Buttare gli occhiali per sempre senza laser, quali verità?

Tornare ad avere una vista normale senza operazioni e senza dover indossare più occhiali e lenti a contatto, è il sogno di milioni, forse miliardi di persone nel mondo.

Ad oggi i mezzi della scienza ufficiale sono quelli sopradescritti, ma c’è una teoria, che purtroppo non ha dimostrazioni scientifiche, non ha risconti empirici rilevanti, che però vale la pena di essere conosciuta, perché lo scopo di questa rubrica è proprio quello di far conoscere tutto ciò che i canali d’informazione tradizionali non passano perché non “bollati” ed etichettati come “sicuri”, e mai come in questa puntata ci auspichiamo che i nostri lettori siano così attenti ed interessati da prendere questi temi con molto attenzione.

Questa cauta premessa era d’obbligo, visto che stiamo per parlare di salute, e di Metodo Bates.

William Horatio Bates (Newark, 23 dicembre 1860 – New York, 10 luglio 1931) era  un medico statunitense che nel 1921 pubblicò un libro dal titolo: “Vista perfetta senza occhiali”, ancora oggi facilmente reperibile e che ha dato seguito ad alti numerosi volumi scritti dai suoi seguaci.

Secondo la teoria batesiana,  il recupero delle facoltà visive (miopia, ipermetropia, presbiopia, astigmatismo) per mezzo di determinate tecniche ed esercizi da lui ideati è possibile e più facile di quanto si possa immaginare.

Com’è ovvio, le discrepanze tra il metodo Bates e la scienza ufficiale sono lampanti fin dalla prima riga.

Egli infatti, ritiene che il malfunzionamento della vista non sia da imputarsi a difetti “fisici” degli organi visivi (come nella miopia ad esempio, nella quale un bulbo oculare più “lungo” distorce la vista) ma a fattori di carattere psicologico, e in particolare a condizione di stress e di tedio.

Il modo per recuperare la vista sta nel riuscire a recuperare gradualmente e lentamente una “corretta postura oculare”, attraverso una progressiva “rieducazionedei muscoli oculari riabituandoli a lavorare in modo corretto, per arrivare ad ottenere il rilassamento indispensabile ad eliminare la “tensione” e il “tedio”.

 

Il metodo consiste in una serie di pratiche da mettere in atto per pochi minuti,  quotidianamente e principalmente consistono nel:

– Palming, riposo oculare

– Lettura di stampa fine o microscopica

– Uso delle tavole di Snellen

– Memoria ed Immaginazione

– Shifting e Swinging, dondolio ed oscillazione

– Metodo del punto nero

– Sunning, esposizione alla luce solare

– Flashing o Blinking, battito delle palpebre

Ma i seguaci del Metodo Bates, tengono a precisare che non si tratta di una semplice ginnastica oculare, ma di un  “sistema” di cura basato sull’auto-trattamento per il rilassamento mentale. Non si tratta, infatti, di stimolare o rafforzare muscoli oculari diventati o nati pigri, né si tratta di praticare un unico, universale, “metodo” di guarigione, perché non esiste una pratica specifica che funzioni bene e ugualmente per tutti, specialmente all’inizio.

Insomma, il metodo Bates rivoluziona oppure ignora (secondo i detrattori) completamente l’anatomia, in quanto ritiene che la vista sia innanzitutto una facoltà psichica, e perciò pertinente al dominio della mente, è quasi come accostarla ad una patologia da trattare psicologicamente e non chirurgicamente, oppure con il più sbrigativo uso delle lenti.

Lenti e occhiali che, secondo Bates, sono solo qualcosa d’inefficace contro il trattamento delle patologie visive in quanto impongono una condizione di sforzo continuativo che tende a bilanciare quello delle lenti, portando alla lunga un inevitabile peggioramento dell’imperfetta visione e del benessere generale della persona.

 

Come già accennato, il metodo non è mai stato accettato dalla comunità medica, la quale imputa i risultati documentati -dei quali ne sono pieni libri e riviste dei batesiani- come casi risolti casualmente e molto spesso esagerati, aggiungendo che, se una qualche fondatezza nel metodo vi si possa trovare è riscontrabile solamente verso i piccoli difetti visivi, nei casi di stress accomodativo di lieve entità, in quanto ritenuta né più né meno che una semplice ginnastica oculare.

Le prove e la perfezione della scienza moderna sicuramente hanno un indiscutibile peso in tali argomenti, ma ci auguriamo ugualmente ed umilmente che queste teorie e la loro diffusione possano essere spunti di riflessione per i medici e soprattutto per i semplici pazienti.

 Marco Caponera

 

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