I filosofi meritano uno stipendio (più degli ingegneri)

È assurdo credere che l'attività puramente intellettuale sia solo perdita di tempo perché non “concretamente produttiva”

Ingegneri e filosofi, due mondi lontani. I primi producono, i secondi no. I primi rispondono alle esigenze del mercato, i secondi no. I primi avranno uno stipendio, i secondi no. L’ingegneria è la chiave di volta della produzione: case, computer, cellulari e auto sono tutte frutto di un team che prima immagina e poi manda in produzione, tutto in virtù di un bisogno collettivo. E la società ringrazia. Tuttavia, benché il mestiere di ingegnere susciti rispetto e garantisca prestigio, il suo lavoro si svolge nella più totale ottusità ed inconsapevolezza: tutto ciò che inventa, tutto ciò che produce non arreca nessun beneficio all’Umanità! Follia? Le esigenze che ne regolano l’attività produttiva non sono reali, si basano solo sulle esigenze dettate da una mentalità diffusa che le fa apparire tali: cellulari e macchine si rivelano indispensabili solo nella società di cui facciamo parte. Il lavoro dell’ingegnere non ha quindi valore di “per sé” ma è funzionale solo in relazione al contesto e alle esigenze che li caratterizzano. Con un po’ di fantasia si può arrivare ad immaginare una società in cui tutte le invenzioni futuristiche che conosciamo possono non essere poi così “indispensabili”, tipo le “società” primitive? Forse: dove sta scritto che maggior tecnologia uguale maggior felicità? Perché è proprio la ricerca della felicità che spinge l’Uomo a “progredire”, il problema sta nella scelta di un percorso assolutamente materialista per conseguirla, estromettendo l’indole spirituale dalla propria vita.

Le conseguenze di questa scelta insensata sono ben visibili: sempre più individui ricorrono alla psicoterapia. In un mondo popolato dalla convinzione che solo la carriera lavorativa abbia un valore, l’Uomo ha finito con il ridursi a mero accessorio della produzione, incapace di immaginare una vita differente e “umanamente stimolante” (in una parola: “felice”). Gli psicologi ringraziano, le case farmaceutiche pure. Ma la Psicologia è entrata in campo solo per sostituire un’altra grande scienza: la Filosofia. Eh sì, perché la Filosofia è una scienza, solo che invece di creare nuove “app” cerca risposte alle domande esistenziali, quelle a cui l’Uomo ha dimenticato di dare una risposta perché troppo impegnato a costruirsi una carriera; inutile poi andare a cercarla in seduta dallo specialista. Se l’ingegneria inventa un nuovo tipo di automobile, la filosofia sa dire se ci migliorerà davvero la vita. Laddove l’ingegnere si trova costretto a rispondere ai precisi dettami della società (e del mercato), il filosofo è in grado di liberarsene immaginandone una nuova e magari gettare il seme affinché possa diventare reale! (Non sarebbe la prima volta). Del resto, uno dei tanti modi per rendere concreata la filosofia è proprio la “Politica”, l’arte del gestire la “cosa pubblica”, quella in grado davvero di determinare cambiamenti sostanziali nella storia dell’Umanità. Del resto, si sa: la Democrazia non l’ha certo inventata un ingegnere.

 

Daniél Nicopòlis

 

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17 Comments

  • ma vabbè insomma,non esageriamo!!! non vorrei demonizzare gli ingegneri,cosi’ come la razionalita’. certo e’ che usare solo una piuttosto che entrambe ha creato ad esempio quello che a ben descritto Nicopòlis in questo bel post

  • non credo sia quello il senso di questo post, davvero ben scritto e pensato. complimenti a nicopolis, perchè in effetti ha sottolineato la matrice di uno dei problemi maggiori dlla nostra società. gli studi umanistici diminuiscono, è anche per questo che miss italia dice quelle cazzate in diretta tv. questo credo sia anche il senso di questo interessante post

  • L’umanità sta avendo un’involuzione perchè, semplicemente, la tecnologia non è la strada per la nostra vera evoluzione!

  • non è proprio così semplice il discorso ma certamente l’influenza dei due approcci ha portato a delle conseguenze,tra cui quelle descritte da Daniél N.
    in ogni caso sono d’accordo , certamente metterei un approccio più umanistico a governare e semmai uno più tecnico ad operare ,
    dovrebbe essere questa la via

  • Una cosa è certa e siamo d’accordo tutti: la filosofia non è da meno di nessuno , lo stesso vale per i filosofi, che meritano lo stesso trattamento dei tecnici, forse anche di più
    concordo in pieno con Nicopolis! Bel post!!!

  • ci vogliono i filosofi a pianificare l’impatto sociale di ogni invenzione e poi gli ingegneri che la realizzano tecnicamente,semplice! gli ultimi non sono certo più importanti dei primi,anzi,come ben descritto dall’articolo hanno forgiato una società malata di mercato
    complimenti a Nicopolis……ogni tanto bisogna ricordarla questa cosa!

  • io non trovo lavoro, invece gli ingegneri fra un po’ si prenderanno pure quei pochi posti rimasti per noi umanisti? e pensare che la nostra civiltà nasce dalla filosofia, oggi schivati e rinnegati

  • Ci sono due aspetti che quando li cito, suscitano immancabili la stessa reazione di sorpresa, additandomi come il più abietto e inaffidabile degli esseri umani; e cioè, quando sostengo che tizio legittimamente registrato all’anagrafe abbia dovuto frequentare nella stessa vita la facoltà d’ingegneria e quella di filosofia, in modo da scindere il diavolo e l’acquasanta.
    ho buoni elementi in mano per sostenere che la cultura settoriale, che separa il classico dallo scientifico, l’umanistico dal tecnico, insomma, il filosofo dall’ingegnere, è uno degli effetti più funesti del cosiddetto progresso.
    Parecchio tempo fa, i due mondi convivevano in pace e armonia: chi era filosofo era anche scienziato e nessuno si scandalizzava di fronte a questa verità cristallina.

    Tutti i filosofi greci, da Platone a Aristotele, oltre a elaborare teorie più o meno astruse per rispondere alle domande fondamentali dell’esistenza umana, erano anche e soprattutto uomini di scienza. Talete pur non essendo medico sosteneva che siamo fatti d’acqua; Zenone coi suoi paradossi intuiva il calcolo infinitesimale e la teoria della relatività. Certo, obiettano molti, se non fosse stato per la scienza moderna, quella che si regge sulla ragione dimostrativa e sul principio di causa-effetto, l’uomo non avrebbe mai messo piede sulla Luna. Ma chi mi impedisce di credere che se avesse trionfato il pensiero totale dei greci adesso non potremmo navigare lo spaziotempo da una galassia all’altra, o teletrasportarci dal punto A al punto B come nei film di Star Trek?

  • Il “Mercato”, questo onnipresente, e’ il nuovo Dio e il suo aspetto è il “pensiero unico” guai a coloro che la pensano diversamente! La dittatura del pensiero unico, dove l’altare di esso, tutte le anime sono sacrificati … senza lacrime.

  • Mi viene in mente Leonardo da Vinci. Complimenti per l’ottusità mentale. Complimenti per fare di tutta l’erba un fascio. Tutto il sapere che ha creato l’uomo è cultura e deve essere preservato e tramandato. Non necessariamente un povero essere umano che svolge un lavoro “tecnico” è “intellettualemente un pezzente”. La politica è utile quando funziona ed anche la psicologia è un scienza.

    PS. nel blog si notano pubblicità ed uso di cookie. Anche voi filosofi sguazzate dunque nel materialismo? Ma forse mi sbaglio. Forse è solo il trampolino di lancio per attirare noi poveri ottusi e salvare il mondo.

  • Caro Daniél Nicopòlis, seppur condivido il tuo punto di vista divergo su alcuni aspetti.
    In primo luogo semplificare una professione come quella dell’ingegnere in tal modo è alquanto ridicolo perché dimostra una mancata conoscenza.
    Semmai la tua descrizione potrebbe essere un riassunto discreto di una branca dell’ingegneria, vorrei ricordarti che tutto ciò che esiste partendo dalle case, mezzi di trasporto, ospedali, macchinari degli ospedali, computer ed ogni comodità e necessità che oggi possediamo è dovuto a Ingegneri/Scienziati.
    La tua affermazione è priva di significato in quanto supponi che le nostre competenze siano solo un beneficio utile ma non necessario, allora perché non vivi isolato nella natura senza i benefici della civiltà e senza aiuti di tipo medico.
    Fortunatamente il mondo non la pensa come te e ci si è evoluti, altrimenti se la mentalità comune fosse la tua ci ritroveremmo come uomini nelle caverne.
    In conclusione non intendo denigrare i filosofi che come ogni persona all’interno della comunità svolgono una funzione.

    • La tua obiezione è giusta. Questo non è altro che un articolo a chiaro sfondo provocatorio, un modo per cercare di sfatare il mito della banale equazione “ingegnere = utile quindi umanista = inutile”. L’obiettivo è stato quello di “estremizzare” il dibattito dando peso alle tesi “filo-umaniste”, nel tentativo di abbattere il dogma della necessaria visione tecnico/materialista della società. In quanto tale l’articolo ha proprio l’obiettivo di “provocare”, solo in questo modo si puó costringere la gente a ragionare, senza troppi giri di parole, sulla necessità di cambiare una visione troppo unilaterale e in fin dei conti anche dannosa per la società.

  • Ma io sono un ingegnere e guadagno quanto un metalmeccanico e molto di meno di un calciatore, ovvero di un tizio pagato per dare calci a un pallone. E allora? Allora niente, i soldi non arrecano nessun beneficio all’Umanità! Follia? Gli stipendi sono solo l’unità di misura del valore produttivo della propria attività, le banconote non sono ricchezza reale, sono di carta, si basano sulle esigenze dettate da una mentalità diffusa che gli conferisce valore. Ma visto che l’attività del filosofo ha valore in se, come dici tu, e non nel dover per forza produrre ricchezza, allora come puoi pretendere che la filosofia venga retribuita con i soldi, che sono l’unità di misura della produzione (un calciatore produce intrattenimento, se te lo stessi chiedendo). La verità è che la società ha bisogno di filosofi, ma in numero molto basso. E infatti un numero molto basso di filosofi sono pagati. Così come in Italia oggigiorno essere ingegneri non è sempre gratificante, perché la società è molto arretrata rispetto ai progressi teorici dell’ingegneria, le potenzialità di gran parte degli ingegneri vengono sprecate e la loro professionalità data per scontata. Gli ingegneri sono sempre più confusi per semplici manovali o esecutori. Si pensi solo ai grandi benefici che l’ingegneria potrebbe dare per la tutela dell’ecosistema, dal risparmio energetico allo sviluppo ti tecnologie ecosostenibili… le potenzialità ingegneristiche esistono da tempo ma poco viene fatto a riguardo semplicemente perché tutto ciò non interessa alla maggior parte delle persone, ovvero viene considerato un costo. E la colpa di chi è? La colpa è della filosofia, della politica, degli interessi finanziari, dell’economia? Sarebbero solo risposta comode e fuorvianti; qui l’unica colpevole è l’ignoranza, lo è sempre stata e lo sarà per sempre. Lascia stare l’ingegneria, se la società sente uno scarso bisogno di filosofi è colpa dell’ignoranza che imperversa. La scuola dell’obbligo ci salva solo in parte, non a caso in Italia dove si resta indietro, l’istruzione fa pena. E una volta finita la scuola la gran parte della popolazione spegne il cervello e apre il portafoglio; i più fortunati trovano un buon lavoro e si fanno una famiglia, con l’unico obbiettivo di godersi i piccoli piaceri senza essere disturbati; convincendosi veramente che questo sia il fine ultimo dell’esistenza; figurati se si andrà mai a leggere un saggio di filosofia. Figurati se accenderà mai il cervello che ha spento. Se avrà mai qualche turba si rivolgerà allo psicologo, o magari al prete… e l’ignoranza si accumula, e si accumula, e si accumula.

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