Baustelle @ Cavea Auditorium (Roma) – 07/2018

I Baustelle tornano all'Auditorium Parco della Musica per il Summer Fest, presentando i nuovi brani de "L'amore e la violenza -Vol.2"

.«Amore è tardi
Amore è già la fine»

“Bianconi è uno dei più grandi parolieri, in Italia, oggi” ce lo diciamo in macchina mentre dall’Auditorium Parco della Musica ci incamminiamo verso casa. Chi conosce i Baustelle sa che non esagero.
Comincio dalla fine. Comincio dal caldo di una notte di luglio, comincio dal cielo senza stelle sopra la Cavea. Comincio dagli applausi riconoscenti e dal rumore dei bicchieri di plastica buttati a terra e calpestati dai passi verso l’uscita. Comincio dalla fine e torno indietro.
Riavvolgo il nastro e lo fermo alle 21. 40, quando la band toscana sale sul palco e ci saluta con uno dei suoi pezzi più famosi, “La guerra è finita”. «Roma è sempre Roma», dice Francesco prima di incrociare la voce con quella di Rachele in “Jesse James e Billy Kid” e di imbracciare la chitarra elettrica del finale. Le luci rosse, azzurre e verdi della scenografia danno il benvenuto al terzo brano della scaletta, “L’amore è negativo”, che insieme a quello prima e al successivo, “Veronica n. 2”, fanno parte del nuovo album, “L’amore e la violenza Vol. 2”.
Mentre Bianconi prende il posto di Rachele alle tastiere, inizia “Tazebao”, seguita ancora da un classico: “La canzone del parco”. Di nuovo un cambio di posto delle due voci, siamo nel vivo del concerto: “Lei malgrado te”, “La vita”, “Perdere Giovanna” e «una canzone d’amore, di violenza e di mostri», “Il Minotauro di Borges”.
Inizia a questo punto una pausa per allestire il set con gli archi, diretti dal maestro Enrico Gabrielli, che apre la strada alla parte più intima e suggestiva della serata, con le canzoni riarrangiate «in veste bucolica, da camera quasi»: “Il Vangelo di Giovanni”, “Amanda Lear”, “L’aeroplano”, “Nessuno”, “Alfredo” e, infine, “Ragazzina”, tipico esempio «di una canzone che non si dovrebbe mai scrivere».
Una nuova pausa, un nuovo cambio-palco e tutte d’un fiato “Il liberismo ha i giorni contati”, “La moda del lento”, “Le rane” e, a chiudere, “Caraibi”.
Il nastro dispiegato arriva di nuovo alla fine, lo riavvolgo, ancora, insieme alle parole esatte, agli accenti precisi e alle storie d’amore e di violenza.

Veronica Della Vecchia

Foto: Sofia Bucci

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6 Comments

  • “L’unica cosa che ho è la bellezza del mondo.
    La sola cosa che so è che vorrei conservarla
    per me…….”
    Li adoroooooo!!!!
    Articolo carinissimo e foto magnifiche!!
    Sempre grati a Uki!!!

  • UN GUSTO SONORO ED ESTETICO IMPECCABILE, AFFISCINANTE COME QUESTI SCATTI IN BIANCO E NERO. RIAVVOLGO IL NASTRO ANCHE IO,ATTENTA AGLI ACCENTI PRECISI
    SEMPRE AL TOP!

  • Breve ed intenso report .complimenti a V.Della Vecchia
    e foto davvero belle bellissime di S.Bucci
    i Baustelle sono meravigliosi e pungenti….non vedo l ‘ora che tornino dal vivo dalle mie parti

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