“B-SIDE L’altro lato delle canzoni”, i racconti di Doriana Tozzi che omaggiano la musica alternativa italiana

Un mondo visionario per un libro idealista che rimanda alle canzoni della scena indipendente italiana, e non solo, decantate sotto nuovi immaginari esistenziali

Cosa c’è dietro una canzone? O meglio, quante storie può raccontare una canzone? Sicuramente molte, se ci si sofferma a immaginare.
È un esercizio di fantasia quello che fa Doriana Tozzi, critica musicale con la passione della scrittura letteraria.
Lo scorso autunno Tozzi ha pubblicato “B-SIDE L’altro lato delle canzoni” per i tipi di Arcana Edizioni, con la prefazione di Rossano Lo Mele, già batterista dei Perturbazione e direttore di “Rumore”, rivista indipendente di musica underground.
Ed è la musica alternativa la musa ispiratrice dei ventuno racconti (di cui uno in versi) contenuti in questa raccolta, che insegue il cromatismo autunnale e le sue suggestioni (il sottotitolo è “Autunno“), per tentare di dare una parvenza di omogeneità a narrazioni molto diverse fra loro, in cui non sono solo personaggi umani a prendere la parola, ma anche alberi e fiumi, e che hanno come sfondo un presente mai troppo definito e futuri distopici e lontani.

Si potrebbe dire che quello di Doriana Tozzi è, oltre ad un gioco fantasioso, un omaggio alla musica italiana alternativa, data la quantità di nomi importanti che sono stati scelti come fonte d’ispirazione. Abbiamo infatti Verdena, A Toys Orchestra, Marlene Kuntz, Marta Sui Tubi, ma anche CCCP, Paolo Benvegnù, Afterhours. Fra gli altri, fanno capolino i Fast Animals And Slow Kids, i La Crus con Carmen Consoli e i Perturbazione.

Doriana Tozzi lascia che a prendere la parola siano soprattutto le sensazioni e gli umori trasmessi dalle canzoni scelte (“Lub Dub” per gli A Toys Orchestra, “La canzone del parco” per i Baustelle o anche “Quello che non c’è” degli Afterhours) e a volte questo gioco riesce bene, altre volte un po’ meno. L’impressione è che manchi una attenta rilettura del testo, quella volta al delicato lavoro di limatura, che spesso porta a togliere più che a lasciare. Questo perché sono molte le ripetizioni di concetti spesso già espressi e che poi non aggiungono più nulla, se non confusione o pesantezza nella lettura (un paio di esempi: “Luna Park“, racconto ispirato a “Lauto ritratto” dei Marta Sui Tubi e “Il concerto“, ispirato a “Viva” degli Zen Circus).

Se l’idea di Tozzi è suggestiva e alcuni momenti riescono a suscitare un vivo interesse, nel complesso non si può dire che la realizzazione sia stata del tutto all’altezza, nonostante la buona qualità della sua scrittura e il proprio personale universo immaginifico.

Ilaria Pantusa

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