Hypnothica Factory: “No roots”, il Noise della palude pontina

Hypnothica Factory: "No roots", il Noise della palude pontina

Un carillon che al buio prepara la danza di una tarantola su un muro, è il quadro che si apre sull’apertura del primo disco degli Hypnotica Factrory, band di Pomezia nell’hinterald romano, in mezzo alle fabbriche abbandonate da dove nasce la loro musica. Basso chitarra e batteria, fra il noise ed il grunge, in mezzo ad atmosfere psichedeliche anni 60 che sostengono la voce dai mille colori della loro cantante. Ogni pezzo è una sincera pacca sulla spalla, un sincero “vaffanculo” amico, che ti vuole bene ma ti mette in guardia.
Hypnothica Factory è la crudezza della vita che ti travolge nella gioia ed il dolore, la descrizione delle debolezze e degli onori.

Basso e batteria viaggiano uniti a sostenere una chitarra acida e mai scontata. Gli incubi e le speranze nei testi di Marilina Vanni, cantante degli HF, la sua visione della realtà, un amaro digestivo sul precipizio della vita.
Sicuramente è di comune attinenza la passione per il punk, il loro feeling di base è abbracciato da questo comune denominatore. Le canzoni, sono una serie di singoli racchiusi in un unico disco.
Daniele Dell’Arciprete alla batteria e Gloria Proietti al basso sono il cuore pulsante che liberano la fantasia ed i suoni del chitarrista Angelo Gloriani, insieme a Marilina sono la dimostrazione che l’affiatamento paga e si sente. Questo è uno dei punti di forza della band della palude pontina che ispirati a Sonic Youth, Faith No More e Syd Barrett, esordiscono con un disco pregno di passione, rabbia ed amore che ha un carattere unico ed originale.

I testi pieni di rabbia e voglia di riscatto, sono un elemento fondamentale su cui punta molto la band pometina, che pur cantando in inglese, non limita affatto la grande predisposizione alla comunicazione ed il carisma della loro cantante. Temi come la lotta alla violenza sulle donne, la lotta al pregiudizio, al razzismo al sessismo, tutti temi di fondamentale importanza per gli Hypnotica che non si stancano di urlarlo con grande determinazione.

L’unica nota stonata è la registrazione non del tutto puntuale, che ha pregiudicato la stessa band e che non le rende giustizia.
In ogni caso il quartetto pometino si esprime con una grande maturità, le canzoni non mancano mai di un tocco originale che non possa dar loro un carattere unico e distinguibile.
Disco autoprodotto, e adottato dalla Los Tunes Records che li ha fatti apparire su Spotify, la grafica della copertina del disco è stata realizzata dalla stessa bassista Gloria Proietti.
Le sonorità mostrano una grande esperienza che si adagia alla perfezione su una voce magnetica e poliedrica, un grido e una carezza, una donna sofferente e una mamma felice. HF descrive lo specchio in cui ci vediamo ogni giorno, la direzione senza scelta che mostra la verità.

Evangelos Voutos

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