Christiania e il prezzo della libertà!

La “città autogestita” compra l’indipendenza per sopravvivere!

In un mondo dove si deve comprare qualsiasi cosa si desideri, dicono che Christiania ha comprato la propria libertà.. io invece vedo la questione più attinente sotto il profilo de “il prezzo.. della libertà!”. Perdonate la debolezza ideologica, sarà una situazione di comodo, o dovuta alla disperazione finale del disincanto, ma rimane il fatto che certi verdetti non stanno più al passo con la mia bile, è una questione di nausea.. suppongo. Non ho la pretesa di smantellare un sistema ormai incarnato nelle nostre menti con l’aria fritta. Giocare con le sue stesse armi invece, è una questione di adattamento all’ambiente… o di chi ha perso tutte le partite, mettetevela un po’ come vi pare! In ogni caso, la libertà ha un prezzo… chi la paga con la vita, chi con il danaro: la verità è che la maggior parte di noi non ne sa un cazzo di come fare la cosa migliore… fatto sta che Christiania ora è libera, e ha pagato il suo prezzo! O meglio, dovrà pagarlo…

Negli anni ’70, quando l’amore poteva tutto, iniziò il mito di Christiania nel momento stesso in cui alcuni cittadini danesi, in cerca di migliori condizioni di vita, occuparono abusivamente una base navale di 34ettari a Copenaghen. Presto si unirono hippies ed anarchici e si creò una comunità completamente autogestita, Christiania si autoproclamò città libera.

 

La polizia danese può entrare solo con un permesso speciale e non è ammessa la proprietà privata. Christiania ha il suo inno nazionale (“Non potete ucciderci”, composta dal gruppo rock Bifrost), la sua bandiera (tre sfere gialle su sfondo rosso) e la sua valuta. La comunità ha le sue idee e utopie, regole e costumi: sono bandite le auto (i visitatori parcheggiano fuori città), le fotografie e persino la corsa (sareste considerati dei ladri).

Ecco che dopo la Sirenetta e il parco di divertimenti Tivoli, Christiania è la terza attrazione turistica della capitale danese. Milioni di visitatori l’anno camminano tra le baracche decorate dai murales psichedelici sconvolgendosi di marijuana in Pusher Street… aah… un paese da sogno!

 

Tuttavia, il Sistema è ingordo … perciò è ovvio: il sistema non ama Christiania!

Il 18 febbraio scorso la città ha perso l’appello per contrastare la sentenza del 2009 in cui lo Stato reclamava l’ex base navale… la Corte Suprema gli ha negato lo status di città libera.

Nonostante questo, Christiania è ingenua, si sente ancora libera… e di fatto lo è.. a meno che non arrivino i carro armati dell’esercito danese!

Ma il Governo ne sa una più del Diavolo… e l’ “affabulatore” chiede a Christiania di riscattare economicamente il terreno e mettere cosi la parola fine a questa lunga diatriba “legale”… già, legale… se n’è fatta una “cosa” legale.

Ecco che gli abitanti di Christiania accettano l’accordo: acquisteranno il diritto di usufrutto sull’intero complesso residenziale per l’equivalente di circa 80 milioni di corone danesi. Dieci milioni di euro per assicurarsi la libertà.

I cittadini hanno già emesso delle azioni in modo che la gente possa supportare la causa. Una piccola parte di Christiania sarà affittata. Il resto del fondo verrà invece stanziato da semplici ipoteche sugli edifici.

Christiania si è riscattata: ora è una città giuridicamente libera.

Così, mi chiedevo: se davvero è cosa buona e giusta che la moneta sia di proprietà della gente, allora l’uso che si fa del denaro… è ciò che ne denota il valore?

 Fatale

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