“Aneddoti Rock”: Blondie

I Blondie celebrano i 40 anni influenzando ancora l'immaginario rock, della moda e dell'arte. Punk, disco, rock e new wave.. tutta ribellione e lustrini pop

In occasione delle celebrazioni per i quarant’anni di carriera, i Blondie, colonne della new wave americana, sono tornati recentemente con la pubblicazione di “Blondie 4(0) ever”,  “Ghosts Of Download” e “Deluxe/redux: Greatest Hits“, riannodando così i fili di una storia nata nelle cantine underground della Grande Mela e finita nelle classifiche di vendita, sulle copertine delle riviste e nelle gallerie d’arte di tutto il mondo (come ricorda il celeberrimo ritratto di Debbie realizzato da Andy Warhol e riprodotto in copertina)

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I Blondie della ex-coniglietta di Playboy Debbie Harry sono uno dei frutti della new wave newyorkese di metà anni 70, incarnando il lato più “edonista” di tale rivoluzione. Una scena rigogliosa, che gravitava attorno al mitico Cbgb’s e che metteva insieme nomi come Talking Heads, Television, Ramones e Patti Smith (leggenda vuole che quest’ultima fosse gelosissima di Debbie Harry -capace di rubarle la scena con i suoi look ad effetto e le sue moine sensuali). Rispetto ai loro compagni d’avventura, però, i Blondie rivelarono una  propensione alla contaminazione tra il rock urbano e forme avanzate di black music. La loro peculiarità è stata quella di riuscire a combinare la ruvidezza del punk con la nuova febbre della disco-music che, di lì a poco, avrebbe contagiato il mondo. Inconsapevolmente, così, diedero vita a un genere tra i più fortunati dei 70: quel “disco-punk” che getterà la sua ombra anche sul decennio successivo.

La carriera di Deborah Harry non si presentava certo così folgorante. Reduce da una mediocre carriera di cantante rock alla fine degli anni ’60, lavorò come commessa prima di essere notata dalla rivista Playboy. Da coniglietta Debbie lavorò come cameriera al Max’s. Fu tra i tavoli del locale che riuscì ad ottenere le conoscenze giuste per realizzare il suo sogno di sfondare nel mondo del rock.

Nel 1975 Fred Smith e Chris Stein, già conosciuti da Debbie  nel 1973, mettono su una band, i Blondie, nei quali entreranno in seguito anche il batterista Clement Burke, il bassista Gary Valentine e il tastierista James Destri.

Grazie alla sensualità di questa “Marilyn Monroe del punk” e all’immediatezza del loro sound, i Blondie si fanno largo nella scena underground newyorkese. Cantando con un costume strappato e tacchi alti, l’ex coniglietta riesce a creare un personaggio vamp con la giusta dose di autoironia.

Nel 1978 pubblicano “Parallel Lines“, con un singolo da knock-out immediato come “Heart Of Glass” e canzoni trascinanti come “Hanging On The Telephone” e “Sunday Girl” che tengono alta l’immagine da vamp della vocalist di Miami. Da questo momento la loro carriera non sarà più la stessa. La soffice voce della bravissima Deborah Harry si intreccia perfettamente con il sound più disco/pop adottato da produttore (Mike Chapman) e band e i singoli da classifica sfornati sono innumerevoli, come “One Way Or Another” che raggiunse i vertici delle classifiche sia americane che inglesi.

Collezionati due dischi di platino, prima dell’inevitabile tramonto, i Blondie riescono ancora a cesellare un gioiello di disco-punk come “Call Me”, all’insegna di una trascinante dance atmosferica. Il brano, composto insieme al padre della disco-music Giorgio Moroder, farà la fortuna del film “American Gigolò” (con Richard Gere). Poi, sarà solo declino. Debbie Harry incide l’insignificante album solista “Koo Koo“. Il gruppo si scioglie nel 1982 dopo la pubblicazione dell’album “The Hunter“.

 

Nel 1997 il gruppo si riforma e produce alcuni singoli di successo.

Nel 2011 pubblicano “Panic of Girls“. Nei mesi di giugno e luglio 2013, la band intraprende il “Blast Off Tour” in Europa, e un tour negli U.S.A. Il 24 giugno 2013 viene lanciato il singolo “A Rose By Any Name”, cantato in duetto con Beth Ditto, frontwoman del gruppo punk-soul dei Gossip, e in dicembre “Sugar on the Side”, che anticipano entrambi la pubblicazione del nuovo album in studio, “Ghosts of Download“.

 

I Blondie hanno il merito di aver gettato un ponte tra l’esuberanza della black music e l’irruenza punk, la sensualità del funk e l’umore fatale e distaccato di una certa new wave.

Un gruppo che è entrato di diritto nella storia del pop-rock, grazie anche alla sua leader icona. Se Debbie Harry ha raggiunto uno status personale, i Blondie come gruppo nell’arco di quattro decenni sono diventati una realtà che influenza  e continua a dominare nei mondi della musica, della moda e dell’arte. Punk e disco, rock e reggae, ribellione e lustrini pop: gli opposti trovano nei Blondie una sintesi quasi perfetta.

 Katia Valentini

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http://youtu.be/UMbjttnhKAk

 

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