Fantasma: Un giro di vite

Un concept-album disegnato sulla struttura di un film di serie b, con le parole a definire le immagini e la musica a stabilirne il montaggio

.«…il futuro cementifica la vita possibile
qui la vista era incredibile
da oggi è probabile
che ciò che siamo stati non saremo più…»

 

Fantasma“, uscito il 29 Gennaio 2013, è il nuovo disco dei Baustelle.

Un concept-album disegnato sulla struttura di un film, con le parole a definire le immagini e la musica a stabilirne il montaggio.

Un viaggio allucinatorio nella casa dei ricordi, una corsa poetica nella stanze della memoria, dove vivono gli spettri che popolano ogni vita che si rispetti. Diciannove brani avvolti in altrettanti arrangiamenti orchestrali di sicuro effetto che, se non altro, resteranno a dimostrazione del coraggio di questa formazione.

Tracklist:

Fantasma (Titoli di testa): Atmosfera horror e glossolalia.

Nessuno: Nel delirio solipsistico una voce si aggira fra i luoghi comuni di sempre, snocciolandoli  in un rosario incapace di  medicare la solitudine.  Superamento dopo superamento si resta soli, con l’amore, a volte.

La Morte (non esiste più): Finita la presa dei muscoli, passato il temporale della volontà, chiuso il discorso della paura, è bello guardare oltre la storia, restando testimoni amari della bellezza. Archi, viole e crisantemi sprecati, finalmente. Primo singolo dell’album.

Nessuno Muore: Primo intermezzo strumentale.

Diorama: Simbologia dell’istante. Noiosetta.

Primo Principio di Estinzione: Secondo intermezzo strumentale.

Monumentale: Decadente e stralunata. Forse troppo melodica, con una Rachele più o meno sulle stesse note di sempre.

Il Finale: Da dimenticare.

Fantasma (intervallo): Terzo intermezzo strumentale. Questa sembra davvero rubato alla colonna sonora di un film di Dario Argento.

Cristina: Una donna del passato. Un fantasma della vita passata, tradita, sprecata, andata. L’arrangiamento non è male ma il brano si salva, se si salva, forse solo per il testo.

Il Futuro: Dall’album della storia tornano immagini, luoghi che sanno di giovinezza incontaminata. E fra queste immagini compaiono frammenti personali come echi di un mondo lontanissimo. In dissolvenza la memoria diventa il far west delle reminiscenze. Un capolavoro.

Secondo Principio di Estinzione: Quarto intermezzo musicale. Una cosa alla Mahler.

Maya colpisce ancora: Niente di che. Solo armonicamente si avverte una leggera evoluzione, soprattutto nel refrain.

L’Orizzonte degli Eventi: L’orchestra ingoia le parole di una bizzarra confessione. Non male.

La Natura: Una leggera accelerazione. Gli ascolti, nella comprensione personale del testo, la migliorano un poco.

Conta l’Inverni: Uno stornello romanesco postmoderno, forse ispirato al brano “Lella” di De Angelis. Bella, semplice e struggente.

L’Estinzione della Razza Umana: Velocità visionaria. Ispirata.

Radioattività: Dall’accettazione delle esperienze fallimentari e dalla celebrazione delle contraddizioni nasce il vademecum per i tempi a venire. Il futuro è retrò.

Fantasma (Titoli di coda): Finale orchestrato.

 

Se la storia italiana degli ultimi quaranta anni finisse in un film, questo sarebbe un film dell’orrore. Un’opera cinematografica fatta male, senza effetti speciali, con il sangue che sembra succo di pomodoro e gli attori che recitano da cani. Un pellicola che questo disco permette di (ri)vedere attraverso gli occhi di Francesco Bianconi. Un film sullo schermo di una grande sala, piena zeppa di ragazzi che si toccano approfittando delle tenebre.

«…il futuro desertifica la vita ipotetica
qui la vista era magnifica
da oggi significa
che ciò che siamo stati non saremo più…»

 

Piero Maironi

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  Componenti storici del gruppo:
Francesco Bianconi: voce, chitarre, synth, organo.
Rachele Bastreghi: voce, piano elettrico, percussioni, synth, clavinet, organo.
Claudio Brasini: chitarre

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