Guido Maria Grillo: il “Senso” di una liturgia emozionale

Un album d’altri tempi, registrato in presa diretta e in analogico con un ensemble da camera, eppure visceralmente contemporaneo: un vero e proprio filo rosso tra Giuseppe Verdi e la contemporaneità

Esce oggi il nuovo album di Guido Maria Grillo, “Senso“, un viaggio sinfonico tra corde fatte di emozioni e, partiture fatte di invocazioni sentimentali.
Un cantautore – e autore per il teatro – votato all’esistenzialismo e, in questo nuovo lavoro, adagiato su avvolgenti quanto travolgenti arrangiamenti orchestrali. Il trait d’union del disco è negli strascichi di un timbro vocale affascinante ed evocativo, una voce che rapisce e stringe in un abbraccio, una voce straordinaria perfettamente in amalgama con il manto sonoro creato dall’ensemble da camera che arrangia tutte le canzoni, vestendole di un profumo emozionale e atemporale.

Guido Maria Grillo riesce a costruire ponti ideali tra musica colta, Opera e contemporaneità internazionale. Immerso nell’arte fin da piccolo, nella casa materna, zeppa di quadri dello zio pittore, echeggiavano arie d’Opera intonate dal nonno, tenore e violinista, e dallo zio, grande esperto di Giacomo Puccini. Grillo è cresciuto ascoltando Tenco, Jeff Buckley, Fabrizio De Andrè (a cui ha dedicato anche la sua tesi di laurea in Filosofia e grazie alla quale ha realizzato il live set ispirato al Vangelo laico de “La Buona Novella”). Dalla madre, De Curtis, discendente del Principe Antonio “Totò” e docente di Storia dell’arte, ha ereditato sensibilità artistica e doti vocali.
Il percorso di Grillo è oltretutto passato attraverso le aperture ai concerti di Avion Travel, Marlene Kuntz, Musica Nuda, Paolo Jannacci, Niccolò Fabi, Levante e molti altri. Nel 2011 è stato ospite al Premio Tenco, al Teatro Ariston di Sanremo. Nel 2016, in duetto con Levante, ha realizzato una clip live di “Salsedine”, ed è il vincitore del Premio Bruno Lauzi 2017. Il nostro è anche un autore per il teatro e attore. Nel 2008 ha debuttato, al Parma Poesia Festival, “ME-DEA della sua grazia”, spettacolo di teatro contemporaneo interamente scritto da Guido Maria Grillo, in scena con l’attrice Francesca De Angelis. Nel 2015 ha debuttato, al Piccolo Auditorium di Cagliari, “La Maledizione dei puri – Se Pasolini e De Andre”, spettacolo di e con Francesca Falchi e Guido Maria Grillo.

Il cantautore è giunto dunque a questa pubblicazione per la neonata Barezzi Label, con un disco lirico e struggente, nove canzoni (più un omaggio a Verdi) d’amore e d’abbandono, oniriche, malinconiche, dominate da una voce che si eleva, commuove, sonda le cavità dell’anima. Ai sentimenti di Guido Maria Grillo, autore di musiche e testi, seguono arrangiamenti solenni, frutto della collaborazione con Roberto Esposito e, in due brani, con Giovanni Rago. L’album è prodotto da Barezzi Festival e Giovanni Sparano, ideatore e direttore dello stesso Festival e dell’etichetta che lo pubblica – un evento per cui Grillo rappresenta perfettamente l’essenza e la filosofia, dove con la sua partecipazione ha tra l’altro aperto ai concerti di Rufus Wainwright (2015) e di Anna Calvi (2018).

L’album si apre con “Corpo nudo“, una preghiera d’amore in una visione sublimata dell’amata. Una descrizione evocativa e suggestiva di una donna amata in tutte le sue forme, un brano dolce ed emozionante da lasciar senza fiato, dove la voce inizierà quel ‘miracolo’ che professerà per l’intero disco.
Segue “Nessuna cura“, un intenso abbraccio sinfonico su ciò che non si vuol perdere a fronte della confessione sulle proprie debolezze – «…E in tutto quello che avremo costruito, ogni conquista e reciproco aiuto, ritroveremo tracce dell’incoffessato amore, che per la timidezza chiamavamo con il nostro nome…». Uno dei momenti più sinceri e coinvolgenti dell’album, una canzone meravigliosa.
Cosa conta” è invece un rimpianto sensazionale su ciò che conta e resta davvero della vita, un brano incastrato su ritmi serrati a marcare ogni rivelazione donataci dall’esperienza intonata dal cantautore – «…Non chiederti cosa conta, lo scoprirai nella sua assenza, perché quando ti manca e non puoi fare senza, puoi capire veramente l’importanza …. perché devi reagire per giustizia, difendersi è un diritto d’esistenza…».
Con “L’attimo dell’abbandono” si spezza il tono del disco grazie a certe evoluzioni orchestrali ben sposate in una sentitissima invocazione amorosa.
In “Canzone per me” sembra trapelare un’analisi psicoterapeutica a tratteggiare una sofferente relazione.
Con “L’egoismo” poi, il naturale processo di eliminazione in una storia d’amore viene riconosciuto nell’egoismo stesso, quel male umano che ci lascia soli e sconfitti sul campo di battaglia del sentimento – «…Come pioggia sapremo cadere, come alberi andare in fumo, impareremo dai fiumi ad andare, non ci fermerà nessuno, delle battaglie ora cosa ci resta, se non vinceva nessuno, non sarà mai una conquista l’egoismo di ognuno … È stata la nostra sconfitta, l’egoismo di ognuno..».
La speranza è una trappola” è invece un serrato sfogo portato dall’esperienza di una vita di fronte la dialettica inscenata dai valori più alti contro quelli più dissoluti – «…La verità si vende al migliore offerente, come la dignità di certa gente. Credetemi, qui è tutto da rifare, il passato non conta più niente, il futuro è a puttane. Credetemi, anche se farà male, la speranza è una trappola, ci prende per fame..».
Continuando, abbiamo “Tutto quello che un figlio“, in cui arriva una ballata per solo voce e chitarra su chiaro stampo cantautorale. Ma è sempre e solo la profonda ed eterea voce di Guido Maria Grillo a rendere il pezzo coerente e sempre sugli stessi livelli di ‘lettura’, per una canzone che profuma di rimandi infantili.
L’album si chiude con “Va Pensiero“, la canzone le cui vesti sonore hanno aleggiato per l’intero album. Un tributo d’amore di Grillo alla nostra cultura classica. Da cantare senza inibizioni sotto la doccia insieme al nostro.

In sostanza, siamo di fronte un lavoro che trascende il tempo e chiaramente le mode, soprattutto quelle attuali, ma il bello di questo disco è che riesce nonostante tutto a profumare di contemporaneità, anche grazie agli arrangiamenti e ai suoni dinamici dei brani perfettamente arrangiati. Rimane un disco da ascoltare in cuffia, con una luce soffusa meglio se davanti un bel malinconico camino… si tratta di sentimenti, di amore, di gioia e odio, di paure messe di fronte le emozioni più archetipiche dell’essere umano, ecco perché è un lavoro ben calato perfino in questo mondo di plastica che oggigiorno ci attanaglia. Insieme alla straziante sincerità dei testi di Guido Maria Grillo è possibile mappare le dolorose delizie dell’animo umano, riconoscerle e trasfigurarle sulle note di una partitura solenne. Sarà infatti la musica a sublimare il tutto, un tessuto sinfonico capace di fondersi con i voli pindarici della straordinaria voce di Grillo che, da una parte coccola, dall’altra lacera come un bacio rubato da una liturgia indelebile. Nient’altro avrebbe potuto fare questo effetto, se non altro perché la misura artistica di Guido Maria Grillo è qui offerta nella sua più naturale sincerità: un’artista davvero una spanna sopra molti per abilità e contenuti.

Ebbene, nell’ascoltare questo disco ci ritroviamo tutti come “corpi nudi” di fronte una “bellezza” senza tempo, raccontata da un talento che va colto insieme all’avvento di un ricordo: reminiscenze di un bacio, di un abbraccio sotto pelle, di un dolore ineluttabile, di un contatto rubato; di una musica che sa ispirare e confortare allo stesso tempo.

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Fatale

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5 Comments

  • voce angelica e composizioni di altissimo livello. la recensione mi ha fatto incuriosire sui testi,sembrano piccoli grandi pezzetti d’amore. grazie Fatale della dritta! ;)))

  • Personaggio eccezionale! Lo seguo dal vecchio disco precedente. Un grande in tutti i sensi! Questa splendida recensione di Fatale e i due video qui annunciano tanta roba. Woooo!!!

  • BELLISSIMI I VIDEO. LI TROVO DI UN ATMOSFERA PURA E ROMANTICA
    QUESTA RECENSIONE CI GUIDA A SCOPRIRE UN VERO TALENTO
    …CHE VOCE RAGAZZI!!!

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