Floating Points @Warehouse (Roma) – 03/2016

Una serata ipnotizzata da un’atmosfera eclettica e unica.. in cui la sola protagonista è stata la musica fin da quel “Elaenia”, considerato uno dei lavori più pregevoli del genere usciti nel 2015

Se il Goa rappresentata il mio svezzamento alla musica elettronica il Warehouse invece ha segnato la mia emancipazione nella scena del clubbing romano.
Ieri sera grande accoppiata del L-Ektrica con Andrea Esu & Fabrice e il dj set di Floating Points e nella storage room Resistance is Techno con “Mord Showcase” feat. Bas Mooy, UVB e il live di Sleeparchive.

Sam Shepard, alias Floating Points, ha un dottorato in neuroscienze, 29 anni e ha una collezione di 10.000 vinili che non sono in ordine perché a lui piace di più lo sforzo.
Sono quasi le 3:00 quando arriva alla consolle e io francamente mi chiedo se quel tizio pallido e occhialuto sia davvero all’altezza di tutto l’hype che lo circonda.
Inizia piano, sotto tono, con la sua enorme collezione di dischi. Li sceglie uno ad uno con cura, come se non fosse nel mezzo di un dj set, ma semplicemente nell’intimità di casa sua a far ascoltare qualche pezzo agli amici.
Aumenta il ritmo, salta e scuote la testa. Io sotto cassa sono quasi ferma, ipnotizzata dal ritmo, anche se i bassi maledetti mi scuotono e so che le mie orecchie fischieranno fino a sabato prossimo.
12325141_10154146508319101_788666620_n All’improvviso dalle colonnine davanti alla consolle partono delle fiamme, una gabbia di calore che circonda i suoi suoni, che vogliono uscire, vagare, scappare.
In un’epoca in cui a tutti piace tutto non c’è da stupirsi nel trovarsi un artista che spazia dall’elettronica al jazz e al soul, dall’house UK alla disco.
In un’intervista aveva dichiarato che durante i suoi studi (il phd in neuroscienze alla University of London) la musica aveva la funzione di valvola di sfogo dalla frustrazione del laboratorio: dopo averlo visto ieri sera posso dire che la catarsi è Floating Points, capace di creare un’atmosfera eclettica e unica in cui la musica è la sola protagonista e tutto il resto non conta.

 

Ieri sera, circondata dai fedeli della club culture romana (o i pochi superstiti), ero in una bolla felice che mi ha ricordato il potenziale emotivo che ha la musica. E allora a quelli che mi chiedono qual è la differenza tra un dj set di Floating Points e la serata organizzata dal cugino-dell’amico-mio-che-ha-affittato-sto-locale-e-mi-fa-pagare-il-bracciale-10-euro-invece-che-15 (sì è tutto un nome unico) io rispondo più meno la stessa che c’è tra il suddetto cugino che canta nella doccia e i Rolling Stones che ti fanno una serenata sotto casa insieme a Freddi Mercury resuscitato per l’occasione.

 

Eleonora Paesani

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