Guido Maria Grillo: tra la bellezza del tramonto e lo stupore di un nuovo inizio

Un Tramonto come immagine di una brezza che sposta i capelli in riva al mare... sotto la neve.

Nelle terre campane baciate dal sole e dal profumo della salsedine nasce Guido Maria Grillo.
Cresce a Salerno, circondato dal bello, dall’arte e dalla musica, nella casa materna dei De Curtis, circondato da quadri dello zio pittore, arie d’Opera intonate dal nonno, tenore e violinista.
Guido Maria Grillo forma le sue “ossa” artistiche ascoltando Tenco, Jeff Buckley, la grande canzone napoletana e Fabrizio De André (a cui ha dedicato la sua tesi di laurea in Filosofia).
La musica di Guido rappresenta perfettamente il suo percorso e il mondo da cui proviene. Nelle sue sonorità si mescolano malinconia, romanticismo, tradizione, emotività, ma anche nuove e stimolanti prospettive contemporanee.
Il classico, le sue armonie ed i suoi suoni si fondono con l’elettronica dialogando come due vecchi amici al bar.
Il dialogo tra contemporaneità e tradizione si presenta nell’intreccio di italiano e dialetto napoletano, che si contaminano naturalmente, condividendo un suono, un timbro, una simbologia.
L’utilizzo del dialetto è il modo in cui Guido racconta di sé stesso e delle sue origini, musicali e no, ne celebra la bellezza e la accompagna nella contemporaneità dei suoi giorni e del suo mondo musicale.
Guido è musicista, cantautore, autore per il teatro e scrittore.
Ha all’attivo dal 2009 ad oggi, tre album, un EP e un singolo, oltre ad aver collaborato con diversi artisti dal calibro di Levante, Musica Nuda, Cristiano Godano, Paolo Benvegnù ed aperto concerti di Rufus Wainwright, Anna Calvi, Avion Travel, Marlene Kuntz, Musica Nuda, Paolo Jannacci, Niccolò Fabi, Levante ed altri.
Nel 2011 è stato ospite al Premio Tenco per la presentazione della compilation “Come fiori in mare”.
Nel 2016, in duetto con Levante, ha realizzato un clip live di “Salsedine”, sua canzone contenuta nel terzo album.
Vincitore del Premio Bruno Lauzi 2017, è anche autore per il teatro e attore.
Infatti, nel 2008 ha debuttato, al Parma Poesia Festival, “ME-DEA della sua grazia”, spettacolo di teatro contemporaneo interamente scritto da Guido Maria Grillo, in scena con l’attrice Francesca De Angelis.
Nel 2015 ha debuttato, al Piccolo Auditorium di Cagliari, “La Maledizione dei puri – Se Pasolini e De Andrè”, spettacolo di e con Francesca Falchi e Guido Maria Grillo, prodotto da Origamundi Teatro/L’eccezione.
Nel 2017 ha pubblicato il suo primo libro, “Questa nostra guerra”, edito da Les Flaneurs Edizioni.
Ed oggi nel 2021 presenta al pubblico il suo singolo “Tramonto“, dopo il successo del primo singolo “A chi tene ‘o core“, uscito lo scorso 20 gennaio, con cui ci mostra aspetti tanto belli quanto fragili della nostra quotidianità.
Un concentrato di consapevolezza e delicatezza. “Tramonto” ci parla di un cerchio che si chiude, un percorso che inizia consapevolmente con la luce del giorno, senza considerare la potenza del sole al tramonto.
Il momento della giornata in cui si raccolgono le idee, si ripensa al giorno che finisce si fanno valutazioni, piani e considerazioni.
«Il senso tuo del limite, le pupille lucide, se hai imparato a vivere saprai anche come perdere, se il corpo sembra cedere e l’anima è più fragile».
Le sensazioni, che accompagnano questo brano, sono quelle che ci spingono ad avvicinarci al mare in cerca di risposte, in cerca di uno specchio in cui trovare riflessi i nostri lineamenti sotto forma di speranze.
Al tramonto affidiamo i nostri pensieri profondi, i desideri e le aspettative, al tramonto affidiamo la giornata che finisce, ma anche il pensiero per quella che verrà domani.
«Se vivi all’ombra non ti troverà nessuno», è forse questo il punto di svolta al termine di una giornata, quando il sole ha lasciato spazio alla luna, che traccia percorsi di ombre da attraversare. Affidare le speranze alla fine del giorno implica la consapevolezza che questa debbano necessariamente passare da zone di ombra, da cui presto usciranno quando il sole tornerà ad illuminare ciò che la notte ha coperto con delicatezza da un manto nero (che malgrado il sole abbagli presto farà scuro).
La bellezza di questo brano è accompagnata da sonorità che all’unisono creano l’immagine di una brezza che sposta i capelli in riva al mare, in cui si incastra la sabbia umida, la schiuma bianca delle onde che raggiunge la riva e traccia una linea di confine tra la realtà e le speranze che affidi al mare.
Il video di Tramonto, semplice ed intimo, ci regala una visione di Guido sul mondo. È lo stesso Guido a filmare la sua famiglia durante una tormenta di neve, interamente in slow-motion, si può vedere la dolcezza dei bambini, avvolti dalla neve che cade, sembra quasi che la neve segua un suo ritmo, completamente distante da quello dei bambini, ma che, pur essendo separati tra di loro, si incontrano per un attimo, camminando insieme allo stesso tempo.

Anna Mimmo

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