Brian Eno: “Music for Airports” [Monografia]

Sinfonia per estasi elettronica...

.Music for Airports” fu la prima opera musicale che si può annoverare nel mondo della ‘musica ambient’.

Brian Eno, nel periodo di massima produzione musicale, arricchito anche dalle numerose collaborazioni con i migliori esponenti delle scena musicale (David Bowie, Talking Heads…), decise di prendere parte ad un progetto incentrato sulle creazione di una musica per ambienti, con l’obiettivo di creare delle sonorità di sottofondo per luoghi come le hall degli aeroporti, ma anche sale d’attesa e gallerie d’arte.

Il luogo prescelto dall’artista fu l’aeroporto: crocevia internazionale, punto di partenza e di arrivo, luogo di addii e ritorni, di separazione e di attese. L’obbiettivo di Eno fu quello di creare qualcosa che potesse infondere nelle persone una sensazione di rilassamento stemperandone progressivamente lo stress.

 

L’opera si presenta come una sorta di sinfonia suddivisa in quattro parti. L’elemento che si notò subito fu che il suono arricchito da echi, frasi di piano, synth… non si limitava solo a fare da “tappezzeria” al luogo ma contribuiva a creare una sensazione percettiva che si fondeva con il luogo stesso.

L’apertura della sinfonia è accompagnato da un meraviglioso adagio che lascia l’ascoltatore in uno stato quasi astrale arricchito anche da un atmosfera di estasi elettronica.

Il secondo brano è costruito da un susseguirsi di echi corali che infonde un senso di vuoto e di vertigine.

Il terzo è una costruzione che va ad arricchire il brano precedente grazie ad un pianoforte , per poi arrivare al brano di chiusura accompagnato solo da un synth dai toni cupi ma che infonde un senso di tranquillità quasi celestiale.

 

Music for Airports” è un opera che potrebbe durare all’infinito facendoci viaggiare in un realtà extra-terrena e ad ogni ascolto ognuno di noi capterebbe qualcosa di diverso e di nuovo. Ma forse è proprio in questo che si nasconde la vera essenza dell’opera.

Federico De Feo

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