stesso.”
    Hitler uccideva i suoi stessi soldati se si permettevano; lui era cattivo però, per lui la guerra era una cosa da eserciti e andava combattuta solo tra soldati; dopo di lui le regole sono cambiate, oggi siamo arrivati che si bombardano anche gli ospedali

  • Grazie! Leggerò questo pezzo domani ai miei ragazzi! Spero che ne facciano tesoro, per la mia generazione è troppo tardi! Buonanotte.

  • leggere le testimonianze di quella gente e’ straziante oltre a ricordarci un dramma attualissimo .
    complimenti a Davide , questi report diventano sempre piu’ taglienti …. a ricordarci la nostra indifferenza vergognosa

  • una vita senza respirare, inermi di fronte quelle tragedie che prima o poi li travolgeranno. le parole di quella povera gente sono assurde e orrende…
    grazie Davide per darci sempre questi momenti di riflessione autentica …. per non farci girare “sempre” dall’altra parte

  • distraggono i civili con le necessità quotidine, figurati a noi cosi’ distanti da quelle realta’ …. vergognoso
    complimenti a Lemmi ..

  • Si puó dedurre che le priorità sono mosse dalla paura.
    Forse è giusto che i paesi delle grandi nazioni comincino ad avere paura seriamente per far primeggiare equità e fratellanza.

  • Questo pezzo è veramente al di sopra di altre letture sulla guerra che ho fatto. Si sente la pietà, la partecipazione, il dolore e lo strazio. Ma soprattutto citando Gramsci il disprezzo verso l’indifferenza. Complimenti.

  • concordo. questi reportage di Davide sono riflessioni penetranti sulla guerra e le condizioni umane che ne derivano …
    colpito e affondato

  • Grazie per l’accento fruito… tu lo hai scritto bene quel manifesto è solo che in pochi riescono a leggerlo quello strazio umano…ci vorrebbe una lente che ne amplifichi le atrocità, pare che siano percezioni poco durevoli osservate come una stortura… voltando per esigenze pagina subitamente.L’esperienza che, per fortuna solo immagino ,e,nel farlo penso sia solo un infinitesima sensazione come prova, rimane comunque sempre sconfortante ma indolore se così si può dire…è questo quello che posso provare, di fronte a chi ha visto e sentito l’inferno,sono privilegiato …Grazie ancora.

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