Estro creativo

di Melog

Lo sforzo che a volte provo nel tentativo di produrre un’opera originale ha dell’indicibile ed impegna non solo la mente, ma tutto il mio essere nella sua completezza.

Per quanto io abbia guardato con interesse a coloro che, sostenendo che per ottenere nel processo creativo prodotti essenziali e non artefatti, sia necessario ricorrere all’utilizzo di pulsioni fisiche o psichiche esterne e, ipotizzando non essere sufficiente la sola volontà, ne hanno predicato il ricorso, io, nel caso specifico, sono giunto alla conclusione che si debba accettare con rassegnazione i momenti di “assenza” ed attendere con fiducia che segnali labili pervadano il mio essere. A nulla servirebbe ricorrere a prodotti che possano stimolare la creatività, siano essi opera di un laboratorio chimico o prodotti consumati allo stato naturale, otterrei solamente una sorta di dipendenza fisica e, quel che è peggio, l’opera stessa non avrebbe nulla della sua innata naturalità.

Nella mia esperienza, seppur non lunga, ho sviluppato una strategia di approccio al problema che, in qualche modo, mi è parsa vincente: attendo che il mio essere, dopo aver assorbito ciò che di vitale ha colto nel mondo che lo circonda, sia pervaso in qualche modo da una seppur minima vibrazione, da un sentore che un qualcosa si stia muovendo dentro di me e, solo allora, dopo essermi seduto nella posizione che ritengo possa facilitare l’avverarsi dell’evento che ho avvertito nascere, socchiudo gli occhi nel tentativo di evocare le immagini che ho appena intravisto nella nebbia della mia mente e sto in attesa.  A volte questo momento, assai delicato, viene turbato dai solleciti di qualcuno che è impaziente di sapere se io abbia già portato a termine il mio operare, ma non mi faccio condizionare e, nonostante le urla e i continui richiami di sollecito, rispetto i miei tempi.. la fretta o il voler compiacere gli altri porterebbe non solo a non provare alcuna soddisfazione per ciò che sto per fare ma, anche, a farlo male e, forse, il che è peggio, in modo incompleto.

Improvvisamente, quando sarei sul punto di abbandonare ogni speranza, ecco che la fronte mi s’imperla di sudore, i muscoli dell’addome, le viscere e le dita delle mani si stringono in uno sforzo immane ..è il segnale che sta per nascere l’opera d’arte ..unica e irrepetibile, un’opera che appena nata cesserà di esistere, poiché è destino di tutte le cose che una volta che sono state portate a termine vadano a mescolarsi nel mare di ciò che già esiste ed è come se fossero morte

La carta di fronte a me scorre come un mare in piena e quando esausto, nel tentativo di sollevarmi da questa situazione terrena, alzo le mani per aggrapparmi alla catena che dal cielo pende sulla mia testa.. il rumore delle cataratte mi riporta alla realtà ..finalmente libero e felice esco dalla toilette.

di Melog

Share Button
Tags from the story
, , ,
Written By
More from ukizero

Bosco: intervista in romantiche fusioni

Il progetto romano suona come una folata di vento, dal ritmo serrato...
Read More

4 Comments

Rispondi a AKKAPPA Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.