“Deep Web”: l’installazione cinetica e audiovisiva di Bauder e Henke

Un'installazione che riproduce i nodi e le connessioni della rete digitale: delle sfere vengono illuminate da lampi variopinti di raggi laser che creano disegni di luce scultorei e tridimensionali nella cavernosa oscurità della Kraftwerk Berlin..

Come spesso accade, vi segnaliamo una mostra non facilmente raggiungibile, da vivere soprattutto attraverso le nostre parole.. ma non è proprio impossibile da raggiungere, in fondo! Infatti la mostra si svolge a Berlino, in centro città, al Kraftwerk Berlin. Stiamo parlando dell’istallazione che prende il nome di “Deep Web“. Non avete mai visitato la città? Forse questa è l’occasione buona!
Il progetto verrà presentato per tutta la durata del Festival CTM 2016 e chiuderà in bellezza con una speciale performance dal vivo nella giornata di domenica 7 febbraio.

 

PER UNA DEFINIZIONE INIZIALE

Innanzitutto cos’è il Deep Web? Se capiamo cos’è e cosa significa la parola, potremo anche comprendere più facilmente il significato dell’installazione stessa. O no?
Socraticamente parlando, quello che cerchiamo è innanzitutto la definizione dell’oggetto in questione. Allora, è chiamato Deep Web il web nascosto, non visibile, cioè quell’insieme di siti che compiono operazioni e offrono servizi legali o meno, che per qualche motivo si vogliono tenere nascosti. Ma allora come è possibile contattarli? Ci sono particolari programmi da utilizzare per questo, cioè che sono in grado di consentirvi di navigare anche attraverso il mare dei siti nascosti.
L’installazione “Deep Web” è di tipo audiovisivo: già le luci e i suoni contribuiscono a creare un alone di mistero, proprio come il navigare tra siti nascosti.

Gli artisti che si cono occupati di realizzare questa installazione, nell’architettura industriale del Kraftwerk Berlin, sono Christopher Bauder, light artist (artista della luce), e Robert Henke, musicista e compositore.

 

LA MOSTRA

Il progetto è stato presentato nell’ambito del Festival CTM 2016, un festival promosso dalla città di Berlino e giunto alla diciassettesima edizione. La fine del Festival è fissata, come detto, per il 7 febbraio, data in cui sarà svolta una performance dal vivo. La struttura architettonica del Kraftwerk Berlin ospiterà una struttura di 35 metri per dieci che conterrà 175 sfere motorizzate e 12 potenti impianti laser, il tutto per riprodurre l’idea dei nodi e delle connessioni della rete digitale.

Le sfere si muovono in alto e in basso sul ritmo di una traccia audio appositamente composta da Robert Henke.
I raggi laser servono ad illuminare le sfere con dei lampi variopinti, creando così dei disegni di luce tridimensionali, che contrastano con l’oscurità cavernosa della struttura che li ospita, cioè il Kraftwerk Berlin.

L’installazione riunisce tutte le ricerche e gli esperimenti svolti dai due artisti nel corso degli anni.

 

AIUTI ESTERNI

Per i laser si sono rivolti ad un produttore di impianti laser di fascia alta, cioè LaserAnimation Sollinger; mentre per il software di controllo delle sfere, i due artisti si sono avvalsi della collaborazione dello studio di design WHITEvoid e dello studio Kinetic Lights.

 

LA STORIA

Inizialmente, il lavoro non era destinato al Festival berlinese. Infatti il lavoro era stato commissionato dal “Festival delle Luci” di Lione, per l’edizione del 2015. Il Festival però, dati gli eventi tragici di Parigi, è stato cancellato e così, in attesa della nuova edizione del Festival di Lione di questo dicembre, l’installazione è stata sfruttata in anteprima per il Festival di Berlino.

 

I DUE ARTISTI 

Christopher Bauder è un artista e designer che concentra la sua attenzione nel campo dell’illuminazione, delle installazioni artistiche, del media design e della scenografia. Il suo lavoro per questa mostra si focalizza sulla conversione in bit e byte di oggetti e ambienti, e viceversa.
Gli elementi che costituiscono il fulcro del suo lavoro sono spazio e oggetti, il suono e le luci e il modo in cui interagiscono gli uni con gli altri. Uno dei due studi di design che hanno fornito collaborazione e strumenti è suo: il “WHITEvoid” è stato fondato nel 2004 ed è specializzato in Media e progetti interattivi, ingegneria elettronica e architettura d’interni.
La sua installazione più famosa è quella di luci dal nome “Lichtgrenze“, che risale al 2014 e che fu creata in collaborazione col fratello Marc per l’anniversario dei 25 anni dalla caduta del muro di Berlino. L’installazione arrivava a coprire l’intero perimetro cittadino!

L’altro artista, Rober Henke, pure è conosciuto, in particolare per le sue numerose release, tra cui ricordiamo “Monolake“, e le tracce musicali, le sue performance e installazioni audiovisive che crea in maniera indipendente fino dagli anni Novanta. Il suo processo creativo caratterizzato dalla presenza costante di strumenti ingegneristici e algoritmi, dato il suo passato nell’ingegneria.
Henke è stato uno dei collaboratori coinvolti nella creazione dello “Ableton Live music software“, programma inventato nel 1999 che ha rivoluzionato la musica elettronica e le performance dal vivo.

 

IL LUOGO DELL’INSTALLAZIONE

Quello del Kraftwerk Berlin è un edificio situato al centro della città e che prima ospitava una centrale elettrica. La sua costruzione è avvenuta quasi in contemporanea a quella del muro di Berlino e la sua funzione era quella di fornire energia elettrica ai distretti di Berlino Est.

L’ex centrale fornisce alla città non più energia elettrica, ma energia culturale, ospitando numerosi eventi.

 

Roberto Morra

.

.

 

Share Button
Written By
More from Roberto Morra

Sincronicità: il sogno secondo Jung

I sogni sono i cancelli d’ingresso verso un’altra realtà: non sono eventi...
Read More

7 Comments

Rispondi a Elena C. Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.