Dialogo dell’ “Eroico Furore” (Vol. II)

Diffida da chi non ci prova gusto!

UKI: Voi, col vostro nome e cognome, vi sentite sicuri. Poiché non sapete fare nient’altro!

ADAM: Dunque, non se ne salva uno!

UKI: Seppure fosse, la puzza rimane lo stesso. La paura è una canaglia!

ADAM: Questioni di stile.

UKI: Bravo! Non so più come dirtelo: “Diffida da chi non ci prova gusto!”.

ADAM: Ma scherzi? Il problema è capire chi è che ancora non è divenuto un tossicomane sociopatico.

UKI: Io li riconosco da come si leccano le dita dopo che te le hanno ficcate nel culo, malgrado abbia sposato un’intima e inconsapevole noncuranza delle “pratiche” e dei ruoli di questo fantomatico mondo. In ogni caso, è tutta questione di volontà!

ADAM: Quella che spinge un’atleta a sbaragliare il limite di un record stabilito?

UKI: Già! E come per magia poi, ciò che prima sembrava impossibile, si trasforma in un nuovo orizzonte, una nuova ed elettrizzante avventura per molti!

ADAM: Ma allora cos’è che in noi ci frena dal godercela appieno?

UKI: È la mente che fa sani o malati, che rende tristi o felici, ricchi o poveri.

La mente, se non usata come facciamo per la tazza del cesso, cioè per il suo scopo naturale, finisce per trasformarsi in una “ratiospietata! Essa si rimuove dall’origine giacché ignora il significato della vita, diventa quindi una cadetta perdendo la ragione, ossia qualcosa di più della semplice razionalità, e così ci ritroviamo tutti con una ratio “disumana” ficcata su per il culo.

ADAM: Allora è per questo che finisce sempre per esercitare il suo “potere” diffondendo la paura della morte?

UKI: Certo, perché si preoccupa solo di “rogne” da risolvere, come quella di non finire in una fossa o di come mantenere sempre il cazzo indiavolato! Si perde nelle proprie fittizie spire, e smarrendosi, cerca sempre nuovi appigli e cavilli per continuare a masturbarsi.

ADAM: Diventa “potere” che divide et impera!

UKI: È una “macchina” che usa come combustibile la paura degli uomini, la loro convinzione, falsa, di essere dipendenti, limitati e persi nell’Universo.

ADAM: Questo ci fa sentire soli. Oggi, hai tutto quello che vuoi quando non ti serve.

In sostanza, il “sapere della ratio” è “realtà” virtuale e illusoria resa reale da chi ci crede?

UKI: Sappi che cercare se stessi nella carne esteriore è qualcosa che può farsi amore o solitudine. Tuttavia stiamo sempre lì, ancora non abbiamo imparato a giocare con le due faccia della medaglia.

ADAM: Chiedo cos’è la solitudine, e nessuno mi risponde.

UKI: Chiediti, invece, perché la “ratio” si serve della vista dell’occhio per “dividere” tra ciò che si vede e ciò che si sente.

ADAM: Di certo, ho imparato a non discutere mai con un “razionalista integralista“: ti trascina al suo infimo livello e poi ti batte con l’esperienza.

UKI: Il misurare le cose con il proprio cavilloso punto di vista è un comportamento che conduce quasi sempre all’egotismo.

ADAM: Si ho capito: nell’oceano nessuna onda si muove da sola.

UKI: Bravo! La ratio ha bloccato la sfera emozionale dell’uomo, la sua libertà di agire secondo coscienza: cominci a ravvisare altro, ti inganna, ti insinua il dubbio che ti fa esitare, ti deconcentri, così perdi il ritmo, vai fuori tempo… contro natura. E ti ritrovi a pensare, dire e fare una marea di stronzate.

ADAM: Errare è umano, ma ti fa sentire da Dio.

UKI: Da quel momento tuttavia la vita diventa un flusso che si cerca di arrestare in forme stabili e determinate… ma che palle! A forza di appiccicare etichette non sappiamo più neanche cosa ci ficchiamo nel culo. Il significato della vita è nel fatto che essa dev’esserevissuta”, non conservata e concettualizzata!

ADAM: Ecco perché ci controllano la mente.

UKI: In realtà ho capito che bisogna solo liberarsi dall’inganno della dipendenza. Io devo esonerarmi dalla mia stessa paura di essere libero. Devo entrare nel fluire della Vita. Non devo fare più attrito, che non a caso è ciò che genera la materia attraverso gli atomi.

ADAM: E come si fa?

UKI: Caro mio, nessuno lo sa. Nessuno ha la Verità, è la Verità che trova noi, per questo io ho l’abitudine di lasciare aperta la porta di casa.

Una cosa però l’ho imparata: quando si rompe il giocattolo nuovo, se il bambino è stato ben educato, o se non altro lasciato integro nella sua immaginazione, non perderà tempo a dare la colpa a qualcuno o qualcosa, ma penserà a ripararlo o, a “lasciarlo andare”, mentre chi non è capace di tali atti e intuizioni, o inizierà a piagnucolare, o a fare la guerra, in entrambi quest’ultimi casi si creerà di nuovo attrito.

ADAM: Se tutti fossimo bravi bambini, pian piano ci ritroveremmo felici e beati in un Paradiso terrestre. Magari l’uomo si fosse davvero ribellato contro chi lo frena, se fosse accaduto, oggi non saremmo gli automi che siamo.

UKI: L’uomo non vuole equità!

ADAM: Perché c’è sempre qualcuno che vuole il giocattolo più bello!

UKI: Bisogna distinguersi (perché ognuno di noi è unico, un miracolo a se stante), non prevaricare, non è difficile capirlo. Ancor più stupido sarebbe separarsi o rinnegare le leggi della Vita, le stesse che ci hanno messo al mondo. L’imperativo naturale è quello della felicità!

ADAM: Tant’è che oggi il tabù non è più tanto il sesso o l’emancipazione, ma la relazione. Giusto?

UKI: Vedi che se prendi le pasticche migliori! Se oggi vuoi davvero distinguerti: sii felice. La sofferenza è un cortocircuito emotivo dell’equilibrio mentale, ed è divenuto il modus vivendi della nostra epoca. Bisogna riabbracciare una fanciullesca felicità,  fanciullesca perché capace di quella leggerezza che non è stupidità e che ci pone al di sopra delle umane miserie. Felice perché solo fra tutti comprende quanto tutto sia immanente per essere sprecato di fronte il flusso dell’evoluzione.

ADAM: In effetti, è inutile che ci agitiamo tanto, le leggi della Vita sono in grado tanto di annientarci quanto di esaltarci, e noi non abbiamo neanche la minima facoltà di scalfirle!

UKI: La sola cosa che possiamo cambiare è il nostro modo di pensare. In realtà la fregatura è che tutto dipende da come io interpreto le cose e di come mi pongo di fronte a loro. La mia coscienza vive infatti del frutto di queste stesse leggi di natura. Se io pianto un albero di mele non potranno mai nascere banane.

ADAM: L’energia cambia forma secondo ciò che le vibrazioni seminano. Solo un’incondizionato abbandono alle stesse leggi della Vita può attenuare i colpi bassi della realtà. È questo il nostro asso nella manica!

UKI: Esatto. Sono solo io che creo le differenze che portano al rifiuto da cui proviene il mio dolore. Ho schifato il mondo tante volte per futili ragioni..

ADAM: Di fatto il mondo lo massacriamo con cura da secoli…

UKI: C’abbiamo preso gusto ad inchiappettarci a vicenda.

ADAM: E allora come ci si sente quando si fa centro sull’onda giusta?

 

..continua l’ultima parte.

Fatale

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> (Vol. I): INTRO SULL’EROICO FURORE

 

 

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